VASCO ROSSI: “LA GENTE DI LATINA E’ STUPENDA”

13/06/2007 di
di GAETANO COPPOLA *

Vasco non
si sottrae all’abbraccio di Latina. I suoi fans lo inseguono, lo
attendono, lo braccano ormai da una settimana. E lui, sotto lo sguardo
vigile della sicurezza, quando è a contatto con la gente si ferma,
stringe mani, accetta di farsi immortalare per la foto ricordo. «E’
bellissimo, è la forza della musica che unisce, Latina è stupenda».

 
Esaurito il bagno di folla fuori dall’Hotel Europa, entra nella saletta
riservata mentre alzano “a palla” le casse dell’impianto stereo che
trasmette le note de “La compagnia”. Urla felicita…aa…aaa e
saluta uno per uno i giornalisti. «Mi emoziona di più stare con voi che
sul palco. Ho preparato degli appunti… sennò mi dimentico quello che
vorrei dirvi…».
 
E’ soddisfatto Vasco. «Non basta poco – dice –
produrre uno spettacolo rock come questo: oltre 15 milioni di euro. Ma
se si vuole reggere il confronto con le grandi produzioni
internazionali bisogna fare le cose alla grande. Solo che noi, che
siamo più bravi, ammortizziamo i costi in nove date, loro in cento».
Vasco se la prende con la pirateria «E’ un furto» e non vale l’alibi
del prezzo di un cd «I jeans firmati costano poco?».
 
Attacca lo
strapotere della musica angloamericana esportata, dice, sulla punta
delle baionette e non sempre di qualità. Ma il rock italiano all’estero
non ci va, radio e tv lo ignorano. «E io parlo italiano, mangio
italiano e canto in italiano. All’estero ci vado in vacanza. Però
adesso posso togliermi la soddisfazione di vedere all’Heineken Jammin’
Festival di Mestre il mio nome scritto più grande di quello di altri
gruppi stranieri».
 
E veniamo al concerto di stasera. Non c’è un
nuovo album da presentare, «Il disco volante (lui lo chiama così)
uscirà prima o poi. Io sono pronto». Questo tour quindi sarà, come dice
Vasco, un’opera rock. «Ho voluto ripercorrere la mia vita musicale
attraverso le canzoni. Nuovi tasselli, episodi di una vita che cambia.
Il difficile è stato escludere dalla scaletta brani come Senza parole e Ogni volta,
ma più di 20-30 pezzi non posso fare».
 
Sarà interessante riascoltare
pezzi di oltre vent’anni fa quando «scrivevo delle robe pensando di
fare rock. Ora con la band migliore del mondo che ho, quelle stesse
canzoni sono diventate rock vero e sono sempre attuali. Le mie canzoni
vengono dal cuore, esprimono i miei stati d’animo sinceri, scomodi,
provocatori. Devo smuovere le coscienze che dormono».
 
E allora la
scaletta dopo un prologo con la Cavalleria Rusticana di Mascagni
comincerà con Basta poco, Cosa c’è, e poi Voglio andare al mare, Lunedì, Vivere una favola, La Compagnia, Vivere, un medley con Domani sì, adesso no, Streghe, Cosa vuoi da me, Delusa… Ci sarà anche un inedito, un secondo anticipo, dopo Basta poco e La Compagnia, del nuovo album.
 
Dietro
Vasco c’è una enorme gigantografia del palco illuminato, immenso.
«Rappresenta una città invasa dalla giungla, la civiltà assediata dalla
inciviltà dove vive gente comune ostaggio di pochi estremisti che
voglio imporre le loro idee, le loro fedi. C’è una confusione di idee,
leggi, comunicazioni, valori, religioni. Solo la musica unisce, aggrega
e consola. E’ un bene di tutti e quando negli stadi c’è la musica rock
si vive un rito laico straordinario. Non c’è paura ma solo la gioia di
stare tutti insieme e provare emozioni».
E chi ha in tasca il prezioso biglietto quelle emozioni le proverà stasera. «Parola di Blasco». (* Il Messaggero, 13-06-2007)