Bracciante muore nell’incendio della baracca dove viveva a San Felice Circeo

18/03/2022 di

Un bracciante agricolo 50enne di origini indiane, è morto, ieri sera, nell’incendio della baracca nella quale viveva alla periferia di San Felice Circeo. A lanciare l’allarme è stato il suo compagno che viveva nella stessa struttura.

L’uomo è riuscito ad uscire incolume, ma all’arrivo dei carabinieri, ha raccontato che l’amico era ancora all’interno. Infatti, a fiamme domate, tra i resti della baracca distrutta, è stato trovato il corpo senza vita del 50enne. Ad innescare l’incendio sarebbe stata una stufetta elettrica che i due usavano per riscaldare l’ambiente.

Le indagini del caso sono coordinate dal Pm Antonio Garrella della procura di Latina.

LE REAZIONI. “Ennesima tragedia nel mondo degli invisibili che contribuiscono a raccogliere il cibo che finisce tutti i giorni sulle tavole degli italiani”. Così il Segretario Generale della Fai Cisl di Latina, Islam Kotb, commenta la tragedia del bracciante agricolo di origine indiana morto carbonizzato ieri sera a San Felice Circeo nell’ incendio del container in cui dormiva.

“Sono anni – prosegue il sindacalista – che cerchiamo di far comprendere alle istituzioni le difficoltà che affronta chi rimane invisibile, il messaggio deve arrivare anche a chi nega l’evidenza o fa finta che la cosa non ci riguardi tutti. Il cibo sulle nostre tavole viene garantito anche da queste persone, che spesso vivono e muoiono da invisibili nelle campagne della nostra provincia”.

“Questa, oltre ad essere una vergogna per tutti – conclude Kotb – è anche una sconfitta sociale che ancora una volta ci porta a ribadire di attivare immediatamente azioni concrete tra le parti sociali e le istituzioni per contrastare e prevenire queste situazioni di miseria e sfruttamento. Serve una politica seria per gli alloggi e i trasporti dei braccianti, servono maggiori ispezioni e controlli, e vanno realizzati progetti di inclusione sociale e inserimento lavorativo per debellare qualsiasi forma di emarginazione e sfruttamento”.