Fanti: “Il dormitorio funziona”. Vertice in prefettura sui rom di Al Karama

24/01/2012 di
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«L’emergenza freddo è stata affrontata con responsabilità dall’amministrazione comunale che, grazie al prezioso aiuto delle associazioni, è riuscita a dare una risposta immediata ai senzatetto della città, in attesa dell’apertura del centro di accoglienza notturna permanente. Per quanto riguarda proprio la nuova struttura, al momento non è stata ancora consegnata all’assessorato ai servizi sociali a causa di alcuni ritardi negli allacci. Noi stiamo comunque provvedendo alla scelta dei materiali». Lo afferma l’assessore ai servizi sociali del Comune di Latina, Patrizia Fanti, che – focalizzando ancora una volta l’attenzione sul valore della persona – traccia un bilancio delle utenze e dei servizi offerti presso il dormitorio provvisorio nei locali dell’ex Consorzio.

«Nelle notti più fredde – spiega Fanti – sono state oltre 30 le persone ospitate. Per la maggior parte si tratta di uomini, provenienti soprattutto dalla Romania, ma anche dal Marocco, India, Tunisia, Bulgaria, Polonia, Ucraina, Francia, Kossovo, Serbia, Algeria e dalle altre regioni italiane. Grazie all’Anfe sono stati dati loro degli abiti puliti e, in collaborazione con la Saman, è stato reso possibile il servizio doccia. La colazione è stata offerta tutte le mattine nei locali dell’ex Consorzio mentre la cena è stata servita presso la mensa cittadina gestita dalla Caritas e finanziata, fino al 2011, dall’amministrazione comunale con fondi regionali. Dal 2012, poi, i fondi sono erogati direttamente alla Caritas regionale dall’assessorato ai servizi sociali della Regione Lazio. Non solo. Abbiamo fornito il servizio di ascolto con la presenza di assistenti sociali e operatori del settore e, insieme alla Asl, sono stati rilasciati dei tesserini per gli stranieri temporaneamente presenti sul territorio ai quali sono state offerte anche delle visite gratuite con accompagnamento».

Un lavoro di rete a tutti gli effetti. Quattro cittadini italiani sono stati accompagnati presso il Servizio Sociale Professionale del Comune di Latina per attivare un progetto di intervento individualizzato; un invio presso il centro diurno della Saman di Latina e successiva attivazione di un percorso riabilitativo presso il Ser.T. del capoluogo. Previsto infineun progetto di aiuto che prevede l’invio presso il Dipartimento di Salute Mentale della Ausl di Latina.

«Ancora una volta le associazioni hanno fornito un supporto fondamentale a fronte di un piccolo rimborso spese – conclude l’assessore Fanti – Per questo vorrei ringraziare il Gruppo Soccorso Pontino, il Club Alpino Italiano-Latina, Aps Angeli, la Croce Rossa Italiana, Le Ali Solidali, l’ANC e infine la Caritas. I tempi che viviamo ci impongono una riflessione sempre più attenta e approfondita sulle tematiche sociali e si rende necessaria la creazione di una figura professionale specifica, quella dell’operatore delle problematiche di marginalità sociale, al quale è dedicato un corso di 36 ore, suddivise in 4 moduli, per affrontare gli aspetti sociologici della marginalità, le conoscenze delle risorse del territorio, fornire nozioni di medicina, pronto soccorso, igiene, tossicologia e psicologia».

Tutti dal Prefetto per la vicenda nomadi. Intanto il Prefetto D’Acunto ha convocato Regione, Provincia, Comune e forze dell’ordine per oggi alle 11. Chi ha denunciato le vessazioni ad Al Karama è rimasto abbandonato a se stesso, la gestione del centro è sotto accusa ma la situazione non cambia. Tanti gli aspetti da chiarire dopo le denunce e, soprattutto, dopo che sono stati lasciati in mezzo a una strada i nomadi l’altra sera. Ieri si sono sistemati nei pressi della stazione di Cisterna, è il posto più vicino alle aziende agricole nelle quali lavorano, ma donne e bambini li hanno mandati da alcuni parenti a Roma. «Temiamo per loro, chi ci minaccia non scherza».

Critiche dalla Federazione di sinistra e da Sinistra per Latina alla situazione che si è creata domenica quando i rom sono rimasti per ore davanti al dormitorio di Latina senza poter accedere alla struttura ritenuta non idonea ad ospitarli.