PDL LAZIO NEL CAOS, CRISI A VITERBO

04/05/2010 di

La sintesi senza peli sulla lingua la trova, non a caso, un
esterno, il leader de «La Destra Francesco Storace». «Il Pdl Lazio? Un casino
generale, è allucinante: Berlusconi dia uno sguardo al suo partito…».

Una diagnosi impietosa, ma pochi negano che oggi nel partito laziale c’è qualcosa che non va.
Mostra sicurezza però il coordinatore del Pdl Lazio Vincenzo Piso: «Non stiamo
perdendo pezzi: c’è una serie di problemi che stiamo affrontando». Basta un tour
ideale delle Province per farsi un’idea. L’ultima è solo di stamattina, e riguarda
Viterbo: il presidente della Provincia Marcello Meroi, fresco di urne, si è già
dimesso. Motivo? La giunta. Aveva assegnato tre assessorati all’Udc e altrettanti al
Pdl (ex Forza Italia), lasciandone uno a disposizione degli ex An. I quali però,
alleati con i giovanardiani del Popolo Etrusco, si sono sentiti penalizzati a favore
dell’Udc, per cui si sono detti pronti a non ratificare la giunta.

«Non c’è accordo in maggioranza – spiega Meroi – intervengano le segreterie
regionali perchè sono stati proprio il coordinatore e il suo vice del Lazio a
sottoscrivere l’ accordo che assegna tre assessorati all’Udc nel corso delle
trattative da cui è scaturito il sostegno dei centristi alla Polverini». Centristi
che però, a parità di accordi pre-elettorali, ora nella giunta regionale dell’ex
sindacalista non ci sono e potrebbero anche finire per non entrarci, almeno per ora.

Nè ci sono finora rappresentanti di Frosinone nella squadra della Polverini, una
situazione che ha portato il presidente ciociaro Antonello Iannarilli a ‘capeggiarè
chi, deluso, ha minacciato addirittura la secessione delle Province da Roma.
Oggi in questo senso è stato fondato il ‘Movimento delle Province del Laziò che
«riconosce il territorio delle Province con esclusione di Roma come autonoma comunità
territoriale» e che opera «per un nuovo assetto istituzionale del Lazio».
«All’elenco dei nuovi poteri di Roma – ha ribadito Iannarilli – manca la potestà
legislativa. Auspichiamo che avvenga. Diversamente indiremo un referendum per
l’istituzione della Regione Lazio senza Roma. Il Lazio ha una testa enorme e le
membra esili». Oggi comunque il ciociaro Franco Fiorito, che in serata incontrerà il
coordinatore Piso, parlava di atmosfera più tranquilla: «Anche se mancherà un
assessore – ha detto – Polverini avrà grande attenzione al Frusinate».

A Latina intanto non si ride: la giunta comunale di Vincenzo Zaccheo è caduta dopo
il noto fuorionda di ‘Striscia la notizià in cui l’ormai ex sindaco parlava male del
potente senatore pontino Claudio Fazzone con la Polverini. Risultato: mezzo consiglio
si è dimesso, il sindaco è decaduto ed è arrivato il commissario prefettizio.
Ultima ma non ultima Roma, dove in consiglio comunale sta prendendo piede il
‘Laboratorio Romà che partendo dai sette ‘dissidentì iniziali sta facendo proseliti.
E alle loro iniziative sono stati visti anche il malpancisti della Regione, quei
consiglieri e dirigenti rimasti delusi dagli effetti della ‘madre di tutte le
tempestè, il caos liste Pdl, sulla giunta regionale del Lazio. I cosidetti ‘non
allineatì del Pdl chiedono conto dei criteri con cui la giunta è stata formata,
dicono no al correntismo e sì a più democrazia nel partito.

«Si tratta di situazioni risolvibili – ha sintetizzato Piso – che potranno essere
ricondotte in qualche giorno o settimana a un quadro d’ordine. Storace dice che serve
Berlusconi? Fa la sua partita, vuole catalizzare gli scontenti».

  1. Se c’era un dubbio questi nani politici del PDL lo stanno togliendo o come dicevano i Latini “quod erat demostrandum”. Cari cittadini questi Signori, delle necessita’ del Popolo, delle Grada di dolore che si sollevano sempre piu’ dalla Gente, del fatto che alla fine del mese non ci arriva piu’ nessuno o quasi, che ogni giorno chiude una fabbrica, che la disoccupazione e la disperazione aumenta, NON GLI IMPORTA AFFATTO, ANZI SE NE FREGANO, CONTINUANO A LITIGARE PER SPARTIRSI IL LORO ORTICELLO, e meno male che hanno una maggioranza assoluta, pensate se l’avessero avuta risicata che sarebbero stati capaci di combinare.