Giornata contro l’Aids. Incontri, musica e test HIV al Conservatorio di Latina

La Giornata Mondiale contro l’Aids sarà celebrata a Latina con una serie di eventi musicali e informativi rivolti alle scuole superiori di Latina e agli studenti universitari presso il Conservatorio in via Ezio a Latina.
IL PROGRAMMA:
“L’iniziativa – spiegano i promotori – appare di particolare rilevanza per il territorio, dato il costante numero di nuove infezioni da HIV, molte volte misconosciute. Nella maggioranza dei casi l’infezione viene contratta per via sessuale senza nessuna percezione del rischio. Due pazienti su tre sono giovani sotto i 30 anni, e hanno contratto l’infezione molti anni prima. Spesso la diagnosi è tardiva. Oggi eseguire il test HIV, iniziare le cure necessarie, rappresenta una valida forma di prevenzione della malattia conclamata e anche della diffusione dell’infezione alla popolazione generale”.
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LA SITUAZIONE NEL MONDO. In aumento negli ultimi 15 anni le resistenze ai farmaci anti-HIV nei paesi del Sud del Mondo: oltre il 10% dei sieropositivi che sta per cominciare la terapia con antiretrovirali di prima linea presenta già una resistenza a questi farmaci. Lo rivela un maxi studio condotto da ben 33 esperti di vari paesi e coordinato dalla università College di Londra e dall’OMS (finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation e dallo stesso OMS).
Pubblicato in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS sulla rivista The Lancet Infectious Diseases, lo studio si è basato su 358 set di dati, relativi a 56.044 adulti di 63 paesi a basso e medio reddito, che stavano iniziando le terapie antiretrovirali di prima linea che secondo le linee guida OMS sono gli Inibitori Non Nucleosidici della Transcriptasi Inversa (NNRTI) e gli i Inibitori della Transcriptasi Inversa (NRTI). Se nessuna contromisura sarà presa, la resistenza ai farmaci NNRTI potrebbe portare a 890.000 decessi in più per AIDS e a 450.000 infezioni in più solo in Africa Sub-Sahariana entro il 2030.
Lo studio non ha preso in esame i paesi ricchi dove comunque altri dati indicano le resistenze stabili se non in declino. La comparsa delle resistenze nei paesi poveri è da riferirsi in gran parte al fatto che i sieropositivi iniziano e poi interrompono la terapia per poi ricominciarla di nuovo. Dallo studio è emerso che nel periodo 2001-2016, la probabilità di incontrare resistenze nei paesi a basso e medio reddito (Africa Sub-Sahariana, America Latina e Asia) va aumentando. L’aumento annuo di resistenze ai NNRTI è massimo in Africa Orientale (+29% ogni anno) e in Africa Meridionale (+23%), con un aumento assoluto di 1,8 punti percentuali solo tra 2015 e 2016); l’aumento minore si è registrato in Asia (+11% annuo).
Le resistenze sono più frequenti in Africa del Sud dove riguardano ben l’11,1% delle persone che stanno per iniziare una terapia di prima linea, il 10,1% in Africa Orientale, il 7,2% in Africa Occidentale/Centrale, il 9,4% in America Latina.
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