CASA, NEL LAZIO CROLLANO I PREZZI MA A LATINA NO

06/03/2009 di

Aumenta il bisogno di abitazioni a costi sostenibili e crolla la capacità di acquisto. E così per molte famiglie nel Lazio, la casa è un bene inaccessibile. È la fotografia scattata da uno studio del Cresme Ricerche, sulla questione abitativa nel Lazio presentato al convegno «Il ruolo della Cooperazione per una politica sociale della casa», organizzato da confcooperative-Federabitazione Lazio, alla presenza del sindaco di Roma Gianni Alemanno e dell’assessore alle politiche della casa della Regione Lazio, Mario Di Carlo.

«Nel Lazio – osserva Carlo Mitra, presidente di Confcooperative Lazio – 47 mila famiglie non sono in grado di acquistare o affittare una casa a costi sostenibili. Si evidenzia che più del 30% di queste è costituito da giovani coppie. Il disagio che ne deriva travalica l’aspetto economico e si ripercuote sulla coesione dell’intero sistema sociale, in termini di negazione del fondamentale diritto alla casa». Si definisce quindi una nuova e forte segmentazione e differenziazione sociale della domanda che si riversa sul mercato chiedendo risposte sostenibili. Ai bisogni derivanti dai mutamenti demografici, vanno aggiunti poi quelli legati alla forte e spesso incontrollata espansione delle aree suburbane e metropolitane «un fenomeno – sottolinea Mitra – che reclama attenzione e risorse in termini di servizi alle persone e al territorio, gestione degli spazi e la creazione di reti della mobilità efficienti». Secondo la ricerca, l’emergenza abitativa in atto investe le persone, le famiglie, il sistema sociale e quello produttivo. La domanda di abitazioni è crollata: a fronte di una forte necessità di alloggi a costi sostenibili, sia in proprietà che in locazione, la possibilità di accesso al bene-casa è drasticamente diminuita.

«La domanda nel settore abitazione non accenna a riprendere quota, nonostante il significativo calo dei prezzi (-10% a Frosinone, -6,5% a Viterbo, -5,5% a Roma e solo -0,5% a Latina). Segno che la crisi economica è solo un aspetto del problema, sul quale pesa ormai in maniera insostenibile l’inadeguatezza di politiche abitative incapaci di rispondere a delle tipologie di »consumatori« »profondamente mutate«, sottolinea Luigi Di Fazio, Presidente di Federabitazione Lazio. Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, bisogna approfittare della crisi per intervenire sull’emergenza abitativa. »Questo è il momento giusto – ha spiegato Alemanno – perchè la crisi in atto e il costo del denaro molto basso offrono delle opportunità di cui bisogna approfittare. Se ci muoviamo in breve e definiamo con chiarezza i passaggi possiamo andare in 2 anni alla consegna delle prime case, non è un obiettivo irrealizzabile«. Alemanno sottolinea la necessità di »aprire un tavolo di confronto tra Comune di Roma e Regione Lazio per elaborare un piano casa«. Per fare fronte ad una emergenza abitativa così grande per il sindaco »bisogna individuare aree extrastandard pubbliche o private. Aree non edificate che hanno attorno altri palazzi e infrastrutture che permettono di edificare subito senza dover espandere la città o ricorrere ad aree di riserva«, come l’Agro Romano. Dal canto suo Di Carlo ha ribadito le tre linee di intervento attuate dalla Regione per far fronte all’emergenza abitativa: il sostegno all’edilizia agevolata per gli affitti calmierati, le cartolarizzazioni degli immobili degli enti previdenziali e il sostegno a chi non riesce a far fronte ai mutui stipulati.