Dossier immigrazione, a Latina gli stranieri aumentano del 3,8%. Tutti i numeri

Secondo i dati diffusi dal Dossier Immigrazione 2017, il Lazio, con 662.927 residenti stranieri, è la seconda regione dopo la Lombardia per presenza di cittadini stranieri. Tra le rispettive Città Metropolitane, al primo posto viene Roma (544.956) e al secondo posto Milano (446.923). La variazione intervenuta rispetto all’anno precedente è stata positiva (+2,8%) nel Lazio e negativa (-0,8%) in Lombardia.
Nel Lazio si segnala per i ritmi di aumento più elevati la provincia di Latina (+3,8%), seguita da quelle di Roma (+2,9%) e Frosinone (+1,6%), mentre nelle province di Rieti e Viterbo la variazione è stata pressoché nulla (rispettivamente +0,2% e -0,1%). In Lombardia solo tre province hanno registrato un aumento (+2,7% Pavia e di pochi decimi Milano e Sondrio).
Questi sono alcuni dati contenuti nel Dossier Statistico Immigrazione 2017 elaborato dal Centro Studi e Ricerche Idos in partenariato con Confronti e in collaborazione con l’Unar. Quindi, la presenza straniera si ripartisce tra le cinque province laziali come segue: 544.956 residenti a Roma, 50.067 a Latina, 30.046 a Viterbo, 24.551 a Frosinone e 13.307 a Rieti.
La provincia di Roma è anche quella con la più alta percentuale di stranieri sul totale dei residenti (12,5%), seguita da quelle di Viterbo (9,4%), Latina (8,7%), Rieti (8,5%) Frosinone (5,0%). Seppur in misura più contenuta rispetto agli anni passati, prosegue il rapporto, i cittadini stranieri continuano a registrare eccedenze, sia per il saldo naturale (+6.501) sia, specialmente, per il saldo migratorio con l’estero (+27.433); mentre entrambi i valori risultano decisamente negativi per i cittadini italiani (rispettivamente -15.744 e -7.651). In particolare resta ampio il divario sulla natalità: nel Lazio nascono 11 bambini ogni mille residenti stranieri, ma per gli italiani sono solo 8 ogni mille. Tuttavia, le nascite tra gli stranieri (7.314, il 15,4% del totale dei nuovi nati in regione) risultano in leggera flessione anche nel 2016 (-206).
DA DOVE ARRIVANO. In merito alle provenienze, la collettività romena (oltre 230mila residenti) è la più numerosa in regione come in tutte le province, seguono al secondo e terzo posto filippini (46mila) e bangladesi (35mila), entrambi concentrati quasi totalmente nell’area capitolina. Quarta è la collettività indiana (27mila), insediata soprattutto nelle province di Roma e Latina, dove è presente la seconda comunità sikh più numerosa d’Italia, noti per il loro inserimento nel settore agricolo e quinta è quella albanese (24,5mila), la cui incidenza resta particolarmente elevata nei comuni del frusinate (il 14,7% dei residenti stranieri).
A seguire, nell’ordine, ci sono le collettività ucraina, cinese e polacca: tutte con più di 20mila residenti concentrati per oltre otto decimi sul territorio della città metropolitana di Roma. Circa il 44% dei residenti stranieri ha la cittadinanza di uno Stato membro dell’Ue. Varia fortemente l’incidenza femminile: i valori più alti si registrano per le collettività dell’America centro-meridionale e dell’Europa orientale (sono donne circa il 62% dei residenti), mentre i valori più bassi per quelle dell’Asia centro-meridionale (30,0%) e dell’Africa occidentale (30,6%) e settentrionale (34,9%). A fine 2016, i cittadini stranieri titolari di un permesso di soggiorno sono circa 407mila (la cifra include anche all’incirca 35.500 persone, soprattutto minori, iscritte sul permesso del familiare), ovvero circa 35mila persone in più rispetto ai residenti non comunitari. La quota dei soggiornanti di lungo periodo è in crescita e si attesta al 53,3% (di questi il 15,8% è titolare di una carta di soggiorno per familiare di cittadino Ue), ma il valore si mantiene al di sotto della media nazionale di circa dieci punti percentuali.
PERMESSI DI LAVORO. Tra i permessi a termine, è in diminuzione di circa cinque punti percentuali rispetto allo scorso anno la quota dei titolari di un permesso per lavoro (sono il 40,4% del totale, in linea con la media nazionale), cresce in misura contenuta quella dei titolari di un permesso per motivi familiari (32,0%, media nazionale 39,7%), così come quella di coloro che hanno un permesso per studio (5,0%, media nazionale 3,4%), mentre risulta più deciso l’aumento della quota dei titolari di un permesso per asilo/motivi umanitari (12,2%, media nazionale 13,3%).
Tra i restanti permessi circa la metà è rilasciata a religiosi, i quali rappresentano l’8,8% dei soggiornanti complessivi in regione e circa il 65% di tutti i soggiornanti in Italia per lo stesso motivo. Se si escludono Roma e Latina, si legge ancora nel rapporto, le quote dei titolari di una qualche forma di protezione si attestano molto al di sopra della media regionale in tutte le restanti province (superano il 46% del totale dei soggiornanti a Rieti, il 28% a Frosinone e il 22% a Viterbo), e allo stesso modo è superiore alla media regionale la quota dei soggiornanti per lavoro in provincia di Latina, che risulta poco al di sotto del 45%.
A fine marzo 2017, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno, il sistema di accoglienza regionale ospitava 14.852 persone, l’8,0% del totale nazionale, ossia 2,5 immigrati ogni 1.000 residenti. Il 68,4% (il 78,1% in Italia) si trovava in strutture di accoglienza temporanea (Cas), mentre il 27,0% (13,5% in Italia) era inserito nella rete Sprar, la seconda più ampia per numero di posti attivati (4.442) dopo quella della Sicilia. I restanti 671 erano invece presenti in un centro di prima accoglienza (nel Lazio la struttura del Cara di Castelnuovo di Porto).
DOSSIER IMMIGRAZIONE – FOCUS
Scheda Dossier Statistico Immigrazione 2017
(FONTE: http://www.dossierimmigrazione.it)