INCHIESTA SU ACQUALATINA, LA CASSAZIONE “BOCCIA” GLI ARRESTI

08/10/2008 di

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Latina contro la scarcerazione dei vertici di Acqualatina arrestati lo scorso gennaio. Si tratta di un duro colpo all’inchiesta pontina sui presunti illeciti della società che si occupa del servizio idrico. Gli arresti sono stati considerati “eccessivi” dai giudici romani che hanno così bocciato l’operato del pm Raffaella De Pasquale e della Procura di Latina.

Il 23 gennaio 2008 gli uomini della Guardia di Finanza arrestarono, su ordinanza del Tribunale di Latina, sei persone ai vertici di Acqualatina. Si tratta di Paride Martella – presidente della Provincia dal 1994 al 2004 con l’Udc, ex presidente di Acqualatina, poi passato all’Italia dei Valori; Silvano Morandi – amministratore delegato di Acqualatina; Raimondo Besson – ex vicepresidente della società e amministratore delegato di Sorical, che gestisce il servizio idrico in Calabria, consigliere d’amministrazione di Acea Ato2; Giansandro Rossi – primo amministratore delegato di Acqualatina; Bernard Cynà – amministratore delegato della società successivo a Rossi, in quota Veolia, socio privato di Acqualatina; Luis Marie Pons – ex consigliere d’amministrazione e rappresentante in Italia di Veolia.

Altre tre persone furono destinatarie di un decreto di interdizione dagli incarichi direttivi delle società. L’inchiesta – ancora aperta – ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica in appalti pubblici, truffa aggravata pe ril conseguimento di erogazioni pubbliche. L’inchiesta è coordinata dal pm Raffaella De Pasquale. L’ordinanza è stata firmata dal giudice Tiziana Coccoluto. Le ipotesi di reato sono riconducibili ai cosiddetti affidamenti “In House” ovvero agli appalti affidati a società appartenenti allo stesso gruppo di Acqualatina.Un pool di consulenti dell’accusa ha quantificato il danno erariale in 5 milioni e mezzo di euro. Gli appalti “In House” ammontano ad un totale di 15 milioni di euro. Ma le misure cautelari e le scelte della Procura di Latina sono state duramente bocciate dalla Cassazione.
 
  1. Mi sembra che invece l’inchiesta non sia in discussione. Se leggi l’articolo si riferisce solo alla misura cautelare: “La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Latina [b]contro la scarcerazione[/b] dei vertici di Acqualatina arrestati lo scorso gennaio”.

    Pi