Dismissione della centrale nucleare, protocollo per la legalità

Un protocollo di legalità per prevenire ogni possibile infiltrazione della criminalità in materia di appalti per lavori, servizi e forniture degli impianti nucleari italiani oggi in dismissione. È il documento sottoscritto alla prefettura di Roma tra i prefetti delle sette provincie interessate dai lavori di ‘Decommissioning’ degli impianti nucleari (Alessandria, Caserta, Latina, Matera, Piacenza, Roma e Vercelli) e la Sogin, la società di Stato che cura lo smantellamento degli impianti nucleari e la gestione in
sicurezza dei rifiuti radioattivi.
In particolare, il protocollo estende le verifiche antimafia anche ai subappalti e
subcontratti per opere e lavori e ai subaffidamenti di prestazioni maggiormente a
rischio di infiltrazioni mafiosi, indipendentemente dal loro valore. Il protocollo,
di durata triennale, prevede la richiesta delle informative antimafia per l’intera
filiera di imprese e fornitori che eseguiranno lavori negli impianti nucleari gestiti
da Sogin. Il limite degli appalti si abbassa dai 4 milioni e 845mila euro ai 250mila per i lavori e dai 387mila euro ai 150mila per i servizi e forniture. Le verifiche e l’acquisizione delle informazioni antimafia sono estese anche al trasporto di materiali a discarica, trasporto e smaltimento rifiuti, fornitura e trasporto terra, materiali inerti, calcestruzzo, ferro lavorato e noleggio di macchinari. Nel Lazio saranno dismesse la vecchia centrale di Latina e i centri di ricerca a Casaccia, vicino Roma, che riguardano un impianto Opec e di Plutonio. Nel resto del Paese sono altri tre i centri di ricerca in dismissione, che in passato hanno prodotto scorie nucleari, così come altre tre centrali nucleari che sono state attive tra la fine degli anni ’50 e il 1987.
«Ci avvarremo del gruppo operativo interforze che valuterà di volta in volta le aziende aggiudicatrici degli appalti. La novità e che il protocollo riguarda anche le aziende aggiudicatrici di subappalti», ha spiegato il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro.
chiudete sta caxzo de centrale de mer_a
Bas-tardi
e non vogliamo neanche le scorie!!!
Ribelliamoci come gli abitanti di Scansano