Un ciclista pontino tra le contestazioni al Giro della Padania

07/09/2011 di
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La Padania non esiste, ma il “Giro della Padania” sì. E a correre c’è anche un ciclista pontino, Simone Campagnaro, 25 anni di Sezze. Ieri si è trovato nel bel mezzo di una contestazione che è sfociata in tafferugli.

Le polemiche che hanno accompagnato la vigilia della corsa, ideata dalla Lega ma riconosciuta dalla Federciclismo, sono proseguite anche in occasione della prima tappa. Da Paesana, nel Cuneese, a Laigueglia, in provincia di Savona, tra il tentativo di bloccare la gara attuato alla partenza da militanti del Prc, dove è persino rimasto ferito un poliziotto, agli striscioni di protesta che hanno accolto i ciclisti in Liguria.

Il successo di Sacha Modolo, giovane trevigiano di Vazzola che corre per la Colnago, passa così in secondo piano. A vincere, al via come al traguardo, sono le contestazioni, che trasformano un momento di sport in agone politico. “Rossi” contro “verdi”, con in mezzo i 198 ciclisti che devono affannarsi, oltre che sui pedali, a riportare tutto sul piano sportivo. Ma è ovviamente impossibile. Un rischio che probabilmente avranno valutato nel momento in cui hanno deciso di partecipare a una gara promossa dalla Lega Nord.

«Siamo qui per correre, siamo degli atleti», puntualizza al traguardo Ivan Basso, due Giri d’Italia in bacheca e tanta amarezza sull’arrivo davanti al mare del Golfo Paradiso. «Ci hanno urlando “andate a lavorare”, qualcuno ci ha anche spinto», racconta ricostruendo gli attimi della protesta a Paesana. Qui, a due passi dalle sorgenti del Po tanto amate dal Carroccio, militanti di Rifondazione Comunista, in testa il segretario nazionale Paolo Ferrero, hanno tentato di bloccare la gara.

Solo i primi tre corridori in fuga hanno evitato la protesta, gli altri sono stati costretti prima a fermarsi, per una trentina di secondi, poi a deviare il percorso per evitare il presidio organizzato davanti al municipio di Mondovì. Ad Alassio, la città che tanto ha fatto parlare di sè quest’estate per la decisione di rimuovere il busto del napoletano Totò, un’altra doccia fredda.

«Rallenta, la Lega porta male», «Lega Ladrona», «La Lega vi prende in giro», gli striscioni comparsi nella città del Muretto al passaggio degli atleti.

“Quando siamo passati nel centro abitato – racconta Simone Campagnaro –  abbiamo visto persone con gli striscioni e ad un certo punto si sono buttati in mezzo alla strada cercando di fermarci. Fortunatamente c’era molta scorta davanti a noi, i primi ad affrontare il problema, e siamo riusciti a passare pur rallentando la nostra corsa. Da corridore però questa situazione l’ho vissuta male perché si stava correndo in un evento sportivo. Se qualcuno ha qualcosa da dire, lo può fare senza cercare di danneggiare noi corridori che in quel momento siamo anche dei lavoratori, lì a fare il nostro lavoro”.

  1. se la padania non esiste (e sono ‘daccordo) anche il giro non ha senso di esistere! basta mezze misure incminciamo ad essere stufi. prendi posizione nella vita e non metterdi dove ti fa comodo al momento.