Omicidio Emiliana/Arrestati due cugini dell’assassino

Si erano riavvicinati attraverso Facebook, la 25enne Emiliana Femiano e il suo ex convivente, Luigi Faccetti che domenica sera l’ha uccisa. È lì, sul social network, che avevano deciso di incontrarsi di nuovo. Per due ore, a Terracina, nel Lazio, hanno parlato, litigato. Poi, l’efferato omicidio. Intanto altre due persone sono state arrestate dai carabinieri di Giugliano (Napoli): due cugini che hanno accompagnato la donna all’appuntamento e che ora sono accusati di favoreggiamento personale.
Secondo quanto ricostruito dai militari, Emiliana è arrivata a Terracina domenica sera, verso mezzanotte. Ad accompagnarla Giuseppe Prisco, 21 anni, napoletano, barista e cugino di secondo grado dell’omicida, e il 19enne Marco Prisco, cugino di Giuseppe. Emiliana e Luigi – che era ai domiciliari per aver accoltellato la donna un anno fa – sono rimasti insieme due ore durante le quali si è scatenata la violenta lite.
Dopo l’omicidio, Faccetti è fuggito verso Napoli e si è fatto accompagnare in
ospedale proprio dai cugini Prisco: ai medici ha raccontato di aver subito una rapina. Una versione che non ha convinto i sanitari che hanno avvisato i carabinieri. I Prisco sono stati rintracciati tra Napoli e Afragola e sottoposti a fermo.
L’APPUNTAMENTO TRAPPOLA – Quando Eliana ha detto che sarebbe rincasata tardi perché l’avevano invitata in discoteca, la madre non è apparsa affatto preoccupata. La ragazza negli ultimi tempi infatti usciva assai di rado, ancora traumatizzata dalla bruttissima esperienza vissuta il 20 dicembre dello scorso anno quando il suo ex, non rassegnandosi alla fine della loro storia, l’aveva quasi ridotta in fin di vita con quattordici coltellate. Quell’appuntamento in discoteca era invece una trappola: Eliana invece di andare a ballare è stata condotta da qualcuno da Napoli a Terracina, nella casa dove Luigi Faccetti era agli arresti domiciliari e qui è stata uccisa, con numerosi colpi inferti probabilmente con un coltello da cucina. Faccetti, 24 anni, si è consegnato ai carabinieri confessando il delitto. Che Eliana Femiano, 25 anni, sia stata attirata in un tranello sono convinti i familiari, a cominciare dalla madre, Luisa Falanga: «Si è allontanata da casa verso le dieci di sera, dicendo che sarebbe andata a ballare con alcune amiche. Ero contenta perchè da quando fu accoltellata il 20 dicembre scorso non usciva quasi mai.
Soprattutto aveva paura di quell’uomo». Per questo respinge la definizione di «conviventi» che gli organi di informazione hanno dato in mattinata dei due giovani. «Lei era terrorizzata. In questi mesi sono arrivata anche telefonate di minaccia, ma nessuno immaginava che sarebbe finita così».«È probabile – spiega la Falanga – che
qualche amica, complice di Faccetti, l’abbia convinta a uscire e l’abbia condotta a Terracina. Eliana mi aveva detto di non stare in pensiero perchè sarebbe andata in discoteca e avrebbe lasciato il cellulare in macchina. Ma alle quattro di mattina non era rincasata ancora e allora ho chiamato, ma il telefono squillava a vuoto. Alle otto di stamattina mi hanno telefonato i carabinieri per darmi la notizia della morte» Il dolore si accompagna alla rabbia. I familiari ritengono che l’omicidio poteva essere evitato se solo la giustizia fosse stata più rigorosa nei confronti di Faccetti. Dopo aver ferito gravemente Eliana in via Cusenz a Napoli, nei pressi di casa della ragazza, Faccetti si era costituito. Ha trascorso in carcere otto mesi poi in estate un giudice per le indagini preliminare, di turno «feriale», gli ha concesso gli arresti domiciliari nella casa di Terracina, dove vivono i genitori. Nel frattempo il giovane è stato condannato a 8 anni di reclusione per tentato omicidio al termine di un processo con rito abbreviato, che prevede la riduzione di un terzo della pena. Il gip di Napoli, nel concedere i domiciliari, aveva ritenuto attenuate le esigenze cautelari in considerazione del fatto che l’indagato, che è incensurato, si era costituito e aveva confessato. «Non chiediamo vendetta, ma denunciamo l’incoscienza dei giudici che hanno rimandato a casa una persona così pericolosa, che aveva già ridotto in fin di vita Eliana», ha detto lo zio della vittima, Antonio Marauccio. Ma la tragedia, ad avviso dei parenti, chiama in causa anche altre responsabilità: «Nella casa di Terracina – sottolinea la mamma di Eliana – comunque abitavano anche il padre e la madre di quell’uomo. È possibile che erano presenti al
momento dell’omicidio, come è possibile che potevano soccorrere Eliana e l’hanno lasciata invece morire».
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