Concorsi truccati nella sanità, ridimensionata l’inchiesta partita da Milano

Si è notevolmente ridimensionata quella che pareva essere una inchiesta su un nuovo scandalo della sanità che nel luglio del 2017 aveva portato i carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura di Milano, a una raffica tra perquisizioni e ordini di esibizioni in tutta Italia e a una ventina di indagati, tra cui anche medici e funzionari della Asst Fatebenefratelli-Sacco, accusati a vario titolo di corruzione, induzione indebita a dare o promettere denaro o altre utilità, abuso d’ufficio, truffa e riciclaggio.
Infatti, come emerge dall’avviso di conclusione delle indagini notificato di recente, e firmato due mesi fa dal pm Gianluca Prisco, titolare dell’inchiesta condotta sotto la supervisione di Ilda Boccassini responsabile del dipartimento anticorruzione, non solo gli indagati sono dimezzati, ma sono cadute anche quasi tutte le accuse tranne l’abuso di ufficio.
Reato che riguarda presunte irregolarità nello svolgimento di tre concorsi avvenuti nei primi mesi del 2017: l’assegnazione di una borsa di studio e ricerca per 12 mesi e, 20 mila euro è l’ importo, e di un contratto di collaborazione per poco più di 9 mila euro a due dottoresse presso l’unità operativa di Reumatologia del Sacco e di un un posto, in qualità di collaboratrice free lance, a un’ostetrica nel reparto di Ginecologia sempre dell’ospedale di via Grassi, per un compenso complessivo, si legge nel capo di imputazione, di 14.250 euro.
Da quanto si è saputo a breve, uno dei medici che ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, si farà interrogare ai primo di febbraio per chiarire. Invece, la posizione di una decina di persone, anche appartenenti al mondo delle case farmaceutiche e di società che organizzano eventi, originariamente indagati, è stata stralciata per la richiesta di archiviazione.
Il 20 luglio di due anni fa, nell’inchiesta chiamata «Domino» la Procura aveva disposto 29 perquisizioni e 21 ordini di esibizione di documentazione eseguite nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Varese, Vercelli, Verona, Piacenza, Bologna, Roma, Firenze, Latina e Palermo, ipotizzando un sistema in cui medici e paramedici di fiducia sarebbero stati assunti condizionando concorsi pubblici, soldi ai ‘camici bianchì da parte delle case farmaceutiche in cambio della prescrizione di determinati farmaci farmaci o per convegni scientifici. Ora dopo gli accertamenti tutto si è ridimensionato.