Accordo Pd-Polverini a Terracina e Sora? Scoppia il caso

I voti sono voti. Come il denaro nella saggezza latina, non hanno odore. Figurarsi quando in ballo ci sono Comuni importanti. E figurarsi quando dietro alla battaglia per i municipi ci sono gli equilibri del centrodestra laziale. Una partita che però si è allargata anche al centrosinistra, rischiando di minare l’unità dell’opposizione, e nel Pd del Lazio c’è già, si dice, chi guarda alla porta.
Per i ballottaggi-derby di Sora e Terracina, questo il nodo, si va con molte probabilità verso un accordo (formale o informale si vedrà) tra quella lista Città Nuove che fa capo alla governatrice Renata Polverini e nientemeno che il Pd. Insieme, in funzione anti-candidati Pdl. Il sasso lo ha lanciato il capogruppo Pd Esterino Montino, aprendo alla possibilità di appoggiare Città Nuove («il bersaglio grosso è il Pdl, così possiamo disarticolarlo»), e l’ha confermato, con i distinguo del caso, il coordinatore laziale Francesco D’Ausilio. A Sora, dove il polveriniano Enzo Di Stefano affronterà il Pdl Ernesto Tersigni, si potrebbe addirittura finire con l’arrivare a un apparentamento formale. Di Stefano, d’altronde è in coalizione con quell’Udc con cui il Pd dialoga ormai da tempo. C’è in ballo Alatri, e i voti centristi al ballottaggio peserebbero, e c’è da capire come finirà a Cassino. Ma a Sora c’è pure un Pd diviso, ricorda il segretario provinciale Lucio Migliorelli, che è uno dei motivi per cui, al ballottaggio, sarà derby a destra. Per cui, si vedrà. Molto più difficile che si arrivi a un patto formale a Terracina, dove Gianfranco Sciscione, civiche a parte, ha dietro di sè solo Città Nuove, mentre i centristi hanno spinto il pidiellino Nicola Procaccini. Qui il segretario provinciale Pd Enrico Forte è netto: mai apparentamenti formali, o mercanteggiamenti. D’Ausilio però non sembra escluder nulla: «Si parla sia di apparentamenti formali, sia di appoggio informale politico con le dovute differenze situazione per situazione». «Apparentamenti con il Pd? Nessuno può farlo – commenta il vicecoordinatore Pdl Lazio Alfredo Pallone – sarebbe inquietante, e si aprirebbe una crisi nel centrodestra. E poi – sarcastico – chiedere i voti al, che non ne ha più…». «Non credo che il Pdl e tantomeno il presidente della Regione – l’altolà del coordinatore laziale Vincenzo Piso – abbiano bisogno di accordi elettorali con uno schieramento di sinistra lontano mille miglia. Qui si scambia la politica con i polveroni. Siamo certi che nessuno nel centro destra vorrà accettare questa pericolosa deriva». «Polverini – il monito del leader de La Destra Francesco Storace – rischia di far traballare l’amministrazione: ci pensi bene prima di farci trovare tutti su un cumulo di macerie». Ma al centro del fuoco incrociato si è ritrovato oggi anche Esterino Montino: attaccato da destra («i tuoi elettori non hanno l’anello al naso», «tattiche da briscola», «sgangherate provocazioni») ma anche oggetto di critiche da sinistra. Luigi Nieri, capogruppo Sel alla Pisana, per esempio: «Montino? Sono boutade – dice – L’unica strada è un nuovo centrosinistra coerente, Milano lo dimostra. Andare in soccorso di Polverini è impensabile». I radicali plaudono, e lo salutano già come «vero leader dell’opposizione in Consiglio regionale». Ma è sottovoce che nei corridoi delle sinistre si lanciano gli strali più velenosi: c’è chi sussurra di «emendamenti di scambio», chi parla di posti nei cda delle società regionali, chi già indicherebbe questo o quel consigliere pronto a dissociarsi. Montino però tira dritto: «A Sora e a Terracina il centrodestra si presenta spaccato: credo sia giusto un voto utile, per far sì che la bandiera del Pdl non sventoli sulle due città». E Polverini? La governatrice, che domani affronterà l’argomento con Berlusconi in persona, a dire il vero di apparentamenti formali finora non ha mai parlato: «Non ce n’è bisogno: la sfida è diretta tra i candidati. Si vota sui programmi – sottolineava oggi da Cannes – e se i programmi convincono anche gli elettori del Pd credo sia un segnale positivo. Gli elettori del Pd potranno scegliere serenamente cosa fare». Come a dire: se mi volete votare, di certo non vi dirò di no…
Direi che se così fosse, l’iniziativa di Pennacchi andrebbe rivista sotto un’altra luce…
Korda se fosse così, servirebbe una “Korda” alla Polverini per impiccarsi, dato che credo gli arriverebbe qualche delecato segnale della cavolata che andrebbe a fare, dovrebbe mettere l’insegna di FLI sul suo simbolo non quello di Allenza Citta Nuove
La polverini si è reso conto, ed era ora, di non voler essere schiava del berlusconismo. Il Nano pataccaro sconfitto sonoramente a Milano ha influenzato la sua decisione.
Dopo Milano iniziano a cadere le foglie. E’ il primo di una lunga serie. Nei prossimi mesi si vedrà un fuggi fuggi dal partito dell’amore. Intanto anche una parte dei Responsabili sta abbandonando la nave. Non credono più alla politica dell’imbonitori. E’ stato lanciato il “Si salvi chi può”
Al ballottaggio, una vittoria di Procaxcini, significa consegnare Terracina nelle mani di Fa*zoni. I veri terracinesi, quelli che vogliono veramente bene alla loro città, devono fare in modo che questo non accade
CITTA NUOVE ANCHE A LATINA A FATTO IL DOPPIO GIOCO IO NON RIESCO A CAPIRE DI GIORGI COME FA A FIDARSI DI CERTA GENTE VERGONATEVI
PENSO CHE CHIARATO E BRUNI DOVREBBERO STARE ALL’OPPOSIZIONE INVECE CHE NELLA MAGGIORANZA
Caro Luca, in gioco ci sono i loro sporchi affari politici che sfuggono al cittadino. Già da questo momento ti consiglierei di dimendicare tutte le buone promesse fatte ai cittadini prima delle elezioni.