Giovani e droga, responsabile Il Gabbiano: “Tassello debole è la famiglia”

15/01/2012 di
Ragazzo che si droga nel cascinale

Gentile redazione,

le storie di adolescenti che cadono nella droga emerse a margine degli arresti avvenuti nei giorni scorsi a Latina, nella loro drammaticità e gravità, hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica una problematica che da anni cerchiamo di combattere con lo strumento da noi ritenuto più idoneo: la prevenzione.

Ci occupiamo di prevenzione dal 2005, sia nelle scuole primarie che secondarie, attraverso progetti regionali insieme ad altre realtà che operano nel sociale. Se all’inizio la disinformazione intorno allo strumento delle prevenzione aveva portato a sottovalutare la problematica, oggi le richieste di intervento nei confronti delle cooperative ed associazioni che operano in questo settore, da parte dei dirigenti scolastici, degli assessorati ai servizi sociali, delle Asl etc, sono divenute una realtà consolidata e sempre all’ordine del giorno nei loro programmi di intervento. L’importanza di questo strumento, di fatto, è stata recepita a tal punto dalle istituzioni, che le stesse hanno dato vita ad una rete locale che opera in piena sinergia ed efficienza.

L’unico tassello ancora debole è quello della famiglia; famiglia intesa in senso lato: non composta solo da padre, madre e fratelli, ma anche dal vicino di casa, dal compagno di banco, dall’amico di discoteca, dal parroco etc. Purtroppo ad oggi tutti gli interventi che sono stati messi in campo per coinvolgere per lo meno all’interno delle scuole le famiglie dei ragazzi sul tema della prevenzione, sono stati quasi completamente ignorati. Manca una presa di coscienza che, nel momento in cui c’è stata, ha portato a risultati significativi. Esempio la significativa sensibilità del parroco di Borgo Sabotino, che con il suo impegno ha portato ad una presenza massiccia di genitori nei colloqui di counseling presso il nostro centro di ascolto, dopo le segnalazioni avvenute lo scorso anno della presenza di usatori di sostanze stupefacenti presso l’istituto scolastico del borgo.

Manca l’ascolto attivo da parte degli adulti di riferimento dunque. I ragazzi vogliono essere soltanto ascoltati. E questa carenza può essere compensata solo attraverso la massima sensibilizzazione rispetto a questa problematica da parte di tutta la collettività.

Come? Occorre dare degli strumenti mirati, come ad esempio i colloqui di counseling per le famiglie e gli adolescenti, informazione e formazione nelle scuole, nei centri di aggregazione fino ad arrivare alla strada. Questi interventi vengono già svolti dalle realtà che operano nel privato-sociale , come la nostra cooperativa con il progetto ‘Parliamone insieme – centro di ascolto per le famiglie’ o l’Astrolabio, con il progetto ‘Unità di strada – Il Grande Carro’ o la Saman con progetti mirati alla prevenzione delle dipendenze da gioco. Lo strumento esiste dunque, manca il supporto di chi deve spingere i ragazzi ad utilizzarlo… che siano i propri figli o fratelli o amici.

Patrizia Liotta

responsabile progettuale de Il Gabbiano

  1. Dovrebbe, il gabbiano, ad essere, meno politicizzato, strumentale e demagogico, ma per lorio è impossibile staccarsi da un’ottica , Di Giorgiana, Cirilliana, Cusaniana, ed non essere funzionale come serbatoio di voti visto con occhio benevolo da chi si fa strumentalizzare.
    Ma ciò è impossibile.

  2. La politica gestisce alla grande Clientele di tutti i tipi compreso quelle ke hanno parvenza di altruismo. Abbasso il grande pelato e la cricca dei suoi gregari.

  3. Chiamate i 4 del pd De Marchis il principe della coerenza ,zuliani,il nulla ,porciari e sarubo aria fritta

  4. Moscardelli altro livello e de Marchis un giovane vecchio e senza valori se non i suoi personali.Gli altri 3 non li conosco

  5. Grande problematica l’ascolto in famiglia, oggi si assiste -quando va bene- allo spettacolo di tre/quattro individui che utilizzano la casa per mangiare (neanche insieme) e dormire (ad ore diverse naturalmente), giocando al PC o cellulare o guardando la TV: non ci si parla più, anarchia assoluta, i genitori non fanno i genitori e concedono troppo, il risultato è la disgregazione naturale del nucleo familiare

  6. Cara Patrizia, un fascista o una fascista vuole legge e ordine, non contempla il comprendeerè, la vostra è solo demagogia, quando quel prete prenderà veramete posizione sulla vera piaga di questo teritorio la criminalità, ed esprimerà parole vere di condanna allora siete credibili. Il prete di Borgo Santa Maria in un’intervento assembleare ha puntato il dito contro chi ha deifende i più deboli, perchè secondo lui ghettizzati. IQuesto concetto spiega tutto, il succo della carità cristiana, sono i soldi. E’ pazzesco di pretendere di insegnare a vivere agli altri avendo come modello Berlusconi, cicchitto, Gasparri, Fazzoe, Cusani, Di Giorgi. Ma non siamo ridicoli.

  7. Disincantato,se dobbiamo prendere esempio da de Marchis,allora, siamo alla frutta secca.

  8. Il fascismo è consegnato alla storia, il quel momento non èrano, in Italia, possibili altre chanches, provenivamo da un feudalesimo millenario, una monarchia che tutelava solo una parte degli Italiani ( quelli del Nord).
    Il brigantaggio era un ricordo ancora vivo nel sud italia come ribellione a un governo iniquo.
    Ora quelli che si definiscono “di destra” o “fascistri” sono solo dei millantatori, sono solo opportunisti che cercano di carpire la buona fede di una parte della popolazione.
    E’ disonesto anche definirsi comunisti,( i relativi partiti sono ormai tramontati) o progressisti o partigiani, perchè sono definizioni usate ad Hoc per carpire la buonafede di altre persone che si riconoscono negli antagonisti del movimento sopra citato ma che non esiste più.
    Sarebbe come dire che Berlusconi (o di giorgi) è guelfo e che Bersani (o ghibellino) la valenza è la stessa…
    Assurda e fuori tempo.

  9. Errata corrige: “Sarebbe come dire che Berlusconi (o di giorgi) è guelfo e che Bersani (o moscardelli) Ghibellino, la valenza è la stessa”…