Criminalità e Ater, ascoltato il direttore della sede di Latina

Alcune proprietà immobiliari delle Aziende territoriali per l’edilizia residenziale (Ater) appaiono in balia di alcune consorterie criminali nella gestione degli immobili, occupati abusivamente, o per la vendita di sostanze stupefacenti.
È uno degli aspetti che emerge dal lavoro della commissione consiliare speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel territorio regionale, presieduta da Baldassarre Favara (Pd). La commissione ha dato parere favorevole alla prima relazione annuale sull’attività svolta dalla commissione stessa.
La commissione ha ascoltato il direttore generale dell’Ater di Latina, Paolo Ciampi, il commissario straordinario dell’Ater di Roma Giovanni Tamburino e Antonio Ciotoli, commissario straordinario dell’Ater della provincia di Frosinone.
L’Ater di Roma gestisce 48.000 alloggi, con un numero di inquilini pari a 148.000 abitanti.
«La struttura regionale – spiega la commissione – ha trasmesso dall’1 settembre 2015 all’8 febbraio 2016, 72 notizie di reato all’autorità giudiziaria, tutte inerenti il reato di occupazione abusiva di edifici. Nel complesso residenziale Ater di Frosinone denominato il Casermone sono state effettuate due operazioni antidroga che hanno colpito due agguerrite associazioni criminali, operative 24 ore su 24 con sentinelle e addetti alla vendita di stupefacenti. Una delle strutture criminali guadagnava giornalmente dai 10.000 ai 40.000 euro, con una clientela proveniente da tutta la provincia (gli accessi giornalieri erano anche di 500 persone).
Il Lazio è la regione che ha maggiori criticità sulla diffusione delle droghe, oltre 4.000 soggetti coinvolti. Dalla relazione emerge che Viterbo e Rieti sembrano essere quelle meno interessate dal fenomeno della criminalità organizzata, anche se la relazione pone una particolare attenzione ai pericoli delle consorterie criminali nei lavori per la ricostruzione in seguito al terremoto».
Il presidente Favara si dichiara «molto soddisfatto del risultato ottenuto. Questa relazione è il frutto di un’intensa attività durata oltre un anno, nel corso del quale sono state auditi sindaci, rappresentanti delle forze dell’ordine e sono stati esaminati numerosi atti giudiziari, relazioni al parlamento della commissione parlamentare antimafia della IX legislatura, della Direzione investigativa antimafia (Dia), della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna) e di numerosi altri documenti ufficiali».