Ponte Rosso, il Parco del Circeo bacchetta la Provincia

10/11/2010 di
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“Non si usi la tutela del Canale Romano per riproporre l’abbattimento del Ponte Rosso”. Il Parco del Circeo torna  sul contestato tema del ponte nel lago di Paola e attacca: “In relazione alla nota della Provincia di Latina con cui, a seguito del crollo della “Casa dei Gladiatori” a Pompei, si esprime preoccupazione per lo stato bel Canale Romano nel Parco del Circeo e si imputa all’Ente Parco inerzia a fronte di un progetto d’intervento della Provincia, corre l’obbligo di esprimere alcune precisazioni. Per l’ennesima volta si ribadisca che la Provincia di Latina non ha mai formalizzato alcun progetto all’Ente Parco con cui si chiedeva nulla osta per interventi sul Canale Romano; infatti lo studio di fattibilità presentato nell’ottobre 2008, e giudicato incompleto dalla stessa Provincia, non può essere in alcun modo considerato un progetto”.

Lo studio di fattibilità prevedeva un intervento di recupero delle sponde del Canale Romano contestualmente ad una trasformazione dello stesso al fine di renderlo navigabile sino ad una profondità di 2 metri e 90 centimetri (contro l’attuale metro e mezzo circa); prevedeva inoltre l’abbattimento del Ponte Rosso e alla sua sostituzione con un ponte mobile.

“Come si comprende perfettamente dalla prima pagina e da una serie di tavole introduttive dello stesso studio, che illustra come un’imbarcazione di dimensioni significative avrebbe potuto attraversare il Canale Romano, l’obiettivo prioritario dell’ipotesi era quello di rendere accessibile il Lago di Paola attraverso un intervento strutturale sul canale di accesso; il resto, in massima parte condivisibile, appariva come accessorio rispetto a questo obiettivo. Nell’ambito dei confronti preliminari che si sono svolti – continua il Parco – l’Ente ha dichiarato la propria disponibilità ad assumere sin da subito la parte relativa ai meri interventi di restauro e di fruizione ed ha proposto di dividere in due distinti progetti l’ipotesi proposta dalla Provincia, un progetto relativo alla parte di recupero e restauro ed un altro relativo agli interventi strutturali; la Provincia di Latina non ritenne di dover aderire a questa proposta. Se la Provincia di Latina intende rivedere questa posizione e mettere a disposizione della Soprintendenza la somma (o parte di questa) accantonata per l’intervento sul Canale Romano per consentire i primi interventi di restauro e messa in sicurezza, da realizzarsi senza ulteriori richieste sull’abbattimento del Ponte Rosso o sull’escavo del Canale Romano che nulla c’entrano con gli interventi di tutela che vanno posti in essere, l’Ente Parco è assolutamente disponibile a qualunque forma di collaborazione per rendere possibili i lavori nel più breve tempo possibile. Si ricorda che dalle recenti analisi della Soprintendenza e dagli studi della Facoltà di Archeologia dell’Università La Sapienza commissionati dall’Ente Parco, i principali problemi al Canale Romano sono derivati dall’abbattimento della vecchia “chiusa a mare, detta “Chiusa Innocenziana”, avvenuto (come dichiarato formalmente anche dal Comune di Sabaudia) in termini di illegalità poiché fatto prima che la conferenza si servizi insediatasi per le autorizzazioni di rito si pronunciasse in via definitiva. I crolli di Pompei hanno giustamente suscitato in tutti sdegno ed impressione, è giustissimo dunque riflettere su situazioni analoghe e prevenire ulteriori disastri al nostro patrimonio culturale. Si faccia però attenzione ad evitare confusioni ed ad non utilizzare l’emotività come pretesto per interventi dove la tutela costituisce l’abbellimento formale di progetti che potrebbero stravolgere luoghi e manufatti e con essi ambienti naturali oltre che assolutamente significativi per la nostra storia di un territorio”.