Due arresti per l’auto incendiata alla Ciolfi. Movente legato a un abuso edilizio

Arrestati dai carabinieri i responsabili dell’attentato incendiario alla consigliera comunale di Lbc Maria Grazia Ciolfi.
Eseguita l’ordinanza di custodia cautelare a carico del mandante e dell’esecutore materiale dell’incendio alla Opel parcheggiata sotto casa della consigliera, in zona Morbella.
Il suv Opel, intestato al marito della Ciolfi, un professionista, era stato incendiato nel settembre scorso.
Gli arrestati (entrambi ai domiciliari) sono Gianni Mastrostefano, 42 anni, di Latina, e Valentino Mandrelli, 32 anni, di Velletri.
Mastrostefano è accusato di essere il mandante dell’attentato incendiario ed è accusato di minaccia a un pubblico ufficiale e danneggiamento a seguito di incendio.
Mandrelli è ritenuto l’esecutore e oltre ai primi due reati è accusato anche di violazione di domicilio.
IL COMUNICATO DEI CARABINIERI. «Le indagini sono state avviate in seguito al danneggiamento mediante incendio dell’autovettura in uso al consigliere comunale di Latina con delega alle Politiche ambientali, patrimoniali urbanistiche e produttive della Marina, nonché vice presidente della Commissione Governo del territorio e Lavori pubblici, sono state sia di natura tradizionale che tecnica e hanno consentito di ricostruire come gli arrestati, in concorso tra loro, il Mastrostefano in qualità di mandante e Mandrelli in qualità di esecutore materiale, hanno usato minaccia nei confronti del pubblico ufficiale al fine di costringerla ad omettere un atto del suo ufficio» spiegano i carabinieri.
IL MOVENTE. In particolare, l’atto intimidatorio, «sarebbe stato posto in essere affinché non venissero sollecitati controlli presso il lotto sull’arenile di Latina in via Valmontorio, di proprietà del Mastrostefano, sul quale era stata realizzata una recinzione abusiva in paletti di legno e su cui era stata posizionata un roulotte in violazione alle norme vigenti» chiariscono i militari. «Inoltre si voleva dissuadere la vittima affinché non influisse negativamente, in ragione degli incarichi ricoperti, sulla pratica edilizia per la quale era stata presentata una Scia nel 2019, con cui si informava il Comune dell’ avvio dei lavori in argomento e in relazione alla quale, già nel maggio del 2019, il Servizio edilizia privata del Comune di Latina aveva risposto con una diffida dall’eseguire qualsiasi tipo di opera sulla spiaggia, in quanto in violazione del piano di utilizzazione dell’arenile comunale, poiché ricadente nell’area di rispetto dell’esistente impianto di depurazione. Il terreno ricadeva nel Ppe comprensorio della Marina di Latina con destinazione “arenile pubblico” e con “vincolo generale” di inedificabilità con vincolo idrogelogico. La costruzione abusiva, che già era stata oggetto di controllo da parte della polizia locale di Latina – che aveva provveduto a contestare al Mastrostefano – il reato di cui all’art.44 dpr 380 del 2001 (“realizzazione di abusi edilizi sull’arenile”) e che l’arrestato, come emerso anche nel corso delle attività tecniche, riteneva essere stato eseguito su segnalazione della vittima».