‘Ndrangheta, sequestri della Dia anche a Sabaudia

17/10/2011 di
dia_agente_antimafia

Società operanti a Roma nel settore immobiliare, edilizio, una anche in quello dei servizi aeroportuali allo scalo di Fiumicino, ed un palazzo a
due passi da San Pietro che ospita un teatro, il Ghione, molto conosciuto nella Capitale. Un patrimonio ingente, stimato in 110 milioni di euro, al quale gli uomini della Dia di Reggio Calabria hanno messo i sigilli.

Un «tesoro» riconducibile a Federico Marcaccini, alias «pupone», immobiliarista romano di 34 anni con interessi anche nel settore ambientale e del commercio di autovetture. Un imprenditore, però, che secondo l’accusa è legato ai narcotrafficanti ed alla cosche di ‘ndrangheta che trattano partite di cocaina per centinaia di chili
alla volta con i narcos sudamericani. E proprio con questa accusa, Marcaccini era stato sottoposto a fermo nel novembre del 2010 nell’operazione Overloading, coordinata dalla Dda di Catanzaro contro una organizzazione di trafficanti in cui spiccava il ruolo di Bruno Pizzata, collegato, per l’accusa, alla cosca Pelle di San Luca.

In questo contesto, Marcaccini, per gli investigatori, era colui che finanziava l’organizzazione ed era in contatto non solo con Pizzata, ma anche esponenti del clan Pelle come Sebastiano, Antonio e Giuseppe. Per questo il 5 dicembre scorso il gip di Catanzaro emise nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma il Tribunale del Riesame, il 19 gennaio 2011, ha disposto la sua scarcerazione.

La Dia reggina, però, ha voluto approfondire la posizione del giovane imprenditore che al fisco, secondo quanto accertato, dichiarava poche decine di migliaia di euro di reddito, ma viaggiava in Porche e Ferrari e aveva una ventina di società. Il quadro che hanno dipinto gli investigatori della Dia ha portato il Tribunale di Roma, al quale il direttore Alfonso D’Alfonso ha presentato la richiesta di sequestro, a scrivere nel proprio provvedimento: «Marcaccini è da ritenere soggetto coinvolto in contesti di criminalità organizzata dedita al traffico di sostanze stupefacenti, ed è altresì da ritenere che, anche attraverso aziende da lui direttamente o indirettamente gestite, ha fornito supporto finanziario e di copertura all’illecita attività».

Dalle indagini è emerso che nel 2008 e 2009, l’imprenditore ha acquistato immobili per decine di milioni mentre, dalla seconda metà del 2009, ha disimpegnato partecipazioni sociali che gli facevano capo con l’intestazione fittizia a prestanome.

È così scattato il sequestro che ha interessato il patrimonio aziendale e le quote sociali di 31 società, di cui 25 a Roma, quattro in provincia di Roma e due a Latina operanti nei settori immobiliare (20), edilizio (4), ricerca e sviluppo nei comparti ambientale e tecnologico (3), commercio autovetture (3) e gestione servizi aeroportuali (1); disponibilità finanziarie per 1,5 milioni di euro, orologi e monili di valore.

Tra i beni societari, oltre all’immobile dove ha sede il teatro Ghione, gestito da una società totalmente estranea alla vicenda e che al momento continua regolarmente il suo programma di spettacoli, gli uomini della Dia hanno sequestrato immobili, garage e magazzini in strade centrali di Roma come via Cesalpino, via Ripetta, via Tuscia, via Leone Magno e via Santa Maria delle Fornaci, due alberghi, il Villa Kristina a Taormina (Messina) ed un altro in fase di realizzazione a Fabrica di Roma (Viterbo), oltre a due ville con parco annesso a Sabaudia.

  1. che notizia!provo a tradurre:tu italiano onesto e lavoratore mi raccomando compila il questionario istat che ti è arrivato altrimenti noi paladini della giustizia italiana ti multiamo con 2000 euro e non importa se hai figli e non sai come costruire un futuro a te e loro tanto noi della dia insieme allo stato italiano stiamo mettendo in ginocchio i clan,gli usurai,i trafficanti di droga,gli imprenditori che riciclano il denaro sporco,i politici collusi ma sopratutto le ricchezze che recuperiamo da questi sequestri li investiamo in gente onesta come te che nonostante oggi non riesce a pagare tutto quello che lo stato ti chiede non delinqui non ne sei capace perchè delinquenti si nasce…..

  2. Grazie alla DIA per quello che stà facendo e che lo andassero a dire al Re del Gran Ducato di Fazzonia ed al suo amico della Provincia che continuano a dire che non ci sono infiltrazioni mafiose in questa Provincia!!VERGOGNA!!

  3. il Re e il suo compagno non lo diranno mai, mica possono autodenunciarsi

  4. NON é vero la MAFIA o CAMORRA non ESISTONO in PROVINCIA DI LATINA, sono bugie falsità denigratorie riguardo al Senatore e Presidente due persone rispettabili e uomini d’onore!