Nel Lazio 11 nuove strutture antiviolenza per le donne

Nicola Zingaretti annuncia 5 milioni di euro per i centri antiviolenza, le case rifugio, la rete anti-tratta e una serie di “azioni concrete come le borse di studio per i bambini orfani di femminicidio”. E’ già online l’avviso pubblico per l’apertura di 11 nuove strutture: 8 centri antiviolenza e 3 case rifugio. L’iniziativa permetterà l’allargamento della rete dei servizi antiviolenza finanziati dalla Regione Lazio a tutte le province. Questa la distribuzione dei nuovi centri antiviolenza: 3 a Roma Capitale, 2 nell’area metropolitana di Roma e uno nelle province di Latina, Rieti e Viterbo. Saranno invece 3 le case rifugio: una a Rieti, una a Viterbo e una a Frosinone.
Questi i finanziamenti previsti:
• € 1.039.000 andrà a bando per l’istituzione di 8 centri antiviolenza (3 a Roma Capitale, 2 nell’area metropolitana di Roma e uno nelle province di Latina, Rieti e Viterbo) e di 3 case rifugio (una a Rieti, una a Viterbo e una a Frosinone). L’iniziativa permetterà l’allargamento della rete dei servizi antiviolenza finanziati dalla Regione Lazio a tutte le province (oggi mancano all’appello Rieti e Viterbo): complessivamente le strutture passeranno da 14 a 25. La Regione assegnerà 170mila euro per ogni nuova casa rifugio e 66mila euro per ogni nuovo centro antiviolenza. Il bando è riservato agli enti locali obbligatoriamente in partnership con le associazioni e organizzazioni che operano nell’ambito del contrasto alla violenza. Le domande dovranno pervenire alla Regione Lazio entro il 15 febbraio 2017;
• € 275mila andranno alla Città metropolitana a copertura dell’importo assegnato con DGR 830/2014 per il sostegno dei centri già esistenti;
• € 132mila saranno finalizzati alla formazione delle figure professionali che si occupano di violenza di genere.
Commenta l’assessore regionale alle Politiche sociali Rita Visini: “Con la pubblicazione del bando per le nuove strutture rafforziamo la rete dei servizi antiviolenza scegliendo di investire soprattutto sul lavoro decisivo che viene svolto sul territorio dall’associazionismo e dal Terzo settore. Adesso andremo avanti, daremo continuità a quanto fatto e metteremo in campo tutte le strategie possibili per spezzare la spirale della violenza, su tutti i fronti: quello educativo e culturale in primo luogo, e poi quello degli interventi di tutela sociale in difesa di chi si ritrova a vivere il dramma della violenza sulla propria pelle”.
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