Nel Lazio 11 morti per errori sanitari

27/01/2011 di

Diciannove presunti errori sanitari e 13 altre criticità. Sono gli ultimi dati sui casi di malasanità relativi al Lazio all’attenzione della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando, tra la fine di aprile del 2009 (data dell’insediamento dell’Ufficio di Presidenza) e il 25 gennaio del 2011. In particolare si tratta di 19 presunti errori – su cui in genere sono in corso accertamenti da parte della magistratura – di cui 11 hanno portato alla morte del paziente; vanno dalla mancata diagnosi di tumore, al caso della chiusura di una vena al posto di un’altra. Diversi i casi riguardanti i punti nascita: la donna deceduta nell’aprile 2010 nella clinica Villa Pia dopo il parto; il cesareo che ha portato alla nascita di un bimbo morto, lo scorso ottobre al San Camillo, e l’analogo episodio avvenuto al Policlinico Casilino nell’agosto 2010. Sono 13, invece, le altre criticità di cui si è interessata la Commissione, di cui 9 hanno avuto come esito il decesso del paziente. In questo caso si va dalle criticità strutturali e finanziarie rilevate, ad esempio, al Cto della Garbatella, alla vicenda concernente i 39 psicologi vincitori del concorso Dap, fino a presunte raccomandazioni per concorso di radiologia a Latina, carenza di posti letto nell’ospedale di Tor Vergata o il sequestro di 6 cliniche del gruppo Tosinvest. Tra le altre criticità sulle quali Orlando ha richiesto relazioni o interventi alla presidente della Regione Lazio con delega alla sanità Polverini, figura anche l’emergenza sangue. Questo fenomeno era emerso in particolare a luglio dopo l’allarme lanciato dal responsabile del Centro regionale sangue, Antonio D’Urso, che denunciava la mancanza di ben 26 mila sacche ematiche in una regione, come il Lazio, che ogni anno spende circa 6 milioni di euro per far fronte a questo tipo di carenza. Particolare importanza inoltre assume l’indagine avviata sull’incidenza di infezioni da acineto bacter con il caso relativo all’Aurelia Hospital. Ma anche una segnalazione che riguarda una donna che sarebbe morta dopo aver contratto lo stesso batterio, come sostenne, presso il Policlinico Umberto I.

  1. Si pensava che con l’avvento della Polverina alla regione Lazio le cose sarebbero cambiate. Come mai succedono ancora queste cose? Mi fa pensare che la Polverini fa solo annunci. Daltronte perchè meravigliarsi. Non scordiamoci che fa parte della scuola di Arcore il cui titolare invece di dedicarsi a risolvere i problemi del nostro Paese, e sono tanti, si dedica anima e corpo al bunga-bunga a dispregio di tutti quelli che l’hanno votato. E ancora ci ricordiamo quando prometteva la stabilizzazione degli oltre 2mila
    precari del sistema sanitario regionale e dichiarava un fermo no alla chiusura degli ospedali ed alcun taglio dei posti letti?. La verità è che la Polverini, ha raccontato ai cittadini del Lazio un sacco di bugie e, di fatto ha ingannato gli elettori, promettendo quello che oggi, già non riesce a mantenere.

  2. perchè credere al politico? è come chiedere all’oste se il vino è buono!

  3. diceva oscar wilde: “la politica è l’ultima spiaggia per i falliti”,
    ecco spiegato perchè l’italia è in fallimento.

  4. Fin quando le scelte dei primari e di conseguenza dei loro team, saranno eseguite da politici di turno, quindi per interesse,questo è il risultato.
    Comunque si dice pure che la nostra assistenza sanitaria sia tra le migliori al mondo….
    Ma allora questo è un giusto prezzo da pagare ??
    Secondo me c’è qualcosa che non funziona e quel qualcosa inizia proprio nel primo comma del mio articolo…..