Carcere, a Latina 73 detenuti oltre la capienza

23/04/2015 di
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carcere-latina-ytr652ew4w2wsSecondo il dato del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) i reclusi presenti nei 14 istituti della Regione Lazio risultano essere alla data odierna 5.786 (672 in più rispetto ai 5.114 posti disponibili) di cui 412 donne e 5.374 uomini. Attualmente gli istituti che soffrono maggiormente il sovraffollamento risultano essere sono: Cassino detenuti regolamentare previsti 203, presenti 213 (+10); Civitavecchia detenuti regolamentare previsti 344, presenti 456 (+112); Frosinone detenuti regolamentare previsti 310, presenti 492(+182); Latina detenuti regolamentare previsti 76, presenti 149 (+73); CCF Rebibbia detenuti regolamentare previsti 263, presenti 351 (+88); NC Rebibbia detenuti regolamentare previsti 1.235 presenti 1.525 (+290); Regina Coeli detenuti regolamentare previsti 642, presenti 918 (+276); Velletri detenuti regolamentare previsti 408, presenti 539 (+131). Così in una nota Massimo Costantino, segretario generale aggiunto Fns Cisl Lazio.

«Preoccupante – continua Costantino – risultano essere, allo stato attuale, oltre al sovraffollamento degli Istituti Penitenziari sopra descritto, anche situazioni critiche createsi presso il carcere di Frosinone ‘G.Paglieì, dove nel nuovo padiglione non risulta esserci un presidio di pronto soccorso per i detenuti, e quello del NC Civitavecchia, dove si intende aprire una sezione per l’accertamento delle infermità psichiche, ma con personale carente spostando come sempre la ‘responsabilità’ nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. Le problematiche che investono gli istituti di pena sono estremamente critiche. Il ministro Orlando si dimentica delle questioni che riguardano il personale della polizia penitenziaria e della dirigenza. Per la Fns Cisl Lazio la condizione del personale ed il malessere in tutte le sedi di servizio non può essere trascurato dal Governo ed in particolare dal ministro Orlando: è grave e superficiale immaginare che gestione delle carceri possa essere fatta senza misure volte a migliorare il ‘benesserè del personale che sinora in silenzio ha lavorato in condizioni proibitive ed in turni massacranti senza avere la speranza di un cambiamento ed un miglioramento complessivo delle proprie condizioni. Non è accettabile che la politica guardi solo alle problematiche certamente reali e delicate dei detenuti e trascuri chi opera con abnegazione e sacrificio per garantire un livello possibile di servizio di sicurezza nelle carceri italiane».