Anno giudiziario, a Latina mafia e omicidi in aumento

29/01/2011 di
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«Le organizzazioni di stampo mafioso sono sempre più interessate alla provincia di Roma per le opportunità economiche e commerciali che la Capitale, snodo essenziale di tutti gli affari leciti ed illeciti, offre, consentendo di effettuare proficui investimenti soprattutto nel campo alberghiero». È uno dei passaggi della relazione del presidente della Corte di Appello di Roma, Giorgio Santacroce, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Secondo il presidente la Direzione distrettuale antimafia ha conseguito «risultati di notevole rilievo». Nel periodo che va dal primo luglio 2009 al 30 giugno del 2010 sono stati «iscritti 354 nuovi procedimenti per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsioni e associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti». In totale sono state emesse misure di custodia cautelare «a carico di 356 persone e avanzate richieste di rinvio a giudizio nei confronti di 377 imputati». Nella sua relazione Santacroce afferma, inoltre, che «è elevato il grado di penetrazione della criminalità mafiosa nel contesto laziale, in particolare della provincia di Latina, dove i clan criminali, soprattutto campani, sono sempre stati attratti dalla ricchezza degli insediamenti produttivi». Nelle zone di Nettuno e Anzio, «che rientrano nel circondario di Velletri, operano da anni consorterie legate alla mafia calabrese e, in particolare, alla cosca ‘ndranghetista denominata Gallace, che, dopo la rottura della storica alleanza con la cosca Novella, sta ora tentando di riorganizzarsi nel litorale romano».

OMICIDI IN AUMENTO – Sono cinquanta i procedimenti iscritti contro noti dalla Procura di Roma, nell’ultimo anno, per il reato di omicidio volontario. Il dato emerge dalla relazione annuale del presidente della corte di Appello, Giorgio Santacroce, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Per tentato omicidio sono 84 le iscrizioni della Procura, 42 i procedimenti contro ignoti per omicidio volontario e 22 tentati omicidi. «I procedimenti iscritti per omicidio colposo sono stati 66 in più del periodo precedente, e quelli per lesioni personali colpose 74 a fronte di 96 dello scorso anno». Nel circondario di Latina si registra un aumento del numero degli omicidi volontari (44 rispetto ai 42) e di quelli colposi 228 rispetto ai 200 precedenti. Pressochè simile è la situazione del circondario di Rieti, dove sono aumentati gli omicidi volontari (10, quattro in più rispetto al periodo precedente) e quelli colposi, 52 (sette in più del passato). A Tivoli il numero degli omicidi volontari ha subito una lieve diminuzione (12 procedimenti iscritti, 5 gli omicidi consumati e 7 quelli tentati, rispetto ai 19 dell’anno scorso) e la stessa diminuzione si è avuta per gli omicidi colposi (56 rispetto a 60). Più decisa la diminuzione che si riscontra nel circondario di Viterbo.

SEPARAZIONI IN AUMENTO – A Roma aumentano le separazioni consensuali mentre diminuiscono quelle giudiziali. Il trend emerge dalla relazione del presidente della Corte d’Appello Giorgio Santacroce, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Nel settore del diritto alla famiglia le sopravvenienze in materia di separazioni giudiziali sono diminuite rispetto al periodo precedente (1.521 rispetto a 1.611) mentre – afferma Santacroce – sono leggermente aumentate quella relative alle separazioni consensuali (4.942 rispetto alle precedenti 4.719)». In lieve diminuzione anche i ricorsi sopravvenuti in materia di divorzi giudiziali (1.062 rispetto a 1.096) e di divorzi congiunti (2.494 rispetto a 2.536) pur dovendosi tener conto che 398 procedimenti originariamente giudiziali si sono trasformati in consensuali«. Nei nove tribunali del distretto »è crescente il numero delle sopravvenienze complessive del settore civili (257.460 rispetto alle 256.543 dell’anno scorso) e delle definizioni (256.290 contro le precedenti 245.617) le quali si mantengono al di sotto delle sopravvenienze determinando un incremento delle pendenze (305.118 contro 302.954)«.

STALKING – La «validità della previsione del nuovo reato di stalking, che dà una risposta pronta ed incisiva a una serie di condotte vessatorie che fino a due anni fa sfuggivano ad ogni sanzione» è sottolineata nella relazione del procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli per l’inaugurazione dell’anno giudiziario nella Capitale. I procedimenti istruiti dalla Procura della Repubblica – è detto nella relazione – sono stati, nel primo semestre dall’entrata in vigore della legge, sono stati 314 (264 a carico di noti e 50 a carico di ignoti), mentre nel primo semestre del 2010 il numero è salito 932 unità (836 a carico di noti e 96 a carico di ignoti). A presentare le denunce sono nella maggior parte donne, anche non legate da vincoli familiari o da relazioni affettive al persecutore. Per Ciampoli si tratta di un «reato dai vivi contenuti odiosi, inaccettabili in uno stato moderno. Il grado di violenza – sottolinea – di assoggettamento, di profondo tormento che subisce la persona offesa, in alcuni casi, vittima in ultimo persino della privazione della vita, fisica dopo quella morale, impongono un impegno investigativo ed un intervento tecnicamente perfetto, giudizialmente severo».

PEDOFILIA – Nell’ultimo anno sono aumentate, nel distretto giudiziario di Roma, le denunce per pedofilia. È quanto emerge nella relazione del procuratore generale presso la corte di appello Luigi Ciampoli. Più 21 percento, passate da 327 del 2009 a 395 del 2010. «In tale ambito – è detto nella relazione – l’ipotesi di reato più diffusa è stata quella di diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico con 198 procedimenti, cui segue quella di detenzione di materiale pedopornografico con ben 184 procedimento. Il fenomeno criminale più diffuso è quello della violenza domestica, atteso che per il delitto di maltrattamenti in famiglia, nel 2009, sono stati iscritti 733 procedimenti e, l’anno successivo, 794 (più 7,68 percento)». Secondo lo stesso Ciampoli i reati di violenza sessuale nel distretto risultano in aumento in alcuni circondari e in diminuzione in altri «anche se le differenze rispetto allo scorso anno sono minime». In particolare «i dati statistici – si legge nella relazione – evidenziano una significativa diminuzione delle denunce per violenza sessuale di gruppo (da 36 del 2009 a 27 del 2010) e un evidente aumento delle denunce di violenza sessuale individuale: da 502 del 2009 a 530 del 2010 (più 5,57 percento)».