NIENTE SOLDI ALLA MECCANO, 150 LAVORATORI A RISCHIO

01/08/2008 di

Tutti a casa i 150 operai della Meccano Aeronautica di Cisterna. L’avvio della mobilità non è ancora iniziato ma l’annuncio della cessata attività è stato dato a voce mercoledì dai vertici della MA alla Rsu e ai sindacati provinciali dei metalmeccanici che ieri hanno informato la stampa.

«Il nuovo progetto di riconversione della ex Goodyear è stato bocciato e i 5 milioni di finanziamenti per la ripresa industriale sono stati bloccati, l’unica soluzione è la messa in mobilità. Questo è quanto ci ha comunicato l’azienda – dicono all’unisono Roberto Caccavello Uilm Uil, Andrea Minniti Fim Cisl, Sergio Di Manno Fim Cisl e Vincenzo Quaranta Fiom Cgil – noi abbiamo convocato l’assemblea dei lavoratori e chiesto un incontro con la task force governativa e le istituzioni per avere spiegazioni dettagliate. Sembrerebbe che la Regione non abbia dato l’ok ai finanziamenti per delle denunce penali da parte di alcuni imprenditori nei confronti dell’azienda per non essere stati pagati per i lavori di bonifica». Il rischio dell’epilogo peggiore per le sorti della ex Goodyear era nell’aria da tempo: il piano industriale aziendale che aveva come obiettivo la bonifica dall’amianto e la piena occupazione degli operai nel sito di via Nettuno a Cisterna doveva essere concluso entro il 2004. A tutt’oggi, del sito è rimasto lo scheletro, l’erba alta che circonda lo stabilimento ed i 150 operai Meccano rimasti, sono passati all’Avio, una delle aziende del Gruppo guidato dall’imprenditore Alberto Veneruso. Secondo Meccano i 5 milioni di euro sarebbero una garanzia per il futuro produttivo, ma, evidentemente, il ministero non ha ritenuto percorribile il nuovo piano presentato dall’azienda e la Regione di conseguenza ha bloccato a Sviluppo Lazio i finanziamenti. I sindacati lamentano la mancanza di comunicazione tra tutti i soggetti coinvolti. «Abbiamo chiesto più volte gli incontri alla task force – commenta Di Manno – per fare il punto della situazione ma non ci hanno mai convocato». «Avevamo intuito che le cose non stavano andando per il verso giusto – prosegue Caccavello – ma abbiamo incontrato anche noi difficoltà a interloquire con il ministero. Noi sindacati dobbiamo ancora prendere i soldi dell’una tantum relativo al rinnovo del contratto dei lavoratori». «Ma vi state dimenticando quante battaglie abbiamo dovuto fare per vedere riconosciuti i diritti dei lavoratori? Certo le cose non dovevano andare così – aggiunge Quaranta – io mi comincerei a preoccupare anche delle altre aziende del gruppo Avio (Alven, Avioninteriors, Railinteriors) che contano circa 700 operai nella sede di Tor Tre Ponti». (Claudia Paoletti, Il Messaggero 02-08-2008)