Trasporti e ortofrutta, Fondi nell’inchiesta sui clan della camorra

19/12/2014 di
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dia-dda-antimafia-polizia-ccSono 53 le persone indagate nell’inchiesta che ha portato all’operazione scattata stamattina nel Salernitano contro il clan di camorra Fezza-Petrosino D’Auria.

All’operazione hanno partecipato gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno e i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei carabinieri di Salerno, coadiuvati da un equipaggio del settimo Elinucleo di Pontecagnano e da diversi reparti dell’Arma competenti per territorio. Sono state sottoposte a sequestro preventivo quattro società operanti nel settore dei trasporti, della trasformazione di prodotti ortofrutticoli e di servizi; conti correnti e di deposito in capo alle società sequestrate e agli indagati per un valore di tre milioni di euro.

L’operazione, denominata «Criniera», ha avuto inizio nel 2009 ed è uno sviluppo delle attività investigative svolte nei confronti dello storico clan «Fezza-D’Auria Petrosino» attivo a Pagani e nei comuni limitrofi, indebolito nel corso dell’operazione «Taurania Revenge» messa a segno da forze dell’ordine e magistratura il 16 maggio scorso, con l’esecuzione di 39 misure cautelari.

Secondo gli inquirenti il clan «Fezza-D’Auria Petrosino» – con i fratelli D’Auria Petrosino Antonio e Michele, e con la complicità di imprenditori già operanti nel settore e destinatari del provvedimento cautelare – è riuscito a imporre la propria egemonia nel settore dei trasporti su strada e nella trasformazione e vendita di prodotti ortofrutticoli eliminando qualsiasi forma di concorrenza mediante intimidazioni e gravi minacce e ottenendo, così, un vero e proprio monopolio. Sono stati rilevati rapporti tra i presunti affiliati al clan e imprese di trasporto legate al clan dei Casalesi operanti nel mercati ortofrutticolo di Fondi (Latina). Le vittime, intimorite, non denunciavano per paura di ulteriori ritorsioni.

Emersi anche legami con esponenti della politica locale; l’assunzione di familiari affiliati detenuti all’interno delle società controllate nonchè presso il Consorzio di Bacino Salerno 1 grazie alla presenza, in qualità di dirigente, di Michele Petrosino D’Auria. È stato appurato che quest’ultimo è riuscito addirittura ad ottenere la sostituzione di alcuni dipendenti a lui non graditi e che due dipendenti del Consorzio per non aver aderito alle sue direttive furono picchiati selvaggiamente. Nel corso delle indagini è emerso anche l’affidamento del cottimo fiduciario per la gestione dei parcheggi a pagamento di Pagani a società controllate dal clan: è stato evidenziato che il servizio era appaltato alla società «Agency Service», poi acquisita dalla «New Service Società Cooperativa Sociale» il cui amministratore unico risulta essere Maria Califano, moglie di Michele Petrosino D’Auria. Affiliati del clan esercitavano anche pressione su alcuni membri dell’associazione «QuiPaganiLibera» che con la loro opera mettevano in risalto i legami tra il sodalizio camorristico e l’amministrazione comunale di Pagani all’epoca guidata dal sindaco Alberico Gambino.