Manifesto in crisi, il quotidiano rischia la chiusura

09/02/2012 di

Fase critica per Il Manifesto, che, dopo più di 40 anni di vita e decine di battaglie per la sopravvivenza, rischia la chiusura come mai in passato. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato la procedura di liquidazione coatta amministrativa della cooperativa editrice del quotidiano, piombato in una pesante crisi economica per il calo delle entrate pubblicitarie ed il taglio dei fondi pubblici.

Ora si avvia una fase delicata per il giornale, che sarà commissariato nel tentativo di trovare una strada non facile per la sopravvivenza, anche gestendo il rapporto con i creditori. Il collettivo del quotidiano non si dà per vinto, assicurando che il foglio resterà in edicola e che verrà lanciata una campagna di raccolta fondi straordinaria. Un’iniziativa non nuova per Il Manifesto che negli ultimi anni ha richiesto più volte il contributo dei lettori, raccogliendo nel 2009 ben due milioni di euro, ma che questa volta appare davvero come l’ultima spiaggia. «È il momento più difficile della storia quarantennale de Il Manifesto – spiega il collettivo – La decisione di non opporsi alla procedura indicata dal ministero si è resa inevitabile dopo la riduzione drastica e retroattiva dei contributi pubblici per l’editoria non profit.

Nonostante le promesse di intervento fatte dal presidente del consiglio Mario Monti e l’esplicita richiesta in tal senso del presidente della Repubblica, a oggi nessuna soluzione è stata trovata». Dopo la chiusura di Terra e Liberazione ed altri giornali locali, ora a rischio c’è un pezzo di storia del giornalismo italiano, già reduce da stati di crisi e prepensionamenti. Potrebbe rimanere senza lavoro 51 giornalisti e 22 poligrafici, che confezionano un quotidiano con una tiratura di 60mila copie. «La vicenda del Manifesto dimostra quanto sia fondato l’allarme che abbiamo ripetutamente lanciato nell’ultimo periodo rispetto ai tagli ai fondi pubblici a sostegno del pluralismo dell’editoria – dichiara il segretario della Fnsi, Franco Siddi – Dopo gli impegni presi da governo e Parlamento urge ancora di più accelerare la definizione dei fondi aggiuntivi».

«È necessario urlare al governo di rispondere a una situazione così pesante e così inedita. Sono a rischio 100 testate e 4 mila posti di lavoro. Che ne è delle promesse relative al fondo per l’editoria?», si chiedono invece il senatore del Pd Vincenzo Vita e Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21.