Storia e turismo, la grande occasione di rilancio per San Felice Circeo

10/05/2021 di
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Dopo la straordinaria scoperta del Circeo, ora il paese della provincia di Latina, gioiello di indiscusso valore, dovrà trovare il modo e la forma migliore per valorizzare l’immenso patrimonio storico e archeologico. I resti rinvenuti nel 1939, seppur di enorme valore, probabilmente avrebbero meritato una maggiore valorizzazione nei decenni successivi, ma adesso c’è l’occasione concreta di rilanciare l’intero sito rendendolo un punto di riferimento non solo dal punto di vista scientifico e della ricerca, ma anche dal punto di vista turistico.

Un’occasione unica che ben si sposa con le bellezze naturali che circondano l’area archeologica, il mare, il promontorio mozzafiato, il paese e anche le vicine Sabaudia e Terracina.

MEDICI: SCOPERTA E’ MOTIVO DI ORGOGLIO. “Il ritrovamento di nuovi reperti archeologici riconducibili a nove individui dell’uomo di Neanderthal risalenti i 50mila e i 100mila anni fa, venuti alla luce in una grotta a San Felice Circeo rappresenta una scoperta straordinaria a livello mondiale che ha acceso i riflettori sul territorio della provincia di Latina”. Questo il commento del presidente della Provincia Carlo Medici sulla scoperta dei resti fossili a San Felice Circeo. “Ottanta anni dopo la scoperta di Grotta Guattari, il sito archeologico si arricchisce di nuovi tesori che ci aiutano nello studio della storia sul popolamento dell’Italia. Si tratta di un evento eccezionale – prosegue Medici – sia per la qualità che per la quantità del materiale archeologico ritrovato, grazie al lavoro degli esperti della Sovrintendenza di Latina e Frosinone in collaborazione con università e altri enti sul quale gli studiosi di tutto il mondo potranno effettuare ulteriori ricerche: ora si lavora infatti per ricostruire il quadro paleoecologico della pianura Pontina tra i 125mila e i circa 50mila anni fa. Per questa provincia un motivo di orgoglio e soprattutto in prospettiva un richiamo per appassionati e studiosi a visitare il nostro territorio quando i reperti, che ora sono stati portati a Roma per essere analizzati, torneranno qui”.

GLI SCAVI. L’Associazione Nazionale Archeologi «si congratula per la scoperta e lo studio dei resti di 9 altri individui attribuibili ad Homo Neanderthalensis» nella Grotta Guattari di San Felice Circeo (Lt), «a seguito di scavi condotti da Mario Rolfo, docente di Archeologia Preistorica dell’Università di Tor Vergata, dal direttore dei lavori di scavo, Francesco Di Mario, e con il direttore del servizio di antropologia della SABAP Lazio Mauro Rubini». «Una scoperta incredibile che segna una nuova importante tappa negli studi di archeologia preistorica», dichiara Alessandro Garrisi, presidente nazionale dell’Ana.

> VIDEO – LA STRAORDINARIA SCOPERTA AL CIRCEO

«Questo ritrovamento sarà importante per ampliare ulteriormente le nostre conoscenze tanto del contesto specifico di ritrovamento, il sistema di cavità noto come Grotta Guattari, quanto degli usi e delle abitudini dell’uomo di Neanderthal. Il paleontologo Alberto Carlo Blanc era già stato il fortunato scopritore di questo sito nel 1939, e già allora il ritrovamento suscitò grande ammirazione nella comunità scientifica. Anche oggi questa importante scoperta desterà interesse nella comunità scientifica internazionale e sarà opportunità per capire ancora meglio questa specie umana che per migliaia di anni ha convissuto con l’Homo Sapiens: una convivenza che, come gli studi più recenti suggeriscono, sfociò spesso in condivisione dei territori e probabilmente anche in forme di integrazione sociale. Una scoperta, insomma, che offre una dimostrazione dell’incredibile ricchezza del nostro patrimonio archeologico e dell’elevata qualità dell’archeologia italiana tutta. Ritrovamenti come questi – conclude – devono essere accompagnati da un’adeguata comunicazione rivolta tanto agli addetti ai lavori, quanto al pubblico più ampio: è questo l’unico modo di realizzare un percorso virtuoso che veda le comunità territoriali sempre più coinvolte nella difesa della memoria e del patrimonio culturale del paese».

INGV E GROTTA GUATTARI. La datazione delle oscillazioni del livello del mare sulle coste tirreniche costituisce da alcuni anni l’oggetto delle ricerche del team di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). I loro studi e le tecniche di geocronologia sviluppate con il laboratorio della Wisconsin University da tempo forniscono informazioni importanti ai gruppi di scienziati che, ciascuno per il proprio settore, indagano sulla frequentazione umana e sulla ricostruzione del quadro paleoecologico dell’Italia peninsulare nel Pleistocene, sottolinea una nota dell’Ingv. Nell’ambito di questi studi, l’Ingv ha contribuito allo studio di Grotta Guattari con indagini geologiche finalizzate a fornire gli elementi per datare la frequentazione della grotta e a ricostruire le variazioni climatiche che hanno caratterizzato il contesto ambientale della presenza dell’Uomo di Neanderthal. «La costa del Circeo, a differenza di quella vicino a Roma», afferma Fabrizio Marra, ricercatore dell’Ingv, «è caratterizzata da scogliere calcaree e da grotte che si affacciano 5-7 metri sopra l’attuale livello del mare. Le grotte che la caratterizzano, come Grotta Guattari, sono famose per aver offerto riparo all’uomo di Neanderthal. Gli studi che stiamo realizzando insieme a tutti gli enti di ricerca coinvolti si sono concentrati proprio in questo sito, dove sul finire degli anni Trenta venne rinvenuto un cranio di Neanderthal perfettamente conservato».

IL CRANIO. La calotta cranica appartenente a un uomo di Neanderthal ritrovata nel 1939 nella Grotta Guattari al Circeo, scoperta già allora eccezionale rilanciata oggi dallo straordinario ritrovamento dei resti di altri nove individui, è esposta a Roma, al Museo delle Civiltà, guidato fino a novembre scorso dall’archeologo Filippo Maria Gambari, stroncato dal Covid a 66 anni. Per il 10 maggio è atteso il bando internazionale per il nuovo direttore del Museo, così come per il Parco archeologico di Paestum (dopo il passaggio di Gabriel Zuchtriegel alla guida del Parco Archeologico di Pompei). Le domande potranno essere presentate fino al 20 giugno; tra ottobre e novembre la commissione selezionatrice sceglierà i nuovi direttori.