“Come il Vento nel Mare”, Sergio Nazzaro presenta la graphic novel sul dramma dell’immigrazione “Mediterraneo”

11/07/2018 di

Sergio Nazzaro, giornalista e scrittore, sarà ospite sabato 14 luglio, alla seconda edizione del Festival “Come il Vento nel Mare”, la rassegna culturale ospitata dall’Hotel Miramare al lido di Latina, organizzata e sostenuta da Vito Miceli e Giovanna Cunetta, ideato e diretto da Andrea Alicandro, con la direzione artistica di Massimiliano Coccia.

Lo scrittore, alle ore 19.30, presenterà il suo libro “Mediterraneo”, un’opera creata anche grazie al fumettista Luca Ferrara, nella quale la narrazione è lasciata ai soli disegni. Una graphic novel realizzata dalla Round Robin Editrice, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, dove le parole non bastano più per raccontare un mare che ha visto e continua a veder morire uomini, donne e bambini, colpevoli solo di voler raggiungere l’Europa alla ricerca di una vita migliore. È per questo che Mediterraneo diventa un racconto disegnato e la scelta della narrazione per immagini vuole porre il lettore di fronte alla crudeltà della vita. 

Un mare, il Mediterraneo, che «per vergogna ha ritirato le sue acque»,per mostrare agli uomini quello che nascondono gli abissi. Rivelando con vergogna una profondità fatta di corpi, quelli di chi ha cercato di attraversare il mare per trovare salvezza in un’altra riva, per scappare da una patria diventata ostile, per provare a cercare un futuro migliore per i figli. Protagonista del fumetto è Amalia, una bambina figlia del dramma dell’immigrazione, unica superstite di una famiglia spazzata via dal mare e dall’indifferenza.

Amalia, al posto del mare incontra una profondità arida di sabbia e cadaveri: ciò che resta di quella che una volta era la culla delle culture. Il più grande cimitero d’Europa che si mostra ai lettori nella sua semplice crudeltà. 

La narrazione per immagini non lascia spazio a interpretazioni, trasportando il lettore di fronte all’unica verità possibile, pagina dopo pagina. La scelta di non “scrivere” di non “dire” ciò che è evidente, è il modo in cui questa storia viene narrata.  

Abbiamo fatto due chiacchiere con Sergio Nazzaro che, oltre a illustrarci alcuni aspetti del libro che presenterà,

L’autore Sergio Nazzaro

ci ha lasciato qualche anticipazione sull’uscita del suo ultimo lavoro “Palma di Dio”, un reportage narrativo incredibile e commovente sulle contraddizioni e la sofferenza di chi vive la propria esistenza ultimo tra gli ultimi; un romanzo-inchiesta che vuole dar voce al grido di dolore di una terra martoriata dalla camorra.

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro, cosa diresti?

E’ un libro di silenzi che immagina semplicemente un’idea: il Mediterraneo ritira le proprie acque per vergogna e rimane un mare arido e deserto. E’ una riflessione, è la volontà di porre un dubbio di fronte alle tante certezze che ci sono oggi.

Ti sei già occupato di immigrazione con “Castel Volturno”, tema che ti sta particolarmente a cuore?

Non è un tema da cui si può prescindere. Vive da sempre questo fenomeno. Sono gli stessi italiani a esser stati migranti, anche io sono figlio di migrante della Svizzera, dove sono nato. E’ un tema che tocca sempre la storia e la quotidianità di tutti quanti. E’ il tema di coloro che si muovono per vivere.

Come è nata questa idea di una graphic novel solo di immagini e senza parole?

L’idea è quella di utilizzare il fumetto come medium, per poter parlare attraverso le immagini e, ancor di più togliendo le parole, quindi lasciando solo le figure. Alle spalle c’è un lavoro molto complesso di sceneggiatura dove poi sono state sottratte volutamente le parole perché si è già detto troppo.

Come mai il confine del Mediterraneo?

Perché è il nostro luogo, il nostro mare. E’ qui che sta accadendo in questo momento tutta la storia ed è un mare che è diventato un confine quando dovrebbe semplicemente essere un mare.

Amalia è la protagonista del libro, quale vuole essere il suo ruolo?

La storia è vista dagli occhi di una bambina perchè è lo sguardo più innocente, ma poi chi leggerà il libro capirà qual’è la vera portata di questa figura.

La paura può essere una spiegazione a tutta questa indifferenza sul tema immigrazione?

La paura è purtroppo un elemento fondamentale di questi tempi eppure, soprattutto per coloro che hanno vissuto vicino al mare, il mare è stata sempre una scoperta, non sapevi chi arrivava sulla tua terra e questo non era sempre visto come una minaccia. Il mare, tra l’altro, è sempre stato anche il porto da dove si è partiti tante volte.

Da quali elementi sei partito per scrivere questo libro?

Dall’osservazione del reale cercando poi di estrapolare una storia che non avesse semplicemente una connotazione nel reale, ma nell’immaginazione. Se noi togliamo l’acqua e gli elementi in più possiamo finalmente vedere in faccia la realtà. E io credo che questo sia necessario.

Nelle librerie è uscito il tuo nuovo libro “Palma di Dio”, vuoi anticiparci qualcosa? Chi è Paola, la protagonista?

E’ un reportage narrativo, tratto da una storia vera. Un libro al femminile che celebra la vita disperata e disperante di una donna che però non è mai vittima. E’ una donna che reagisce colpo su colpo. Lei spaccia, uccide, organizza giri di prostituzione, lavora per la camorra, non è una vittima se non solo di sé stessa. E’ un angelo della desolazione e della disperazione. E’ questa figura meridionale che però ha una sorta di angelo della morte nella sua coscienza e nella sua anima che cammina ed è soprattutto la storia di ordinaria morte a cui si può andare incontro. Quando si ascoltano queste storie c’è lo stupore, ci sono semplici vite che sono andate a rotoli.