Criminalità ed ecomafie a Latina, interrogazione ai ministri

23/03/2012 di
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E’ stata presentata un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Giustizia da alcuni senatori del Partito Democratico (Ferrante, Della Seta, Di Giovan Paolo e Ranucci) sulla criminalità organizzata in provincia di Latina, con particolare riferimento alle ecomafie e all’omicidio di Don Cesare Boschin.

IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE:

Atto n. 4-07047 – Pubblicato il 8 marzo 2012
Seduta n. 689

DELLA SETA , FERRANTE , DI GIOVAN PAOLO , RANUCCI – Ai Ministri dell’interno e della
giustizia. –

premesso che:

si apprende dalla lettura di articoli pubblicati su diversi quotidiani che l’aumento esponenziale
dell’emergenza criminalità in provincia di Latina, negli ultimi anni, sta destando viva
preoccupazione nelle istituzioni, nelle forze Dell’ordine, nella magistratura e tra i cittadini. Tale
emergenza è confermata anche dalla Relazione della Direzione Nazionale Antimafia del 2010,
in cui si evidenzia per la provincia di Latina il rischio di radicamento della mafie, in particolare
mediante il controllo di attività commerciali e imprenditoriali di rilievo e l’infiltrazione dei propri
affiliati direttamente nei consigli comunali. A tale proposito è bene ricordare che la provincia di
Latina è anche il territorio in cui si è verificato il tristemente noto “caso Fondi”, con il conseguente
allontanamento dell’exprefetto di Latina, dottor Bruno Frattasi, che aveva denunciato l’intreccio
tra imprenditoria, criminalità e amministrazione comunale, e dove, con epicentro il mercato
ortofrutticolo di Fondi, la camorra e Cosa Nostra hanno messo le mani sul controllo dei trasporti dei
prodotti ortofrutticoli in tutto il Centro-Sud;

il mix tra criminalità autoctona e criminalità organizzata alloctona, la particolare strategia affaristica
che ne deriva, come il complesso di alleanze che spesso si evidenziano dalle indagini della
magistratura, danno origine a quella che Libera ha definito “Quinta Mafia”;

uno dei settori a maggiore rischio di infiltrazione ecomafiosa è il settore edile, da sempre tra quelli
più contaminati dalla criminalità organizzata soprattutto di origine campana. I parchi, i laghi,
le campagne e le coste, ma anche i centri urbani pontini, sono esposti a continue speculazioni,
abusi edilizi, sfregi urbanistici. Il consumo di territorio e le lottizzazioni spesso in deroga ai piani
regolatori sono una costante che preoccupa;

in questo contesto, ad essere particolarmente esposti risultano i Comuni all’interno del Parco
nazionale del Circeo, Sabaudia e San Felice Circeo in primis. Basti pensare che nel Parco nazionale
del Circeo, stando ai dati ufficiali presentati dall’Ente Parco, vi sarebbero, secondo proiezione
statistica, circa un milione e 500.000 metri cubi “fuorilegge”. Secondo varie indagini della
magistratura, una parte significativa di questo business è imputabile, direttamente o indirettamente,
a esponenti della malavita organizzata. Non a caso proprio il Parco nazionale del Circeo è stato
oggetto di continui attacchi intimidatori volti a condizionare l’azione repressiva nei riguardi
dell’abusivismo edilizio e le scelte in favore di una regolamentazione moderna ed ecosostenibile
dell’intera area protetta;

a preoccupare è anche il fronte delle illegalità legate al ciclo dei rifiuti. Basti ricordare l’inchiesta
sulla gestione dei rifiuti urbani a Minturno; o il sequestro di un terreno di quasi mille metri quadri
di proprietà della società “Fondana Allevamenti” effettuato nel mese di maggio 2011 nella città
di Pontinia, dove erano state smaltite illegalmente circa duecentosettantadue tonnellate di fanghi
provenienti da un’azienda casearia di Marcianise, che, senza alcun trattamento specifico, erano stati
accatastati a pochi metri dal fiume Ufente; o ancora la recente inchiesta aperta dalla Procura della
Repubblica di Latina relativamente all’inquinamento in falda determinato dalla discarica di Borgo
Montello, la terza più grande d’Italia. Rispetto a quest’ultma vicenda, è fondamentale ricordare
quello che accadde il 29 marzo 1995 in provincia di Latina, quando venne ucciso il parroco di
Borgo Montello don Cesare Boschin;

oltre a questo, altri dati allarmanti vanno richiamati: le intimidazioni subite da uomini dello Stato
come ad esempio l’exquestore di Latina, il capo della squadra mobile e due ispettori di Formia,

l’ispettore di polizia Pasquale del Nucleo di polizia giudiziaria di Fondi; e ciò che si ricava dal
rapporto Ecomafia 2011 di Legambiente, dove la provincia di Latina si posiziona al 4° posto
nazionale per infrazioni accertate e quella di Roma al 5°. A livello regionale, l’area pontina con le
sue 264 infrazioni accertate, pesa per il 36 per cento, la provincia capitolina per il 34 per cento, il
reatino per il 12 per cento, la provincia di Frosinone e il viterbese per l’8 per cento. Diverse sono
state anche le aggressioni subite da amministrazioni e dirigenti dei Comuni di San Felice Circeo e
Sabaudia;

anche molti giornalisti nell’adempimento del loro lavoro, in provincia di Latina, sono spesso fatti
oggetto di persecuzioni, intimidazioni, pressioni improprie sino a generare un clima di paura che
li espone a continui rischi e pericoli. È eloquente, a tale proposito, quanto di recente sostenuto
dall’exquestore Nicolò D’Angelo, il quale ha affermato: “Se cediamo qui, se il contrasto non sarà
abbastanza forte, per la mafia s’aprirà un’autostrada verso Roma”,

si chiede di conoscere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno destinare maggiori risorse umane e tecnologiche
alla magistratura e alle Forze dell’ordine, per contrastare il fenomeno del radicamento delle mafie
e dei loro interessi nel tessuto economico, sociale e politico della provincia di Latina, anche con
l’obiettivo della creazione di una Direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Latina;

se non ritengano necessario assumere iniziative di competenza per attivare un controllo serrato
da parte di organi di vigilanza e controllo sia sul sistema degli appalti, delle concessioni e delle
consulenze in tutti i Comuni della Provincia pontina e sulla stessa Amministrazione Provinciale,
sia sull’azione imprenditoriale condotta dalle numerose cooperative agricole dell’agro pontino, in
particolare quelle presenti nei Comuni di Formia, Fondi, Sperlonga, Terracina, San Felice Circeo,
Sabaudia e Latina e sui titolari delle medesime;

quali azioni intendano attuare per contrastare in maniera adeguata in particolare i fenomeni
criminali legati alle cosiddette ecomafie, con riferimento al ciclo illegale dei rifiuti, del cemento e
alle agromafie;

se non intendano attivarsi per sollecitare il massimo impegno delle Forze dell’ordine e della
magistratura perché si faccia definitivamente luce sull’omicidio di don Cesare Boschin”.

  1. Ma nel Comitato ….Antimafia, ci sono anche i Sigg. Fazzone, Zottala,Del Balzo e Cusani?

  2. No perche’ volevo elogiare il loro operato .
    Sinceramente debbo dire che stanno lavorando bene per combattere la mafia.
    Al contrario della sinistra che anche se sta’ all’opposizione nulla propone contro questi problemi…

  3. è disgustoso vedere la mia città latina disprezzata e sempre al centro di ogni critica, purtroppo siamo stati per troppi anni e lo siamo tuttora in mano a incompetenti che non fanno il bene comune ma pensano solo a loro stessi.. povera mia città….. dove arriveremo?