RUBAVANO E CLONAVANO AUTO, INDAGATI ANCHE A LATINA

04/04/2008 di
Sedici auto di lusso, quasi tutte di marca tedesca, sequestrate, 35 persone indagate in libertà.È questo il bilancio dell’operazione denominata «Autostrade del mare», portata a termine dalla polizia di frontiera di Civitavecchia in collaborazione con l’ Interpol, che ha permesso di sgominare un’organizzazione specializzata nel riciclaggio di auto rubate e nelle truffe alle assicurazioni. 

 
L’operazione, coordinata dal sostituto procuratore della repubblica di Civitavecchia, Margherita Pinto, è iniziata alla fine del giugno scorso. I sospetti sono scaturiti dal controllo all’imbarco del traghetto per Tunisi di una delega a trasferire all’estero una Mercedes 250, rilasciata dal proprietario ad una
donna giovane ed avvenente, che viaggiava da sola. Dopo una breve indagine, si è scoperto che, nonostante fosse stata rubata soltanto tre giorni prima a Pisa, l’auto già aveva numero di telaio e documenti falsi e che la donna aveva stretti rapporti con alcuni pregiudicati. 
 
La successiva attività investigativa, fatta di pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed esame di documenti, ha permesso di accertare che la banda acquistava in Germania per pochi euro auto gravemente incidentate, che venivano reimmatricolate in Italia a nome dei componenti della banda o di prestanome. Subito dopo, soprattutto a Roma e nel Lazio, venivano fatte rubare auto identiche alle quali era attribuito il numero di telaio del
rottame. Trascorso qualche tempo, il proprietario denunciava all’assicurazione il falso furto parziale dell’auto o un incidente, spesso con feriti altrettanto falsi, venendo così risarcito. A qualche mese di distanza, la vettura era poi
venduta all’estero. Seguiva un’ulteriore denuncia, questa volta per il furto dell’intera auto, con un nuovo risarcimento. Per non destare i sospetti delle assicurazioni, le macchine erano dotate di impianti antifurto satellitari che, alla vigilia della vendita con relativa partenza, erano poi smontati e rimontati su
auto «pulite».L’operazione avveniva in un garage sotterraneo e schermato.
Tra i denunciati, la maggior parte dei quali pregiudicati,oltre a 9 donne, un libico, un tunisino, un arabo ed un romeno, vi sono  gli avvocati di uno studio legale e alcuni carrozzieri romani; agenti assicurativi; titolari di agenzie di pratiche auto e di autosaloni. Risiedono a Roma e provincia, Latina e provincia, Viterbo, Frosinone, Pescara, Messina e Brescia. Tutti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al compimento di vari reati. Secondo gli
investigatori, tra truffe, furti e vendite delle auto la banda gestiva un giro di affari illegali superiore a 4 milioni di euro l’anno.
  1. certo che la privacy all’italiana (quella che impedisce di fare nomi e cognomi anche di gente beccata sul fatto) aiuta molto i malviventi.