FERITO IN AFGHANISTAN, IL FRATELLO: “TEMEVA ATTENTATI”
«L’ho sentito appena tre giorni fa Era tranquillo come al solito, anche
se in questo periodo mi aveva detto che lì la tensione era più alta perché aumentava il rischio di attentati. Ora nella sfortuna è andata bene, basta che ce lo riportino a casa. Aspettiamo solo di sentire la sua voce».
Così Giordano Tomasello, il fratello di 25 anni del il caporalmaggiore degli alpini rimasto ferito nell’attentato vicino a Kabul, ricorda il suo ultimo colloquio con Andrea. L’alpino del secondo reggimento di Cuneo, era partito per l’Afghanistan il 26 dicembre scorso. Era la sua quarta missione all’estero che si sarebbe conclusa, scaduti 6 mesi, il 28 maggio prossimo, giorno in cui Tomasello compirà 28 anni. Nella casa di campagna dei genitori, a Pontinia, vicino a Latina, si sono raccolti per tutta la mattinata parenti e amici, insieme alla moglie di Andrea, Silvia, e alle due figlie Claudia, di 20 mesi, e Andrea di 6 anni. La coppia abita infatti a pochi metri dalla casa dei genitori, in una villetta dove Andrea Tomasello torna quando è in licenza da Cuneo.
«Si era invaghito fin da ragazzo della carriera militare – racconta il padre,
Salvatore, un agricoltore di 51 anni – Gli piaceva la divisa. Io non sono mai stato
molto d’accordo, ma alla natura non si comanda e contento lui eravamo contenti tutti. Ogni volta che partiva per una missione però per noi era una preoccupazione e quando mi hanno chiamato oggi, poco dopo le 7, ho pensato al peggio e mi si è gelato il sangue».
Salvatore, un agricoltore di 51 anni – Gli piaceva la divisa. Io non sono mai stato
molto d’accordo, ma alla natura non si comanda e contento lui eravamo contenti tutti. Ogni volta che partiva per una missione però per noi era una preoccupazione e quando mi hanno chiamato oggi, poco dopo le 7, ho pensato al peggio e mi si è gelato il sangue».