Case dei Vip su aree pubbliche, il Comune di Latina chiede 1,8 milioni

25/11/2015 di
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I 5 palazzi finiti nell'inchiesta dei carabinieri

I 5 palazzi finiti nell’inchiesta dei carabinieri

Il Comune chiede il conto, 1,8 milioni, per le case dei vip costruite su un’area pubblica. Il commissario Barbato ha firmato la delibera per l’invio delle lettere ai proprietari delle case realizzate in viale Nervi di fronte al Palazzo di Vetro.

L’invito è «a regolarizzare la proprietà tramite il pagamento in solido del valore stimato delle aree trasformate al fine di evitare l’acquisizione dei predetti immobili e di stabilire l’annullamento del titolo edilizio rilasciato». Oltre alla richiesta del pagamento il Comune ha deciso di inviare tutti gli atti alla Corte dei Conti per le opportune verifiche.

LE TAPPE. La vicenda è al vaglio dei carabinieri che indagano per conto della Procura di Latina. Per capire cosa è successo occorre tener presenti 3 passaggi fondamentali.

  1. Nel 1980 i terreni privati di fronte al Palazzo di Vetro (all’epoca inesistente) vengono espropriati per conto del Comune: servivano a realizzare verde pubblico e servizi per il quartiere.
  2. Nel 1988 furono approvati i piani particolareggiati dei quartieri Q1 e Q3, poi passati anche in Regione nel 1992. Nel quartiere vengono previste nuove cubature.
  3. Nel 1998 attraverso un atto notarile i privati cedono una parte del terreno al Comune di Latina in cambio di una notevole cubatura con la quale realizzano 5 palazzine di pregio, per un totale di 21.000 metri cubi. Nessuno fa notare che i terreni ceduti erano già del Comune che li aveva espropriati nel 1980, dunque i privati ottengono preziose cubature in cambio di nulla.

Questi i passaggi sui quali indagano i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, per capire cosa sia accaduto e stabilire eventuali responsabilità.


palazzine-viale-nervi-latina-3L’ESPROPRIO E IL PROGETTO IACP
. Negli anni Settanta il Comune di Latina approvò un progetto predisposto dall’Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Latina relativo alle opere di urbanizzazione da realizzare nell’ambito del piano di Zona del quartiere Q1. Si tratta dell’area che comprende le case popolari conosciute come “Arlecchino” per la loro particolare colorazione e che racchiude una vasta zona fino a viale Nervi dove oggi sorge il Palazzo di Vetro. Nel quadrante, che sull’altro lato confina con via del Lido, andavano realizzate opere di interesse pubblico, come ad esempio le preziose aree verdi che oggi scarseggiano sempre di più. Per questo motivo il Comune espropriò molti terreni, pagando indennità per diversi milioni di vecchie lire ai proprietari delle aree. Tra i terreni finiti in questo modo nelle mani del Comune c’erano anche quelli dove oggi sorgono le 5 palazzine di pregio finite nell’indagine dei carabinieri. Come è possibile che furono edificati dai privati se i terreni erano del Comune?

palazzine-viale-nervi-latina-4INDAGINE NATA PER CASO. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando, nel febbraio scorso, i tecnici comunali sono chiamati a valutare un progetto che non c’entra nulla con questa vicenda: la realizzazione di un parcheggio di fronte al Palazzo di Vetro per sanare alcuni abusi realizzati all’interno del centro commerciale (nella zona dove c’è un cinema che in realtà doveva essere un parcheggio). Il progetto, al momento fermo, prevede la realizzazione di posti auto nel terreno accanto al semaforo di “Gommalandia”, proprio all’incrocio con viale Nervi.

Analizzando le carte si scopre che il terreno è comunale, così come l’intera area espropriata nel 1980, anche i terreni dove sorgono i palazzi signorili. Immaginabile lo stupore dei tecnici del Comune: immediatamente parte una segnalazione alla Procura per verificare l’anomalia di quelle 5 palazzine sorte su terreni del Comune. Scatta l’inchiesta del pm Giuseppe Miliano.

Non c’è voluto molto a scoprire che quei terreni erano del Comune dal 1980 e che, nel 1998, i privati avevano ceduto gratuitamente una parte delle aree (in realtà non di loro proprietà) ottenendo nuova volumetria per costruire nella zona adiacente. Hanno in sostanza regalato al Comune dei terreni che erano già suoi. E in cambio hanno potuto costruire 21.172 metri cubi, divisi in 5 palazzine, su terreni comunali. Un bell’affare, per i privati ovviamente, non certo per il Comune e per la collettività.

LA CONVENZIONE E LE CUBATURE. La convenzione tra Comune e privati fu firmata nel 1998, in Municipio, dal notaio Massimo Lottini, dall’allora dirigente del settore Urbanistica ingegner Aldo Maria Calò e dai 5 proprietari dei terreni oggetto della convenzione, in particolare tre privati e due rappresentanti di società. Il notaio procedette nella stesura dell’atto di 60 pagine, comprese alcune tavole allegate. Una convenzione complessa e articolata che, semplificando per rendere la questione comprensibile, può essere così sintetizzata: i privati cedettero gratuitamente al Comune una parte dei loro terreni in cambio di volumetria per costruire sui terreni adiacenti. In realtà tutti i terreni di cui si parla erano già del Comune, ma ciò non emerge in alcun modo. Il guadagno dunque è evidente per i privati. Nell’articolo 3 si legge: «Con la presente convenzione le società (…) e i signori (…) acquisiscono il diritto a realizzare le volumetrie (…) calcolate sulla base delle aree computabili ai fini dell’incremento della cubatura residenziale».

  1. La mia città doveva essere una ”città giardino” con poche macchine, con tante biciclette e servizi pubblici. Se vai in bici sei considerato uno sfigato o un extracomunitario e devi stare attento che ti vengono addosso e vai all’ospedale o al cimitero. Non ho mai visto una città in Italia con strade piene di buche come a Latina e con i servizi pubblici così malmessi.
    Però la santa alleanza tra costruttori, consiglieri e assessori comunali ha funzionato eccome:
    case con prezzi proibitivi, case popolari con il contagocce e giovani allo sbando assoldati alle mafie ed ai potenti di turno.

  2. Come era la storia che Latina con il sindaco funziona? Sta facendo più un commissario non schiavo dei costruttori che anni e anni di sindaci pupazzi.

  3. questo danno dovrebbero pagarlo i diretti responsabili cioè i vari Assessori all’Urbanistica e Dirigenti del Settore Urbanistico.
    Ma in Italia politici e dirigente non pagano mai per gli errori commessi a danno della collettività.

  4. Ancora ricordo lo slogan ” io sto con te” ahahahahahahahah e mi chiedevano pure il voto.
    Certo che a forza di notizie ( finalmente) c’e’ il rischio che davvero alle prossime elezioni possa succedere qualcosa.
    In fin dei conti ormai tutti hanno capito che un favorucolo non ne vale piu la pena.

  5. L’ennesima dimostrazione che la classe dei notai, forte solo in Italia, in realtà non serve assolutamente a niente. Non serve a controllare l’autenticità degli atti né a verificare le dichiarazioni delle parti ma solo a ratificare dietro compensi astronomici e in un italiano seicentesco operazioni che non hanno alcuna attendibilità e spesso debbono essere corretti e rivisti e riratificati dietro altrettanti compensi esorbitanti.

    • sono parte di quella CASTA composta da varie cricche che sta ammazzando l’Italia e gli italiani.

      Utilizziamo gli smartphone ma siamo un popolo medievale.

  6. Perchè si dice sempre “i privati” e non si dice mai CHI SONO per nome e cognome?

    Peraltro nemmeno si dice se gli attuali occupanti sono quegli stessi privati o loro affini, o piuttosto ignari acquirenti.

    • Seriamente? Cosa cambia sapere i nomi… Alla radice del problema ci sono i ben noti costruttori di Latina che siedono in consiglio comunale, grazie a pecoroni che hanno sempre dato il loro voto ai partiti mafiosi.

  7. Nel 1980.. c’era una volta.. quindi l’errore c’era ancor prima dell’elezione diretta a sindaco. Quindi all’epoca catto-comunista c’era la corruzione e alzavano tutti la mano ha scapito della città.

    • 1998 venne fatto l’atto senza controllare che il comune era già proprietario…. quindi è da quell’anno che i costruttori consiglieri hanno iniziato a rubare.

      • Errore umano. Firmare atti perché esistono probabilmente altri documenti che al momento avevano coperto l’errore fatto in passato. Non significa dare colpe. Le colpe ce l’hanno quelli che in quella zona hanno costruito con i patti della DC. Palazzi costruiti in mezzo le strade.. e se uno ci fa caso capisce tutto.