Dispersione idrica, Legambiente: A Latina passa dal 62% al 67%

28/07/2017 di
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Legambiente Lazio, raccogliendo i numeri delle ultime 6 edizioni di Ecosistema Urbano dal 2011 al 2016, presenta il rapporto Acquedotti Colabrodo, da cui emerge un peggioramento repentino e costante in questi anni. Se infatti era chiaro a tutti l’enorme portata di acqua dispersa dalle reti, il trend in peggioramento mette ancora più in chiaro alcune dinamiche, ed emerge che negli ultimi anni i gestori in determinati territori, hanno smesso di investire causando un sostanziale raddoppio della dispersione.

Se la dispersione idrica a Roma era al 27% nel 2011, arriva al 44,4% con un costante peggioramento anno dopo anno. Dato ancor peggiore quello di Frosinone, ambito gestito da Acea Ato5 da 5 anni, che passa dal 39% nel 2011, ad un impressionante 75,4% del 2016. Diverso il discorso per gli altri capoluoghi con dispersione grave ma più stabile, la perdita a Rieti che passa dal 45% al 53,8% e Latina dal 62% al 67%. Viterbo la miglior provincia fino al 2013 con il 14% di dispersione, ha cessato di inviare i dati negli ultimi 3 anni.

«I dati sulla dispersione – spiega Legambiente in una nota – sono raddoppiati a Roma e Frosinone negli ultimi 6 anni, ed è vergongnoso se si pensa alla crisi idrica attuale che nasce da mancati investimenti del recente passato – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – se infatti era chiaro a tutti che gli acquedotti perdono una quantità indecente di acqua, si aggiunge il fatto che solo pochi anni fa i numeri erano ben altri. Sembra come se i gestori abbiano smesso completamente di investire nella manutenzione acquedottistica e a fronte di ciò cerchino di emungere più acqua possibile dalle risorse naturali straordinarie del Lazio come il Lago di Bracciano, il Peschiera nel reatino, l’Acqua Marcia dai Simbruini o la captazione del Pertuso che ha fornito acqua alle tubature colabrodo, mandando il fiume Aniene sotto la soglia minima vitale di portata».

  1. Rinuncerei volentieri pure ad una visita della Boldrini pur di vedere ridotta la dispersione idrica sul territorio, a meno che non venga ad inaugurare un nuovo acquedotto piuttosto che che un parco che un nome già lo aveva.