Al Karama, alcuni nomadi lasciano Latina

24/01/2012 di

C’è preoccupazione al Comitato provinciale della Croce Rossa di Latina per la vicenda di alcune famiglie Rom che nei giorni scorsi hanno deciso di lasciare il campo “Al Karama” dopo aver riferito dissidi con un altro gruppo di persone presente nella stessa struttura che addirittura chiede il pizzo ad alcuni ospiti del centro.

«Siamo preoccupati per l’impatto che questa storia con la sua evoluzione, cioè la partenza verso Roma di una parte consistente
della comunità con 23 bambini e le madri mentre altri 18 adulti uomini si trovano a spostarsi tra Cisterna e Latina in condizioni di
assoluta precarietà, potrà avere sui programmi d’integrazione che da tempo la Croce Rossa Italiana sta portando avanti nei confronti della  comunità Rom presente nella struttura pontina e che vedono protagonisti soprattutto i minori e le donne», ha riferito Giancarlo
Rufo, commissario provinciale CRI, il quale ha ricordato il forte impegno in questo settore portato dalla Sala Operativa Sociale CRI
con le Unità di Strada-Angeli Custodi, un servizio nato proprio dal Protocollo con Prefettura e Provincia in tema di emergenze sociali.

«I progetti riguardano in modo specifico l’assistenza socio-sanitaria a oltre 60 bambini, di cui 43 in età scolastica, attraverso il
monitoraggio della scolarizzazione grazie al rapporto con i singoli istituti e la disponibilità di continue visite mediche pediatriche.
Circa le donne del campo, invece, queste rientrano in un progetto di tutela della salute. Inoltre, vi è una collaborazione con il comitato
locale della Croce Rossa rumena di Vrancea per gli aspetti sociali legati alla presenza in terra pontina dei Rom», ha spiegato Daniele
Bruni, responsabile della Sala Operativa Sociale CRI.

«Attività complesse che stanno dando i loro frutti», ha rimarcato Giancarlo Rufo, «ecco perché auspichiamo che le Istituzioni
pubbliche e gli enti locali preposti a gestire per le loro rispettive competenze e responsabilità questa vicenda tengano conto di questo
lavoro per evitare che vada disperso». In ogni caso la Croce Rossa Italiana, ha concluso Rufo, «mette questa sua esperienza a disposizione delle Istituzioni, nel pieno rispetto dei doveri di associazione ausiliaria dei poteri pubblici che gli riconosce la legge, anche se continuerà ugualmente a lavorare tra la Comunità Rom nel rispetto del principio di indipendenza dai poteri pubblici che le Convenzioni ci riconoscono».

Infine, per meglio chiarire le attività della CRI nella fase acuta di questa emergenza si specifica che nel tardo pomeriggio di domenica
scorsa sono intervenute le Unità di Strada-Angeli Custodi per mediare con il gruppo Rom presente davanti al dormitorio comunale di Latina,  nonostante un primo contrattempo sulle comunicazioni.

Nella serata di ieri, invece, le Unità di Strada hanno contattato a Cisterna i 18 adulti uomini del gruppo che però hanno rifiutato il supporto di generi alimentari e altro. Nel frattempo, su richiesta del gruppo Rom la CRI ha avviato la procedura per il rimpatrio assistito. Per coloro che resteranno eventualmente a Roma saranno avviati contatti con il Comitato locale CRI della Capitale per garantire la continuità dell’assistenza.

  1. Ma quale assistenza cacciate via questi LADRI a calci nel sedere