VIDEO Tre stranieri fermati per l’omicidio di Desirée Mariottini

25/10/2018 di

Tre persone sono state fermate con l’accusa di aver violentato e ucciso Desirée Mariottini. Si tratta di due uomini di origine senegalese: Mamadou Gara di 26 anni; Brian Minteh di 43 anni e un nigeriano di 40 anni. Secondo le prime informazioni sono accusati, in concorso con altre persone, di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario. Gli investigatori stanno cercando almeno altri due individui che avrebbero partecipato all’omicidio.

Il terzo fermo è stato confermato in tarda mattinata. Si tratta di un nigeriano di 40 anni sulle cui tracce lavoravano gli investigatori. Ci sarebbe un quarto uomo ancora ricercato.

IL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE. «Il provvedimento di fermo si basa su gravi indizi di reità e dovrà essere sottoposto a convalida del gip. Le indagini continuano». Lo ha dichiarato il capo della Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo, parlando dei due fermati per la morte di Desirée Mariottini. Le indagini sono state svolte dalla Squadra mobile in «strettissima sinergia» con gli agenti del commissariato San Lorenzo.

IL TESTIMONE: 8 PERSONE ATTORNO A DESIREE. «Quella notte ero nel palazzo. Ho visto Desiree stare male. Era per terra e aveva attorno 7/8 persone. Le davano dell’acqua per farla riprendere». A parlare è uno dei frequentatori del palazzo di via dei Lucani dove è stata trovata morta Desiree Mariottini che dice di essere stato ascoltato in Questura. Il teste racconta anche che la notte del 19 ottobre, attorno al’una, «qualcuno chiamò i soccorsi».




Desirée Mariottini, secondo quanto emerso, forse conosceva i suoi carnefici visto che era stata più volte nel casolare abbandonato a San Lorenzo.

Secondo l’accusa quella notte i fermati, insieme con altre persone, hanno somministrato stupefacenti alla sedicenne il pomeriggio del 18 ottobre in modo da ridurla in stato di incoscienza. A quel punto hanno abusato di lei per poi abbandonarla fino alla morte avvenuta nella notte del 19 ottobre.

Ieri è stata una giornata convulsa per gli investigatori. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Stefano Pizza erano arrivati in questura intorno alle 13 per sentire una decina di persone, nomi che erano stati fatti dai testimoni presenti quella notte. Poi il cerchio si è stretto intorno ai due stranieri, ma le verifiche sono ancora in corso.

Il primo fermo è scattato nella tarda serata di ieri, il secondo nel corso della notte, intorno all’una, dopo un lunghissimo interrogatorio. Gli investigatori avevano ascoltato una decina di persone, tra cui un amico e le tre amiche della ragazza che avevano passato con lei la serata. Dalle loro parole sono arrivate indicazioni utili alla ricostruzione degli eventi. Almeno altri quattro gli indagati per la morte della ragazza.