“Ennio Morricone, un artista totale”. Il percussionista Giuseppe Salvagni racconta il concerto in Francia

07/07/2020 di

Un concerto emozionante in uno degli anfiteatri romani più belli, a Nîmes nel luglio 2015. Il maestro Ennio Morricone si esibì con una grande orchestra nella quale suonavano tre musicisti originari della provincia di Latina:  Giuseppe Salvagni, Andrea Montori e Fabio Gianolla.

«Il maestro Morricone – racconta Giuseppe Salvagni, percussionista di Priverno – fu accolto con grande calore, sembrava una rockstar davanti al pubblico che urlava il suo nome con entusiasmo. Noi suonavamo nell’orchestra “Roma Sinfonietta“, provammo in Italia con un sostituto perché Morricone si fece male al braccio. La sera del concerto, infatti, c’era il figlio che lo aiutava girando le pagine dello spartito».

Giuseppe Salvagni, 41 anni, è un musicista di lunga esperienza. Vanta collaborazioni importanti con l’Accademia di Santa Cecilia, Renato Zero, Ars Ludi, Luis Bacalov, Enzo Avitabile solo per citare alcuni nomi.

Ha partecipato alle colonne sonore di “Gangs Of New York”, regia di Martin Scorsese, e “Sangue del mio sangue” regia di Marco Bellocchio. Attualmente, oltre all’intensa attività orchestrale, è impegnato con “Gli Ottoni Romani” (Remo D’Ippolito e Nello Salza), l’Ensemble “Rossellini”, con I Vicolo Spiox (gruppo che interpreta i brani della tradizione napoletana) e con I Battistiamo (tribute band di Lucio Battisti).

Suonare con Ennio Morricone è stata senz’altro un’esperienza da incorniciare. «E’ un artista totale – racconta il percussionista – è un punto di riferimento per tutti, non solo tra i musicisti, ma anche e soprattutto tra le persone comuni. La sua musica è travolgente e arriva a tutti lasciando una traccia.

Quella sera, in Francia, suonando nell’orchestra, con i veri arrangiamenti sulle musiche western, mi sono sentito dentro quelle scene che ho sempre visto dall’esterno, in televisione o al cinema, con una distanza inevitabile. E’ stata un’esperienza davvero straordinaria. La musica di Morricone è diventata ormai una pietra miliare, il maestro ha ricevuto tantissimi tributi e omaggi da artisti che propongono generi molto diversi. Nella musica per i film ha fatto di tutto, toccando ogni genere, ma non sempre ha vissuto con serenità l’accostamento del suo nome alle colonne sonore. Per lungo tempo l’etichetta di musicista per i film gli è andata stretta, ma poi, dopo il 2000 in molte interviste ha spiegato di aver accettato questa “definizione”, consapevole anche di come, grazie ai film, la sua musica sia arrivata davvero a tutti».

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