Vertice di Ventotene, questore De Matteis: Impiegati 100 uomini, come in una partita di serie B

Una giornata così a Ventotene se la ricorderanno per un pezzo per la presenza massiccia delle forze dell’ordine, ma il vertice Renzi-Merkel-Hollande non ha stravolto le abitudini di residenti e turisti della piccola isola pontina. L’immagine del giorno è quella dell’elicottero militare con i tre leader a bordo che atterra accanto al cimitero che accoglie la tomba di Altiero Spinelli mentre più giù, in spiaggia, i bagnanti continuano tranquilli a prendere il sole, con il naso per aria. Dopo un quarto d’ora abbondante i capi di governo di Italia, Germania e Francia ripartono e il dispositivo di sicurezza imponente allestito fin dai giorni scorsi inizia ad essere ritirato. Una lunga attesa al sole per l’arrivo di Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande per i giornalisti e i pochi manifestanti del Partito Radicale e della Gioventù federalista europea, pro Ue ma delusi da quella attuale.
Per i vacanzieri e gli abitanti di Ventotene l’impatto c’è stato al mattino con lo sbarco dal traghetto di decine di poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco e operatori sanitari del 118. Impressionante la processione di uomini, mezzi e cani antiesplosivo per le strette vie dell’isola, tra la curiosità, le foto e qualche commento infastidito. Ma il contingente si è poi concentrato nella parte di Ventotene dove sorge il piccolo cimitero con la tomba del padre dell’Europa unita Spinelli, meta della visita dei tre leader. La portaerei Garibaldi che ospitava il vertice si è tenuta al largo dell’isola.
«Non abbiamo voluto interferire con la vita quotidiana di Ventotene», ha detto il questore di Latina Giuseppe De Matteis, responsabile della sicurezza di terra dei tre leader, che ha parlato di «prova internazionale di efficienza agile e snella». Poco più di un centinaio gli effettivi impiegati, «come per una partita di calcio di serie B tranquilla», ha scherzato De Matteis. Mentre il cimitero veniva circondato dalle forze dell’ordine, sulla terrazza di un bar destinato a stampa e manifestanti qualche residente di Ventotene parlava dei guai dell’isola.
«Nelle parti alte manca da anni la luce nelle strade, eppure la paghiamo», dice una donna che vive qui da 28 anni. Il Comune è commissariato da giugno per mancata approvazione del bilancio e conseguente scioglimento. Ora alcuni abitanti – poche centinaia d’inverno -, sperano nei fondi del governo e dell’Ue destinati a restaurare il carcere borbonico dell’isolotto di Santo Stefano e a valorizzare i luoghi simbolo dei confinati di epoca fascista.
Quel carcere «che per gli italiani è il luogo dove Sandro Pertini e Umberto Terracini sono stati in prigione, per gli europei deve diventare qualcosa di diverso: lì nascerà un campus universitario con 99 celle che diventeranno 99 camere per programmi di formazione delle nuove elite europee», ha promesso Renzi.
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