DROGA, SOTTO PROCESSO A RAVENNA EX CARABINIERE DI LATINA

Un giro di droga in un’ex fabbrica di Ravenna, la Callegari, messo in piedi tra il 1998 e il 2002, nell’ambito del quale alcune partite di stupefacente sarebbero state scambiate con cinque pistole sottratte dalla caserma dei carabinieri. È il nucleo dell’accusa formulata dal Pm Cristina D’Aniello che stamattina ha visto nove persone comparire di fronte al Gup Anna Mori del Tribunale di Ravenna per la prima delle cinque udienze preliminari programmate fino a inizio luglio. 

Si tratta di quattro carabinieri tutt’ora in servizio (originari delle province di Roma, Lecce e Rovigo), di un ex carabiniere (di Latina), di un agente di polizia penitenziaria (originario di Roma), di una guardia giurata (di Ravenna) e di due pusher tunisini (due fratelli). Le accuse, a vario titolo, sono di falso ideologico, peculato, spaccio, ricettazione, estorsione e concussione. A parte per l’ex militare – C.C. di 46 anni – per il quale il Gup, eccependo il difetto di notifica sollevato dalla difesa, ha riconsegnato gli atti al Pm, per uno dei due tunisini l’intezione è di patteggiare, uno dei carabinieri va verso l’abbreviato, mentrenessuno degli altri sei ha per ora manifestato l’intenzione di chiedere riti alternativi. I militari – secondo le indagini – avrebbero sfruttato i due fratelli tunisini – Lofti e Radhovan Brinis di 35 e 38 anni – che controllavano lo spaccio in zona ex Callegari. La mente di tutto sarebbe C.C., ex vicebrigadiere e già accusato nel 2001 di assumere droga. I colleghi si sarebbero limitati a reggere il gioco. In particolare C.C., in ragione delle informazioni antiretata che passava ai tunisini, avrebbe percepito un fisso bisettimanale. L’ex vicebrigadiere inoltre avrebbe usato l’auto di servizio per trasportare droga. E avrebbe pure picchiato un rivale in spaccio dei due in cambio del pestaggio di un tossico che lo aveva denunciato.