La lettera/Ecco perché l’università deve restare a Latina

05/10/2011 di
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di Andrea Fabbri *

Scelta tecnica o politica? Questo è il dubbio che si insinua nei pensieri di chi in questi ultimi giorni legge ed ascolta le molte opinioni espresse sulla volontà di trasferire l’attività clinica della Facoltà di Medicina in strutture localizzate nel Sud-Pontino.

Nei giorni scorsi si è parlato di muovere soltanto l’attività tirocinante nel presidio sanitario di Terracina, tuttavia risulta evidente che tale azione richiederebbe l’immediato trasferimento anche della parte didattica ad essa connessa. Immaginare rapidi spostamenti degli studenti tra Latina (dove saranno tenute le lezioni) e Terracina (dove invece si svolgeranno le attività cliniche) è impensabile, inoltre una simile soluzione provocherebbe gravi disagi.

Ne consegue pertanto che l’intento politico, di cui si è tanto discusso, non è quello di risolvere il problema della cattiva convivenza tra Sapienza e ospedale “Santa Maria Goretti” relativa all’attività di tirocinio, ma quello di spostare l’intera Facoltà di Medicina.

Analizzando le numerose opinioni, tuttavia, sono sempre stati tralasciati gli aspetti tecnici e logistici della questione.

La collocazione della Facoltà di Medicina nell’area Nord-Pontina è dettata innanzitutto da un fatto puramente logistico. Il Comune di Latina e i sette comuni confinanti comprendono un bacino demografico che costituisce circa il 54% dell’intera popolazione della Provincia, di cui solo il Comune di Latina raccoglie una porzione pari circa al 22%. Inoltre, la ravvicinata presenza dei Comuni di Anzio e Nettuno, seppur non facenti parte della Provincia di Latina, contribuisce ad incrementare notevolmente il suddetto carico demografico, spostando sempre più il baricentro provinciale verso il Comune di Latina.

Il trasferimento in oggetto comporterebbe inoltre un impatto economico sulle casse pubbliche non trascurabile. Ad oggi, ingenti sono gli investimenti effettuati dalla Sapienza e dal Comune per rendere agibile e funzionale la struttura in cui attualmente gli studenti frequentano le lezioni. Spostare l’attività didattica in una nuova sede, equivarrebbe pertanto ad un enorme dispendio di risorse in quanto da un lato si dovrebbero investire altri fondi per rendere idonee all’attività didattica e di tirocinio realtà non predisposte ad accogliere docenti, ricercatori e studenti; dall’altro l’abbandono della struttura comporterebbe la necessità di destinare gli immobili ad attività diverse al fine di evitare che essi cadano in disuso rendendo quindi vani gli investimenti fino ad ora sostenuti.

Inoltre nel territorio del Comune di Latina sono presenti strutture ospedaliere alternative al “Santa Maria Goretti”, con aree destinabili ad attività di ricerca e di tirocinio, oggi inutilizzate. L’impiego di queste strutture consentirebbe la valorizzazione di risorse pubbliche già esistenti e si eviterebbero allo stesso tempo ulteriori inutili dispendi di denaro.

Se poi è vero che l’unione fa la forza, come insegnano le altre realtà universitarie presenti sul territorio nazionale, è certamente necessario mantenere la struttura all’interno di un unico polo che garantisca agli utenti un’offerta formativa varia ed in grado di offrire vantaggi anche alla comunità che la ospita. Isolare un elemento dal gruppo non porterebbe alcun beneficio, al contrario contribuirebbe al disfacimento degli altri. Sotto questa prospettiva sono state numerose le battaglie sostenute da studenti e docenti per far sì che l’ l’organizzazione universitaria nel Comune di Latina rimanga solida e compatta; un eventuale trasferimento renderebbe vano lo sforzo sostenuto.

L’azione politica del territorio, pertanto, non deve mirare alla disgregazione delle realtà esistenti, con risultati controproducenti dal punto di vista economico e sociale, ma al contrario deve essere volta al loro potenziamento, valutando proposte e soluzioni fondate su considerazioni tecniche e logistiche, che siano vantaggiose per la comunità e per l’intero territorio. Favorire lo sviluppo dell’Università creando un nucleo compatto ed evitando la frammentazione, significa valorizzare il territorio in termini di risorse umane ed economiche, con benefici per l’intera collettività.

 * Presidente dell’Associazione “Latina Adesso” e dell’Università “Sapienza” di Roma

  1. Sorvolo sui commenti di chi ha voluto spendere anche troppe parole sulla firma del comunicato, senza pensare che potrebbe trattarsi di un refuso da parte di chi all’interno della redazione del giornale online ha voluto ri-arrangiare il testo (ed è così, perchè sono in copia all’email che l’ha visto partire)..

    Non rispondo neanche a chi ha voluto trovare nel comunicato un contenuto politico e demagogico, che sinceramente non vedo!

    Mi soffermo invece sulla bontà delle intenzioni e dei dati che leggo..

    Non mi limito ad intendere la presenza della struttura universitaria a Latina come un mero motivo di vanto per la Città, ma vado oltre ed invito a considerare tutte le implicazioni economiche che derivano dall’accentrare qui in zona un bacino di studenti potenzialmente così vasto!

    Per quanto riguarda la Facoltà di medicina, conoscendo numerosi studenti che ormai si sono avviati con grande risultato verso le più disparate specializzazioni, con tutta sincerità non capisco quali dubbi e quali rimostranze si possano avanzare verso una tale dimostrazione di eccellenza!

    In conclusione, riporto la notizia dell’approvazione della mozione presentata in Consiglio comunale circa il mantenimento della Facoltà qui a Latina, con una limitazione dei doppi incarichi dei medici all’interno della struttura universitaria ed ospedaliera (che è stato uno dei motivi scatenanti della polemica)!

    Continuiamo a lavorare seriamente per migliorare quello che abbiamo intorno e concentriamoci su critiche costruttive!