Roma-Latina, danno da 20 milioni di euro: 11 persone sotto accusa

06/02/2015 di
sottopasso-pontina-q4-latina-02

storaceAncor prima di vedere posata la prima pietra dell’autostrada Roma-Latina, già è stato quantificato un danno erariale da 20 milioni di euro “per mancato risparmio”. La procura contabile del Lazio ha citato in giudizio undici persone tra funzionari regionali e imprenditori, compreso l’ex governatore Francesco Storace. Nel 2003 fu creata la società mista Arcea, con il 51% del capitale di proprietà della Regione Lazio, incaricata di realizzare e gestire l’autostrada che avrebbe dovuto collegare la Capitale al capoluogo pontino.

La progettazione preliminare e definitiva venne affidata senza gara al Consorzio 2050, uno dei tre soci privati di Arcea, per 40 milioni di euro. I pm contabili hanno raffrontato i costi sostenuti nel 2010 per la progettazione di un’opera analoga, la Trento-Rovigo, e sono arrivati alla conclusione che si sarebbero potuti risparmiare esattamente 19.858.120 euro. In pratica, la Regione non avrebbe dovuto assegnare direttamente ad Arcea la progettazione e questa non avrebbe dovuto assegnare a sua volta l’incarico al Consorzio 2050. Secondo l’accusa, senza un regolare confronto concorrenziale sarebbero stati sprecati quasi 20 milioni di euro: soldi che ora la procura contabile chiede di restituire a coloro che ritiene responsabili di quella decisione o del mancato controllo.

fila-code-traffico-pontina-latinaLo scrive Valeria Di Corrado sul Tempo. «Nella prima udienza, fissata per luglio – si legge nell’articolo – si ritroveranno imputati davanti alla sezione giurisdizionale della Corte dei conti per il Lazio l’ex governatore Francesco Storace, il suo assessore ai Lavori pubblici Giulio Gargano, i dirigenti regionali Raniero De Filippis, Raimondo Luigi Besson, Patrizio Cuccioletta e Bernardo Maria Fabrizio (attuale amministratore delegato di Acqualatinaspa), il presidente pro tempore di Arcea Andrea Abodi, l’amministratore delegato Ruggiero Borgia e i consiglieri della società Flavio De Luca, Aurelio Saitta e Roberto Serrentino.

“Sono rimasto stupefatto perché nessuno dei miei successori politici è stato chiamato in giudizio – è il commento di Storace, segretario nazionale de La Destra e attuale vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio – Se ci sono tra gli imputati dei dirigenti passati attraverso la mia amministrazione e poi quella di Marrazzo, non capisco perché la politica si ferma solo a me. Il compito di controllo spettava anche a chi è venuto dopo di me. Vedremo cosa emergerà in dibattimento: la mia stoica fiducia nella giustizia resta comunque immutata”.

“La giunta, anche sulla base di quanto affermato dalla Corte dei conti – afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e presidente del Corecoco del Lazio Valentina Corrado – dovrebbe ripensare la propria posizione rispetto all’autostrada e dialogare con le amministrazioni locali per capire le vere necessità del territorio”.

  1. Questi vanno ergastolati, è sbagliato prendersela con il politico per il suo stipendio, prendiamocela con i ladri, che usando la leleggerezza e la disonestà dell’uomo politico, mascherati da tecnici rubano sugli appalti. Il vero cancro della corruzzione italiana. Con gli appalti onesti si elimenrebbe d’incanto il debito pubblico.

  2. L’Italia è in crisi profonda perché il ”pesce puzza dalla testa” e cioè chi comanda sta lì senza pensare più a quelli che li hanno votati e pensano solo a dividersi soldi e favori.

  3. non finirà in galera nessuno e nessuno restituirà i soldi, tutto è stato fatto a norma di legge!
    Non sono tifoso di questa gentaglia ma perchè sono le leggi statali e regionali che permettono certi marchingegni burocratici, è chiaro il concetto?