Elezioni, otto pontini in Parlamento: eletti madre e figlio “grillini”. Tonfo Pdl

26/02/2013 di
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OTTO PONTINI IN PARLAMENTO. Eletti in Parlamento sei pontini. Claudio Fazzone (Pdl), Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni (5 stelle), Claudio Moscardelli e Raffaele Ranucci (Pd) al Senato. Alla Camera entrano Christian Iannuzzi, del Movimento 5 Stelle, Sesa Amici del Pd e Federico Fauttilli della lista Monti.

MADRE E FIGLIO ELETTI NEL M5S: Cristian Iannuzzi (eletto alla Camera) è il figlio di Ivana Simeoni (eletta al Senato), i due si trovano in Parlamento grazie alle liste di Grillo. Nessun nepotismo, sostengono i “grillini”, visto che i due sono militanti del movimento sin dall’inizio.

TONFO DEL CENTRODESTRA. Il centrodestra in provincia di Latina perde molto, a Latina città è stato protagonista di un vero e proprio tonfo: il 30% in meno dei consensi. Al Senato ha mantenuto sì il suo primato nel territorio pontino con il 39,91%, ma perdendo pezzi enormi di elettorato, una cosa che non si era mai vista dal 1993. E’ la prima volta che l’asta scende al di sotto del 50% dei voti. Nelle politiche del 2008 la coalizione ottenne il 55,77% dei voti, il 16% in più rispetto a questa tornata elettorale. All’interno della coalizione il Pdl ha ottenuto il 33,20% dei voti, Fratelli d’Italia il 3,76, La Destra il 2,24, non arrivano a un punto percentuale invece Lega Nord, Mir e Intesa Popolare.

Nel Capoluogo la coalizione ha raggiunto il 37,31% e il Pdl il 28,01, mentre nel 2008 la coalizione raggiunse il 59,15% e il Pdl il 58,41, insomma il partito di Silvio Berlusconi in città perde oltre il 30% dei consensi. Difficile anche l’ingresso alla Camera dell’assessore regionale uscente dell’Udc Aldo Forte, al secondo posto nella lista alle spalle del segretario del partito Lorenzo Cesa. Il Movimento di Grillo ha raggiunto un numero di voti superiori a quello del Partito Democratico.

TUTTI I RISULTATI DI LATINA

IL QUADRO NAZIONALE.  Boom di Grillo, rimonta di Berlusconi, centrosinistra avanti nelle percentuali e con in mano la golden share del premio di maggioranza a Montecitorio, anche se al fotofinish: molti si dicono vincitori di queste elezioni ma il primo partito Š quasi ovunque il Movimento Cinque Stelle che ha terremotato il quadro politico. E il dato centrale è che nessuna coalizione ha al Senato i numeri per governare da sola. Pier Luigi Bersani dopo una intera giornata di silenzio interviene e avverte: «gestiremo il risultato nell’interesse dell’Italia». Il segretario del Pd mette quindi un paletto sul ruolo dei democrats detentori, insieme a Sel, della maggioranza assoluta a Montecitorio. Un concetto ripreso, sia pure con diverse sfumature, dal partito di Nichi Vendola che, insieme al Pd, fa una netta apertura a Beppe Grillo, portando ad ipotizzare scenari di governo totalmente inediti. Il centrosinistra, quando è stato scrutinato l’80 per cento delle schede per il Senato e il 60 per cento della Camera, è avanti a Montecitorio, dove seppure con un piccolo margine di distacco percentuale dal Pdl-Lega, avrebbe la maggioranza netta dei deputati per effetto del premio; ma al Senato la coalizione di Bersani non ce la fa, per effetto della sconfitta nelle regioni chiave. Nessuno (nè Berlusconi, nè Bersani, nè Grillo) arriva alla soglia dei 158 seggi di Palazzo Madama. Con questi risultati la Camera Alta è praticamente bloccata; e l’incertezza sul futuro politico rimbalza subito sui mercati, dove lo spread tra i titoli italiani e i bund tedeschi si impenna fino a quota 293. Il risultato più eclatante è certamente quello di Beppe Grillo.

Gli elettori hanno premiato il movimento cinque stelle che registra un boom che va oltre ogni aspettativa. L’M5S è primo alla Camera ballando attorno al 25% con un infinitesimale vantaggio rispetto al Pd (dati ancora parziali del Viminale). Il centrosinistra arriverà al premio di maggioranza alla Camera solo grazie all’alleanza con Vendola, che gli porta un altro 3,2 e ritorna in parlamento dopo l’assenza di una legislatura. Sia il Pd che Sel cominciano a mettere i loro paletti avvertendo che la prima mossa deve spettare a chi ottiene il premio di maggioranza alla Camera.

Berlusconi, va detto, è autore di una netta rimonta; partito da sondaggi che due mesi fa assegnavano al Pdl percentuali inferiori al 20%, oggi grazie alla campagna elettorale giocata su temi caldi come la restituzione dell’Imu, al Senato è sopra il 21 e con la Lega e gli altri alleati si avvicina al 30% strappando al Pd i premi di maggioranza in Lombardia, Campania e Sicilia e Veneto, impedendo così a Bersani di vincere a Palazzo Madama. Il suo alleato leghista sconta l’attivismo del Cav fermandosi sotto il 4 per cento. Le urne hanno un sapore amaro per Mario Monti, che non raggiunge il 10 per cento alla Camera: i suoi alleati centristi Udc e Fli escono con le ossa rotte dalla prova elettorale.

Fini resterà fuori dal Parlamento mentre Casini, che ammette la sconfitta, dovrebbe invece farcela al Senato. Con questo risultato (appena migliore al Senato) il progetto centrista non può nemmeno giocare il ruolo di ago della bilancia: i voti del professore non danno la maggioranza nè al centrosinistra nè al centrodestra. Fallimentare l’esperimento di Rivoluzione Civile: la lista messa insieme da Antonio Ingroia non raggiunge il quorum, e l’insuccesso trascina fuori dal Parlamento anche Antonio Di Pietro. Con questi risultati l’incertezza sul nuovo governo è totale. Dal Pd, dopo la doccia fredda che ha gelato le speranze di Bersani alimentate dai primi instant poll, sono immediatamente arrivate una serie di precisazioni per escludere la possibilità delle larghe intese e di «inciuci» con il pdl.

Per Stefano Fassina l’unica strada da percorrere è quella che porta a nuove elezioni dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale. Enrico Letta in un primo momento si era pronunciato per il ritorno alle urne, poi si è corretto. Ma nel Pd c’è anche chi pensa che sarebbe il caso di avviare un dialogo con il Movimento cinque stelle. Nel Partito democratico sotto choc per una vittoria sfuggita sul filo di lana, tace Matteo Renzi, lo sfidante di Bersani alle primarie: sono in molti oggi a pensare che con lui alla guida del centrosinistra il risultato sarebbe stato diverso.

Il Pdl non sembra disposto ad avallare la richiesta di nuove elezioni : un’idea «irresponsabile» sostiene il Fabrizio Cicchitto. Angelino Alfano rinvia il momento delle proposte a dopo lo spoglio completo della Camera e intanto parla del «risultato straordinario» ottenuto da Berlusconi contro tutte le aspettative. A ridersela sotto i baffi è Beppe Grillo. Il leader delle cinque stelle, che ha spettato i risultati elettorali nel suo orto, si gode il successo e festeggia l’exploit con un tweet: «L’onestà andrà di moda». Niente altro. E avverte, comunque niente «inciuci».

Tutti gli occhi sono puntati sulle decine di suoi deputati che sbarcheranno a Montecitorio, per capire come si muoveranno. Rabbiosa, invece, l’amarezza di Ingroia che ha accusato Bersani di aver «consegnato il paese alla destra» rifiutando ogni accordo con Rivoluzione Civile.

  1. ora le illazioni si sprecheranno, sport nazionale degli italiani, che non sanno, che non si informano, che credono ancora a nani e ballerine da circo. Madre e figlio., Si perchè quando il movimento era appena nato a Latina 4 anni fa, chi ci credeva erano persone sostenute solo dalla loro famiglia e pochi amici. Un gruppetto di persone in uno scantinato che cercavano di creare un’alternativa. Ci sono riusciti.
    Li volete conoscere? Gli volete parlare? Li troverete per strada o alle riunioni del movimento sempre aperte a tutti!

  2. di una cosa sono contento…nonostante abbia tappezzato abusivamente tutti i muri della citta’, non e’ stato eletto Maietta lo zingaro..almeno qualcosa di positivo. purtroppo a Fazzolandia i voti vanno sempre alla stessa persona.

  3. Hanno creduto, erano sconosciuti ora il premio alla famiglia.
    Il resto forse è solo invidia.
    Ci si è già dimenticati di altre famiglie storiche in città e provincia.
    lo ” spazzino” ha solo iniziato l’opera.

  4. soddisfazione massima, forse anche a Latina è arrivata la democrazia non sostenuta dal pagamento di colazioni e bonus di 50 euro a voto. Sicuramente qualcosa cambierà, speriamo che il nano con l’ombretto capisca la vera portata del voto e non gongoli inutilmente.

  5. Quanto mi dispiaceeee! Maietta non sarà in parlamento!
    Ben gli sta, dopo aver insozzato tutta la nostra città!!!

  6. In parlamento non entra nemmeno Forte figlio. (Che goduria) Il padre gli aveva spianato la strada a discapito di elementi molto più validi che si trovano nel partito. Il guaio è che li ha resi tutti pecore. Non osano contrastarlo.

  7. Ormai abbiamo capito tutti che il futuro della città è in mano al nuovo che avanza alias M5S.

    Stupisce il fallimento totale di alcune liste.

  8. E’ solo l’ inizio ……se Grillo resiste e comincia a ricattare con durezza per ottenere in primis la completa abolizione del finanziamento ai partiti e almeno la metà del suo programma, sarà forse la sopravivenza del sistema in un modo più tollerabile. Se altresì i partiti avranno il terrore di perdere tutto sarà inevitabile uno scontro sociale e il tornare a nuove elezioni dove ….senza ombra di dubbio saranno spazzati via completamante.Il nano è furbo……..cavalcherà il grillo…a li i soldi del finanziamento non servono fa da solo….per gli altri sarà la fine.

  9. complimenti ai rappresentanti del movimentoi a 5 stelle di Latina per il risultato raggiunto, impossibile da immaginare anche solo pochi mesi fa.
    Mi auguro sapranno mantenere la corenza dimostrata fino ad oggi, e che sapranno resistere alle lusinghe che arriveranno da destra e da sinistra e soprattutto agli incentivi economici. Conoscendoli personalmente, credo ci riusciranno. Freddy

  10. Uscire dall’Euro. Tornare a stampare moneta e rilanciare le esportazioni.
    Rilanciare così anche il turismo grazie al cambio vantaggioso. Soffriremo molto i primi mesi per la svalutazione ma poi ci possiamo riprendere. Così invece soffriremo per i prossimi 20 anni e tutti fanno finta di non capirlo.

    Serve un referendum per uscire dall’Euro. Punto. Non si può più andare avanti così. Cosa ne pensate?

  11. Fazzone si sapeva che entrava, non lo ha votato la gente, lo ha messo al terzo posto della lista il PDL e l’ingresso era automatico. Legge elettorale del cacchio! Tiero è candidato alla regione.
    Scompaiono FLI e Di Pietro (tana di personaggi strani) e sta per scomparire l’UDC : EVVIVA !
    I grillini bisogna vedere se resistono alle lusinghe… la carne è debole e l’italiano è ingordo: secondo me se il M5S non diventa la DC del terzo millennio, il 30% passa ad altri partiti in 2 anni !

  12. mi auguro che il M5S oltre alle nuove idee per il cambiamento, riescano a fare una legge che vieti il salto della “quaglia” tra i banchi nei rispettivi rami del parlamento, per evitare ribaltoni o situazioni assurde tipo Scilipoti e Razzi passati dall’IDV al gruppo misto come successe nella scorsa legislatura.

    Il pericolo che avvengano “defezioni” anche nel M5S è reale, a certe lusinghe non si resiste se non si ha carattere ed una certa coscienza formata dalla cultura della responsabilità istituzionale conferita dal popolo.

  13. la buona notizia è che il caro maietta non sia andato in parlamento abbiamo evitato una figuraccia come provincia.

  14. in teoria, a chiacchiere ed in particolare a criticare siamo tutti bravi in Italia…
    a rimboccarsi le maniche e fare i fatti si rimane sempre in pochi…
    se solo il 10% dei fancazzisti da blog si adoperasse invece di parlare solo…

  15. Tiero,Maietta,Cedrone,Fazzone.Mi dite chi è stato trombato e chi no.

  16. tiero maietta e cedrone sono fuori dai giochi, per nostra fortuna.

  17. Ma è mai possibile che i cartelli con le loro facce ancora sono li.Che aspettano a toglierli??
    Latina scalo,centro morbella e via piave.