Nessun falso cieco a Minturno. Dopo 5 anni indagine archiviata, ma l’umiliazione resta

Nessun falso cieco a Minturno, l’indagine crolla davanti ai giudici che hanno archiviato il procedimento penale nei confronti di un’intera famiglia di Minturno. Secondo la Procura madre e figli avevano ottenuto pensioni attestando falsamente di essere ciechi, ma in realtà la loro patologia esiste eccome. «In realtà – spiega l’avvocato Pasquale Lattari che ha assistito la famiglia – l’unica colpa di questi soggetti era ed è essere nati con una patologia nota come aniridia congenita dovuta a una mutazione del Dna. Peccato che la Polizia giudiziaria e la Procura di Torino da cui partiva la richiesta si siano dimenticati di verificare molto più semplicemente la patologia. Inoltre la legge 138 del 2001 equipara le persone affetta da tale patologia, noti anche come ipovedenti gravi, alla stessa categoria dei ciechi totali a tutti gli effetti previsti indennità e pensioni o collocamento obbligatorio come centralinisti».
«Peccato – prosegue l’avvocato Lattari riflettendo sul caso – che a seguito di tali fatti per quanto puoi pensare ed esser convinto di esser innocente e di non aver fatto nulla – e la signora Gaetana Tuccinardi lo era – e lo possono testimoniare tutti i dipendenti del tribunale di Latina dove la stessa per anni ha lavorato come centralinista – viene meno il riconoscimento delle persone che ti circondano che ti additano e ti citano, e sotto sotto anche quelli che ti stanno vicino pensano, e tu lo percepisci, che qualcosa hai fatto per meritarti tutto questo clamore… Alla fine cedi e cadi nello sconforto. Stato d’animo che, unito alle gravi patologia da cui era ultimamente affetta, ti porta ad abbandonare ogni resistenza alla malattia e a morire. Sì perché la Tuccinardi non è morta per questo procedimento, ma per le conseguenze “mediate”».
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