Processo Goodyear, chiesti 1,5 milioni per ogni operaio morto

Inizia a Roma il processo d’appello per i morti tra gli ex operai della Goodyear di Cisterna. La prima sezione d’appello dovrà stabilire le responsabilità degli ex dirigenti già condannati a Latina a complessivi 21 anni di reclusione e al risarcimento dei danni.
Accusati di omicidio colposo e lesioni colpose plurime si trovano di fronte a 104 parti civili che si sono costituite nel processo concluso in primo grado il 1° luglio 2008 dopo circa settanta udienze.
Si tratta di ex lavoratori e familiari di operai dello stabilimento Goodyear di Cisterna di Latina, molti dei quali deceduti per tumori causati dall’ambiente di lavoro altamente insalubre per la presenza di amianto e altre sostanze tossiche con le quali i lavoratori convivevano ogni giorno, senza adottare le protezioni previste dalla legge.
Dopo la sentenza di primo grado ci sono state altre 22 morti sospette tra gli ex lavoratori tanto che il sostituto procuratore Gregorio Capasso ha aperto una terza inchiesta che focalizzerà l’attenzione sui decessi avvenuti nel 2011. L’inchiesta si è estesa anche ad altre persone, coinvolgendo altri dirigenti per un totale di 12 persone iscritte sul registro degli indagati. La prossima udienza davanti al Gup di Latina è prevista per la prossima settimana, il 21 febbraio.
I legali delle parti offese, intanto, hanno depositato i primi ricorsi al giudice del lavoro per la quantificazione del danno, con richieste che si avvicinano a un milione e mezzo di euro per ogni operaio deceduto. Le famiglie sono assistite dagli avvocati Luigi Di Mambro, Michela Luison, Mario Battisti, Luca Petrucci, Cristina Michetelli e Agrippina Porcelli.
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