Trans allontanate da un ristorante a Latina, interviene la polizia

12/08/2017 di Redazione

Discriminate perché trans in un ristorante sul litorale di Latina. Lo scorso giovedì Massimina Lizzeri, trans romana sulla quarantina, era andata a pranzo in un locale di fronte alla spiaggia con un’amica. Secondo la ricostruzione dei fatti la cameriera si è avvicinata loro dicendo che non erano vestite in maniera adeguata per un locale pubblico e che non potevano stare dentro con un cane. Nonostante le due fossero vestite non diversamente da altri clienti, con pareo e pantaloncini, hanno proposto di mangiare fuori. A quel punto è intervenuta la proprietaria che si è rivolta alle due donne insultandole, dicendo loro esplicitamente che «a voi trans non vi vogliamo» e spintonandole fuori dal locale.

A rendere noto l’episodio è stato il Mit, Movimento Identità Trans, che, spiega Cathy La Torre, avvocato bolognese, attivista Lgbt e membro della segreteria nazionale di Sinistra Italiana «agirà legalmente ed è certa che anche le forze dell’ordine testimonieranno con quale transfobia si sono rivolti a Massimina». Mentre le due andavano in un ristorante poco distante, sul posto – come viene riferito dal Mit – è intervenuta anche una volante della Polizia di Stato per calmare gli animi ma, nonostante la presenza degli agenti, la proprietaria ha continuato a inveire contro le transessuali.

Sull’accaduto Massimina Lizzeri ha presentato denuncia ai carabinieri della stazione di Nettuno. Quella del «2017 – conclude La Torre – è l’estate che verrà ricordata come quella in cui esercizi commerciali, strutture ricettive, fanno la lista di chi non può entrare: gay, lesbiche, trans, neri, bambini. Una discriminazione culturale inaccettabile che combatteremo in ogni sede possibile».

Intervistata dal Messaggero la titolare della spaghetteria Vittorio e Maria fornisce una versione diversa dei fatti e annuncia di aver presentato denuncia alla polizia. «Non si entra in un locale a petto nudo, mi spiace ma non mettono regole a casa mia. Sono stata contestata in malo modo, non c’entra nulla la questione sessuale».