Incendio a Pomezia, la nube si sposta verso il litorale. Effettuati controlli sull’aria

I vigili del fuoco stanno ancora lavorando per spegnere l’incendio che da due giorni sta interessando lo stabilimento della ditta «Eco X» su via Pontina, nei pressi di Pomezia, vicino Roma. A quanto riferito, i pompieri stanno smassando il materiale per spegnere i focolai e si sta sprigionando così ancora fumo che, a causa del forte vento, va verso il litorale.
QUALITA’ DELL’ARIA. Anche nella giornata di ieri, così come venerdì, i dati rilevati dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria a Pomezia e nella provincia di Roma e quelli rilevati dal mezzo mobile posizionato nel centro abitato di Albano Laziale «non hanno evidenziato superamenti dei limiti previsti dal D.lgs 155/2010». Lo rende noto Arpa Lazio in merito all’incendio di venerdì scorso alla Eco X, a Pomezia. «Inoltre le medie giornaliere e le medie orarie osservate continuano ad essere in linea con quelle dei giorni precedenti e con i valori normalmente rilevati in questo periodo dell’anno – prosegue l’Arpa -. Oggi i tecnici dell’Agenzia hanno provveduto a prelevare i primi campioni dai campionatori che erano stati collocati in prossimità dello stabilimento interessato dal rogo nella giornata di venerdì. Nei prossimi giorni, nei minimi tempi tecnici consentiti dalle procedure analitiche, saranno disponibili gli esiti delle determinazioni».
MALORI ALL’OUTLET, SCIOPERO. «A oltre 24 ore dal rogo della Eco X di Pomezia non si hanno ancora indicazioni certe dalle autorità competenti circa le condizioni di sicurezza per i cittadini e i lavoratori del circondario di Pomezia e delle zone adiacenti. Dopo il verificarsi di malesseri fra i lavoratori dell’outlet di Castel Romano, riteniamo quindi necessario proclamare lo sciopero a oltranza nel sito, con effetto immediato, fino a quando non saranno ripristinate le condizioni di sicurezza, comunicate ufficialmente da chi di dovere». Così la Cgil, la Filctem, la Filctem e la Fiom Cgil di Roma e del Lazio.
LA NUBE PREOCCUPA. La nube si abbassa, diventa più chiara ma i suoi miasmi raggiungono i quartieri a sud di Roma, i comuni sul litorale e Pomezia, una città fantasma con poche persone in giro e con i volti coperti da mascherine, che continua a subire le conseguenze dell’incendio divampato ieri mattina nello stabilimento della ditta «Eco X» sulla via Pontina Vecchia specializzato nello smistamento di rifiuti, soprattutto plastica, carta, ferro e materiali edilizi. Mentre i vigili del fuoco proseguono con le operazioni di spegnimento degli ultimi tre focolai e lo ‘smassamentò delle macerie, crescono i timori che la nube porti con sé sostanze come l’amianto e la diossina. I primi dati diffusi da Arpa Lazio rilevati dalle stazioni di monitoraggio dell’aria hanno rilevato che gli inquinanti sono nei limiti di legge. Ma bisognerà attendere qualche giorno per vedere i risultati dei «campionatori» installati nell’area più vicina al rogo. Contemporaneamente, però, divampano le polemiche tra gli attori che avrebbero dovuto vigilare per prevenire l’incendio: il Comando dei vigili urbani di Pomezia, il Noe e la Asl Rm6 in un continuo rimpallo di responsabilità. Fatto sta che ieri è emerso con chiarezza che nessuno dei tre organismi ha compiuto un controllo o un sopralluogo nello stabilimento dove si è sviluppato l’incendio, nonostante la denuncia-esposto presentata sei mesi fa dai residenti.
Ora però è la nube a far paura, con il suo odore acre e nauseabondo che irrita occhi, gola e narici; ha avvolto Pomezia, e le farmacie della piccola cittadina a sud di Roma sono state assaltate: tutti a chiedere le mascherine col filtro tanto che le scorte sono ormai terminate. «Arriveranno lunedì, quando saremo tutti morti intossicati», dice sconsolato un residente. Una città deserta dunque, dove latitano bambini e anziani, e dove i più giovani usano l’ironia: «Più che a Pomezia sembra di essere in Giappone», dice uno di loro ridendo riferendosi al massiccio e inedito uso delle mascherine da parte dei suoi concittadini. Il sindaco di Pomezia Fabio Fucci ha disposto intanto un lavaggio straordinario delle strade di alcuni quartieri proprio per arginare le polveri che si sono depositate a terra dopo l’incendio.
Ma l’odore acre si è avvertito anche ad Ardea, nei comuni sul mare come Torvajanica, e poi ha raggiunto Roma coinvolgendo l’estrema periferia sud: dall’outlet di Castel Romano, dove il sindacato Usb ha segnalato che due commesse sono finite in ospedale per malori, a Tor de Cenci, Decima e Spinaceto. Odori che, secondo segnalazioni dei cittadini, hanno lambito anche Eur, la zona di Piramide e, in serata, in modo sfumato, anche il Centro storico. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha consigliato ai cittadini di tenere le finestre chiuse, in caso si sentano e chiesto all’Arpa di installare una centralina per monitorare la qualità dell’aria a Spinaceto. I primi risultati delle analisi dell’Arpa saranno analizzati martedì in un incontro alla Regione Lazio. Chi non ha dubbi che all’interno della Eco X non ci siano tracce di amianto per ora è solo l’amministratore delegato della stessa azienda: «Escludo che nel nostro stabilimento ci fossero rifiuti pericolosi e che ci sia amianto sul tetto, visto che è di cemento».
COLDIRETTI. «Occorre mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza, tutelare i cittadini e le imprese agricole evitando però pericolosi allarmismi». È quanto afferma la Coldiretti, che aggiunge: «Occorre al più presto superare la situazione di emergenza, verificare la realtà dei fatti su dati e analisi concreti e poi immediatamente accertare le responsabilità e i danni diretti ed indiretti alle imprese agricole impegnate nel garantire la qualità delle produzioni locali».
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.