Damasco, Aielli: “Non accetto bavagli”

Dopo la richiesta di sospendere il processo Damasco avanzata da alcuni legali che hanno invocato “il legittimo sospetto” nei confronti dei giudici di Latina, interviene Alessandro Aielli, citato nella vicenda perché fratello del giudice Lucia Aielli e perché in passato ha invocato la Dda a Latina.
L’intervento di Aielli:
Nessuna interferenza tra attività politica e processi: la giustizia segue un corso autonomo rispetto alla politica. Sono un avvocato ma mi occupo di diritto civile proprio per evitare qualsiasi interferenza sul piano professionale con i processi penali, figuriamoci sul piano politico.
Detto questo, però, non si può pensare di mettere il bavaglio a chi ritiene che il tema della legalità abbia un’importanza centrale, anche di tipo politico e sociale: per alcuni il problema della mafia e della criminalità organizzata in generale in provincia di Latina, evidentemente, o non esiste o non và toccato, nonostante la relazione del Prefetto Frattasi e la richiesta di scioglimento per mafia del Comune di Fondi arrivata fino in Parlamento e lì arenatasi.
La mia richiesta di istituire a Latina una sede della Direzione Investigativa Antimafia, non dovrebbe essere considerato un fatto negativo: i cittadini onesti dovrebbero sentirsi più tutelati ed è strano che qualcuno si meravigli.
Attribuisco, ora, una valenza differente all’atto vandalico che ho subito nel mio ufficio all’avvio della campagna elettorale per il Comune di Latina nello scorso mese di maggio, quando ignoti si sono introdotti nottetempo senza asportare nulla ma danneggiando tutto.
E’ un quadro inquietante, all’interno del quale si collocano anche altre forme di pressione che, a quanto mi consta, pure altri candidati in prima linea sul terreno del rispetto della legalità, non appartenenti a partiti politici, hanno dovuto subire sul posto di lavoro.
Alessandro Aielli
Coordinatore Provinciale di Alleanza per l’Italia
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