CASO FONDI, FAZZONE: “IO, VITTIMA DI UN ATTACCO MEDIATICO”

23/05/2009 di

di GAETANO COPPOLA *

Si è difeso, ha attaccato, ha puntualizzato, ha ironizzato. Il senatore Claudio Fazzone ha accettato il confronto con la stampa locale davanti alle telecamere di Monitor, il programma di Egidio Fia in onda l’altra sera su Lazio Tv. Aveva parlato di complotto, il senatore del Pdl relativamente al “caso Fondi”.

Una tesi francamente insostenibile, visto che, se così fosse, coinvolgerebbe una vasta platea di persone, per altro non omogenee, e lui stesso ha precisato che il termine era stato usato impropriamente. «Più giusto definirlo attacco mediatico» ha detto il senatore, quasi sottintendendo che è lui il vero bersaglio di tutta la faccenda. Oltre due ore di faccia a faccia nel corso del quale l’ospite ha voluto dare una sua interpretazione del caso Fondi, riconducendolo ad un unico episodio, quello che poi ha dato lo spunto al prefetto Frattasi di insediare la commissione d’accesso al Comune. E cioè l’attività dell’assesore Riccardo Izzi, coinvolto e indagato per vicende “personali” nell’operazione Damasco e in diversi “tentativi” di favorire alcuni soggetti malavitosi all’interno dell’amministrazione pubblica, «tentativi – ha detto Fazzone mostrando gli atti – puntualmente respinti».

Per la verità un po’ poco per riempire le oltre cinquecento pagine della relazione della commissione che il senatore ha detto di non conoscere (ma sarà vero? ndr) e per giungere alla richiesta di scioglimento del Consiglio comunale formulata dal prefetto e dallo stesso ministro dell’Interno Maroni. Non si è parlato di di quelle “illegittimità gravissime quanto diffuse” puntualmente evidenziate dalla commissione d’accesso e che riempiono il voluminoso dossier. In ogni caso anche Fazzone ha sostenuto di auspicare una pronta decisione lasciando intendere che una volta che gli atti saranno pubblici si potrà passare alla controffensiva. Logico che il coordinatore provinciale del Pdl difenda il suo feudo elettorale. Ma è proprio per il fatto che la “sua” città sia stata messa sotto accusa (e che accusa!) lui parla di attacco alla sua persona e di una campagna mediatica in realtà condotta da un solo giornale.

E per avvalorare questa tesi ha esibito verbali e intercettazioni dei carabinieri raccolte durante le indagini per l’operazione Damasco nel quale Mario Izzi, padre di Riccardo, concorda con il quotidiano del suo “nemico” Giuseppe Ciarrapico, contro il quale si è scagliato più volte nel corso della serata, un’intervista per screditare proprio lui, intervista poi puntualmente pubblicata. Una guerra, questa tra Fazzone e Ciarrapico e Conte (che proprio l’altro ieri è stato sospeso salla carica di tesoriere del partito) ormai nota a tutti. La novità viene invece da due interrogazioni che Fazzone ha presentato a Maroni: la prima riguarda una “commissione di tre saggi” che lo stesso ministro avrebbe nominato per approfondire il lavoro della commissione d’accesso e che sarebbe giunta a conclusioni diametralmente opposte (cioè non scioglimento) ma del cui lavoro non ci sarebbe traccia (il complotto si allarga). La seconda relativa ai rapporti intercorsi tra la società di lavoro interinale Ge.Vi, bollati come “sospetti” al comune di Fondi ma non in quello di Gaeta, dove aveva operato all’epoca in cui lo stesso prefetto Frattasi era commissario prefettizio. (* Il Messaggero 23-05-2009)

  1. Incredibile…sempre le stesse parole da 15 anni a questa parte. “Complotto”, “Attacco mediatico”…basta.

  2. basta con questi complotti!!! lasciate stare queste situazioni che sono ben visibili alla luce del giorno!!cos