OMICIDIO SUOCERO DE ROSSI, ARRESTATI I PRESUNTI ASSASSINI
Lo avevano convinto a seguirli con la scusa di un altro colpo, rivelatosi poi una trappola che gli è stata fatale. Così Massimo Pisnoli, suocero del calciatore della Roma e della Nazionale Daniele De Rossi è stato ucciso.
I responsabili sarebbero due uomini che hanno esploso un colpo di lupara in pieno volto, che lo ha reso irriconoscibile. Forse uno sgarro, la violazione di regole interne alla malavita organizzata, tra i motivi alla base dell’esecuzione, avvenuta lo scorso 7 agosto nei pressi della stazione di Campoleone, alla periferia di Aprilia, ma sul movente gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo. Esecutori materiali dell’omicidio, come riferito durante la conferenza stampa tenutasi stamani presso il comando provinciale dei carabinieri di Roma in piazza San Lorenzo in Lucina, Gabriele Piras, 48 anni, di origini sarde, e Giuseppe Arena, 40enne palermitano, entrambi pluripregiudicati per rapina, spaccio di droga, detenzione di armi e reati contro il patrimonio. I due sono stati arrestati due giorni fa. Pisnoli, come spiegato dal procuratore aggiunto e dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Roma, Giancarlo Capaldo e Carlo Lasperanza, sarebbe stato ucciso nell’ambito di un ampio contesto criminale della capitale, le cui sanguinose dinamiche ricordano nientemeno che la famigerata banda della Magliana.
Gli autori dell’omicidio di Pisnoli, che hanno parzialmente ammesso le proprie responsabilità, avevano partecipato con il suocero di De Rossi ad una rapina avvenuta lo scorso 31 luglio presso la banca di Credito cooperativo di Roma, in zona Divino Amore. Pisnoli, insieme a un complice, aveva portato via 9.600 euro, mentre Piras e Arena avevano garantito loro la via di fuga. Contrasti non meglio specificati, forse precedenti alla rapina stessa, avrebbero determinato al condanna a morte del suocero del noto calciatore romano, 48 anni. I carabinieri di Roma, dopo aver rinvenuto il corpo di Pisnoli l’11 agosto scorso, sono riusciti a risalire al complice della rapina, F. A. un 30enne romano incensurato, arrestato dai carabinieri lo scorso 6 settembre. Il fermo ha permesso di capire le altre frequentazioni di Pisnoli: di qui le indagini si sono concentrare su Piras e Arena. Dopo una serie di pedinamenti e controlli, i militari dell’Arma hanno individuato un garage in via della Pisana, in cui erano nascoste le armi utilizzate per altre rapine. Tra essi sono stati sequestrati tre pistole, un kalashnikov, un silenziatore per pistola, due detonatori, una miccia detonante, 60 grammi di esplosivo al plastico, carte di identità falsificate e in bianco, uniformi e distintivi di guardie giurate, un fucile a pompa e un fucile modificato a canne mozze calibro 12, una ‘luparà, probabilmente l’arma del delitto. Piras e Arena sono stati arrestati poco dopo nel corso di un controllo stradale, in possesso di 230 grammi di cocaina. L’accusa di omicidio è stata contestata loro nella giornata di ieri. I due sono stati portati nel carcere di Regina Coeli.
Nessuno sa nulla?