MORTO FAUSTO TARSITANO, UNO DEGLI AVVOCATI DEL PROCESSO DEL CIRCEO

21/02/2009 di

È morto questa mattina in una clinica romana l’avvocato Fausto Tarsitano, legale storico della Cgil, del quotidiano L’Unità, e protagonista dei più importanti processi del secondo dopoguerra tra i quali quello per il massacro del Circeo. Tarsitano aveva 81 anni.  La camera ardente è stata allestita nella clinica Pio XI, dove era stato ricoverato tre mesi fa.


La cerimonia funebre sarà celebrata lunedì, alle 12, nell’aula Occorsio del tribunale di Roma in Piazzale Clodio. Calabrese (era nato a Roggiano Gravina il 18 dicembre del 1927), Tarsitano è stato protagonista di moltissimi processi che hanno fatto la storia dell’Italia. Difensore di Donatella Colasanti per lo stupro del Circeo, nel collegio di difesa di Pietro Valpreda per Piazza Fontana, legale della vedova del brigadiere Lombardini nel processo 7 Aprile che portò alla condanna di Toni Negri. È stato difensore in numerosi processi contro ex partigiani, come quello contro i gappisti Rosario Bentivegna, Carla Capponi e Pasquale Balsamo, per i quali respinse l’amnistia, riuscendo a ottenere nel ’99 in Cassazione il riconoscimento della natura di atto di guerra dell’azione di Via Rasella. Ha partecipato anche a numerosi processi contro boss della Mafia, della Camorra e della ‘Ndrangheta. Ed è stato l’avvocato delle famiglie degli agenti di scorta trucidati in via Fani in tutti i processi Moro. Tarsitano è stato anche l’avvocato a cui Armando Cossutta affidò nell’aprile del 2000 la querela contro Silvio Berlusconi, con una richiesta di 100 miliardi di lire di risarcimento, per aver detto a »Porta a Porta« che l’allora presidente del Pdci aveva gestito fino a pochi anni prima un’organizzazione armata in Italia: vicenda conclusasi due anni dopo con la ritrattazione di quell’accusa e il pagamento di un risarcimento simbolico di 1 euro. Prima di diventare avvocato, Tarsitano ha conosciuto anche la condizione di imputato: avvenne quando, giovanissimo, partecipò nella sua Calabria alla stagione delle occupazioni delle terre, subendo per questo una condanna di cui è sempre stato estremamente orgoglioso.