Estate 2021, ecco gli eventi del Comune di Latina: il programma completo

Presentata la rassegna degli eventi estivi 2021 a Latina.
PROGRAMMA
MUSEO CAMBELLOTTI
dal 6 luglio al 10 agosto 2021
6 luglio ore 21.00
INTERNO FAMILIARE
Tratto da un racconto di Anna Maria Ortese, dalla raccolta “Il mare non bagna Napoli”
voce e regia Iaia Forte
sax Javier Girotto
immagini Raffaella Mariniello
Si ringrazia Trasparenze Festival per l’ospitalità
Produzione Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con ATER – Fondazione
Interno familiare è un racconto tratto dalla raccolta “Il mare non bagna Napoli”, capolavoro della Ortese. È la vigilia di Natale. In una grande casa nel quartiere di Monte di Dio, Anastasia Finizio, una adulta zitella, viene a sapere che è tornato in città, dopo anni di assenza, un giovane di cui era stata innamorata. Questa notizia le risveglia i sogni sopiti, le fa immaginare la possibilità di una “vita nuova” aprendola ad un amore che però si rivelerà illusorio. Rinunciandovi rinuncerà a sé stessa, e la sua vita ritornerà ad essere scandita solo da “casa e lavoro, lavoro e casa”. Intorno a lei una famiglia atroce, in cui gli egoismi e le invidie condannano i personaggi ad una solitudine amara ed incosciente.
È un nero presepe, in cui la Ortese fa muovere con prepotente violenza, verità ma anche con passione queste icone di una falsa felicità domestica, microcosmo e metafora di Napoli stessa.
Iaia Forte
10 luglio ore 21.00
OR_LAND_O
Paesaggi sonori del Furioso
con la collaborazione artistica del Conservatorio Statale di Musica “Ottorino Respighi” di Latina e Fondazione Roffredo Caetani Onlus
con la regia di Clemente Pernarella
collaborazione drammaturgia Stefano Furlan
con Clemente Pernarella, Melania Maccaferri, Andrei Cuciuc, Viviana Barboni
musiche e regia del suono Paolo Rotili
collaborazione artistica Rodolfo Rossi e Andrea Veneri
percussioni R.Rossi e Domiziana Del Mastro
live elettronica A.Veneri e Matteo Ferrante
disegno luci Gianluca Cappelletti
una produzione di Associazione Culturale Lestra e Teatro Fellini
La meraviglia, il furore, la pazzia, l’amore. Moti dell’animo che tuttavia trascendono la natura stessa dell’uomo. La soglia, il confine invalicabile oltre il quale, abdicando alla ragione, l’elemento fantastico trascolora il reale ed accoglie l’individuo in un mondo ulteriore in cui valori, sentimenti, etica e morale non confliggono più con un sistema sovrastrutturale ma potentemente operano nell’essere libere dell’elemento razionale.
Questo processo ontologico, per sé stesso imprescindibile nella creazione artistica, riflette, in rapporto conflittuale, le relazioni dicotomiche tra uomo e natura, razionale e irrazionale. Il progetto nasce dalla ricerca di un racconto possibile declinabile negli spazi e nei luoghi che abbiano visto e che restituiscano il peso del confronto tra l’uomo e la storia, tra natura e civiltà e che rimandino all’impossibilità di una risoluzione che neghi il conflitto ma testimonino della perdurabilità di tale confronto irrisolto come unica possibilità di progresso.
La seconda versione dello spettacolo, proposta al pubblico nel sito esclusivo dell’antico Hortus Conclusus all’interno del Giardino di Ninfa nell’estate 2020, prende le mosse dalla messa in scena del mese di settembre 2019 al Conservatorio Ottorino Respighi e ne costituisce la naturale prosecuzione e conclusione divenendo a tutti gli effetti un prodotto in cui prosa e musica elettronica concorrono alla costruzione narrativa. L’intricato labirinto di Orlando (così come lo presenta Italo Calvino) da cinquecento anni rappresenta uno dei punti più alti della cultura occidentale e dell’indagine dei sistemi e dei linguaggi della comunicazione. L’architettura visionaria e la struttura musicale hanno portato ad affrontare attraverso un approccio multidisciplinare la restituzione di alcuni blocchi del poema riconducibili alla lettura del tema della incoscienza inteso come liberazione dell’elemento istintuale e limite invalicabile dell’elemento civile.
PER I BAMBINI:
11 luglio ore 21.00
I 3 PORCELLINI
testo e regia: Danilo Conti e Antonella Piroli
con Alessandro Accettella e Stefania Umana
pupazzi Brina Babini;
scene Tanti Cosi Progetti;
musiche Davide Castiglia
Accettella Teatro
I tre porcellini è un classico della tradizione inglese la cui prima versione (a cui lo spettacolo si riferisce) risale al 1843 circa. Per difendersi da questo essere malvagio il porcellino più piccolo costruisce una casetta con la paglia e il mediano con la legna: entrambi ergono i loro rifugi in fretta, in modo da poter rimanere più tempo possibile per dedicarsi ai giochi. Pagheranno la loro superficialità quando il lupo, distruggendo le case in un sol soffio, se li mangerà avidamente. Il fratellino più grande invece, con fare saggio e prevedendo la pericolosità e l’astuzia del lupo, costruisce una solida casa di mattoni e, alla fine riesce a sconfiggerlo. “I tre porcellini” insegna in modo molto divertente e drammatico che non bisogna essere pigri e prendercela comoda, e che la sopravvivenza dipende da un lavoro unito alla capacità di essere previdenti.
18 luglio ore 21.00
LA CADUTA DI TROIA
dal Libro II dell’Eneide
interpretazione Massimo Popolizio
con musiche eseguite dal vivo da Stefano Saletti, Barbara Eramo, Pejman Tadayon
Produzione Compagnia Orsini
Dal secondo libro dell’Eneide nasce “LA CADUTA DI TROIA”, ne è interprete Massimo Popolizio, voce magnetica e inconfondibile, tra gli attori più importanti del panorama nazionale.
Il tema è quello dell’inganno. L’immenso cavallo, dono dei Greci, viene trasportato nelle mura di Troia, ma si trasformerà per i troiani in una macchina di morte e distruzione.
Alla corte di Didone, Enea narra, descrivendo con “indicibile dolore “, quella notte di violenza e di orrore. Le parole di Virgilio sembrano uno storyboard, una sorta di sceneggiatura ante litteram e “attraverso quelle parole – dice Popolizio – cercherò di creare vere e proprie immagini, di far vedere ciò che è scritto”.
Le musiche, realizzate da Stefano Saletti e Barbara Eramo, sono arricchite dalla presenza del musicista iraniano Pejman Tadayon che suona il kemence, il daf e il ney, antichi ed evocativi strumenti della tradizione persiana. Le lingue cantate sono il ladino, l’aramaico, l’ebraico e il sabir, antica lingua del Mediterraneo. Saletti usa strumenti come l’oud, il bouzouki e il bodhran per risaltare le atmosfere animate da Massimo Popolizio e dalla voce limpida di Barbara Eramo che si muove tra melismi e scale di derivazione mediorientale. Una vera e propria “partitura” che fa di questa pièce un’operina a sé, dove la voce di Popolizio si fa corpo e materia.
29 luglio ore 21.00
7 14 21 28
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
(mai) scritto da Antonio Rezza
un Habitat di Flavia Mastrella
assistente al la creazione Massimo Camilli
luci e tecnica Daria Grispino
organizzazione generale Stefania Saltarelli
una produzione RezzaMastrella – La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello
Civiltà numeriche a confronto. La sconfitta definitiva del significato.
Malesseri in doppia cifra che si moltiplicano fino a trasalire: siamo a pochi salti di distanza dalla sottrazione che ci fa sparire.
Oscillazioni e tentennamenti in ideogramma mobile.
Improvvisamente cessa il legame con il passato: corde, reti e lacci tengono in piedi la situazione. Si gioca alla vita in un ideogramma. Il tratto, tradotto in tre dimensioni, sviluppa volumi triangolari diretti verso l’alto che coesistono con linee orizzontali: ma in verticale si muove solo l’uomo.
Qui non si racconta la storiella della buona notte, qui si porge l’altro fianco. Che non è la guancia di chi ha la faccia come il culo sotto. Il fianco non significa se non è trafitto.
Con la gola secca e il corpo in avaria si emette un altro suono.
Fine delle parole. Inizio della danza macabra.
La storia
In un paese allo sbando un Uomo è affascinato dallo spazio che diventa numero.
La particella catastale dell’ingegno porta l’essere animato a fondersi con la civiltà numerica al declino.
Una donna bianca, vestita di rete e di illusione, rimpiange il tempo degli inizi, quando l’amore è solo affanno e poco ancora.
Il non senso civico sfugge a chi governa come bestie questo ammasso di carne alla malora.
Si vota con la gola gonfia delle urla di chi ha votato prima, ci si lascia sovrastare dall’istituzione che detta convenzione e cancella dignità.
Il sollevatore di pesi solleva se stesso e la famiglia organizzata che sputa fiato su ogni collo alla deriva.
Intanto la cultura si finanzia con i soldi del padrone: il servilismo non ha dote.
Seduti nell’alto dei cieli ad aspettare il Dio mozzo che ci ha fatto a pezzi.
E finalmente i numeri a rendere lo spazio fallace, in balia della cifra che lo schiaccia.
Costretto a ragionare non per logica ma per sottrazione, l’uomo è improvvisamente migliore: sotto di lui non c’è la terra che lo seppellirà ma la tabella di uno spazio mai così confuso.
Che poi si ride è un problema legato alla mercificazione della pelle macellata.
In questo gioco macabro e perverso si affaccia la fiaba allucinata: altro che felici e contenti, qui la nevrosi insegue il capriolo: uno che scappa e l’altro che corre con due gambe che non ne fanno una.
Fossimo zoppi faremmo più paura.
Escalation e Tentennamento
Improvvisamente cessa il legame con il passato: corde, reti e lacci tengono in piedi la situazione. Si gioca alla vita in un ideogramma. Il tratto, tradotto in tre dimensioni, sviluppa volumi triangolari diretti verso l’alto che coesistono con linee orizzontali: ma in verticale si muove solo l’uomo.
Il rosso sanguigno della seta brillante rende inquieta l’atmosfera e accoglie l’uomo urlante e stremato che incede, comico suo malgrado, verso le trappole di un ordine precostituito.
L’ideogramma, di ispirazione cinese, è scritto con oggetti a noi familiari durante l’infanzia…… la scultura sprigiona metafora………ed è proprio la metafora a tenere insieme anche la storia.
Il compagno di gioco affianca l’inconsapevole eterno bambino che è costretto a cedere a una realtà biologica e numerica che lo spinge inevitabilmente dove il vigore del suo tempo vuole.
F.M.
Il Salto in gola
Salti in lato e sui contorni: perdita del significato residuo e parola alle cifre dello sterminio. Inutile pensare a chi moriva ieri quando lo sterminio è in pieno corso.
Lo spazio è come un numero, per chi si vuole perdere, per chi rinuncia al filo del discorso che è lo stesso filo che ti impicca. Il corpo si è dato alla gola che raschia ormai nell’intimo. Il fianco duole ancora per una nuova ed eterna alleanza. Qui non si racconta la storiella della buona notte, qui si porge l’altro fianco. Che non è la guancia di chi ha la faccia come il culo sotto. Il fianco non significa se non è trafitto.
Con la gola secca e il corpo in avaria si emette un altro suono.
Fine delle parole.
Inizio della danza macabra.
A.R.
6 agosto ore 21.00
IL CANTO DEGLI ESCLUSI
Concertato a due per Alda Merini
voci recitanti Alessio Boni e Marcello Prayer
Distribuzione a cura di AidaStudio Produzioni
“Se un poeta dona le proprie carte con l’intenzione di regalare i propri patimenti, le ansie, le sue mille anime, gli altri dovrebbero ringraziarlo perché, con gli occhi rarefatti dalla follia, sta guardando il destino anche per loro.
Dopo Pavese e Pasolini, abbiamo scelto di continuare il gioco della Poesia nella nudità scenica con Alda Merini, dove le nostre voci si alternano e s’intrecciano (come sempre) per diventarne Una, a cadenzare la ritmicità del Suo verso di forte intensità emotiva nel grumo di contraddizioni che l’hanno abitata. Abbiamo immaginato d’ascoltare la Sua voce dettarci, come gli antichi rapsodi, il Libro di Poesia da mettere in voce: così è nata la necessità di questo altro viaggio che ora proponiamo.
10 agosto ore 21.00
ILIADE, ODISSEA
tratta dall’omonimo libro di Alessandro Baricco
lettura scenica di Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo
musiche eseguite dal vivo del M° Pino Cangialosi
Produzione Di Reda Eventi e Scritture
Tre uomini – Demodoco, Antiloco e Priamo – e tre donne – Criseide, Elena e Andromaca – si presentano in scena a raccontare, con voce vicinissima alla nostra, la loro storia di passioni e di sangue, la loro grande guerra, l’avventura, mentre gli Dei restano sullo sfondo.
Il reading attinge a una prosa fluida, elegante e senza ridondanze, capace di conservare integro il fascino dell’antico, e l’adattamento teatrale la dispiega con un ritmo incalzante.
La prima persona evocativa e potente fa emergere, dall’immagine iconica dei grandi eroi omerici, uomini e donne vividi e presenti, rivelando la grande tensione verso la pace, in un testo che sembra un monumento alla guerra. Sulla scena Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo danno voce e corpo a una delle più belle storie mai raccontate, con la musica dal vivo di Pino Cangialosi come compagna di viaggio complice e suggestiva.
CAMPO CONI LATINA
Evento organizzato da Ventidieci e Teatro Moderno in collaborazione con ATCL
24 luglio ore 21.00
TI RACCONTO UNA STORIA
con Edoardo Leo
Un reading-spettacolo che raccoglie appunti, suggestioni, letture e pensieri che l’attore e regista romano Edoardo Leo ha raccolto dall’inizio della sua carriera ad oggi. Venti anni di appunti, ritagli, ricordi e risate, trasformati in uno spettacolo coinvolgente, che cambia forma e contenuto ogni volta, in base allo spazio e all’occasione. È uno spettacolo che fa sorridere e riflettere, che racconta spaccati di vita umana unendo parole e musica. Una riflessione su comicità e poesia per spiegare che, in fondo, non sono così lontane. In scena, non solo racconti e monologhi di scrittori celebri (Benni, Calvino, Marquez, Eco, Benni, Piccolo…), ma anche articoli di giornale, aneddoti e testi di giovani autori contemporanei e dello stesso Edoardo Leo.