Nave Costa, ancora 15 dispersi. Clini: “Basta navi in aree sensibili”

15/01/2012 di

Proseguono a ritmo serrato le ricerche dei 15 dispersi nella sciagura della Costa Concordia, e che potrebbero trovarsi ancora a bordo della nave arenata sugli scogli dell’Isola del Giglio. Squadre di sommozzatori della Guardia costiera e sub speleologi dei Vigili del fuoco stanno perlustrando le 1.500 cabine una a una, utilizzando le mappe della nave fornite dalla Costa Crociere. Le operazioni sono rese difficili dalla presenza di zone allagate e di locali ostruiti da arredi andati fuori posto con il naufragio. Oggi sono stati trovati i corpi di due anziani, che fanno salire a 5 il numero delle vittime. C’è ansia per i 15 dispersi. «Ogni secondo è buono per trovare i superstiti, è una corsa contro il tempo -ha detto il comandante della Guardia costiera, Cosimo Nicastro-. La speranza dei soccorritori è che nella parte sommersa si siano formate bolle d’aria». Per il comandante della Guardia costiera, però, «c’è il rischio che la nave sprofondi a 70 metri», rispetto al gradino di 37 metri su cui è appoggiato lo scafo. Se sprofondasse a 70 metri, la nave si inabisserebbe completamente, e a quel punto finirebbe ogni speranza di trovare vivi eventuali superstiti rimasti intrappolati a bordo. Oggi, quando il bilancio dei morti era ancora fermo a 3, il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio aveva detto che gli inquirenti tevono fortemente per la vita di «almeno altre 5-6 persone». Il bilancio ufficiale al momento è di 5 morti e 15 dispersi, mentre 3 persone (due sposini coreani e il commissario capo di bordo Manrico Giampetroni) sono state salvate.

CLINI: BASTA MEGA NAVI IN AREE SENSIBILI.  Stop ai giganti turistici del mare nelle aree particolarmente sensibili delle nostre coste. Ed è polemica sulle rotte sotto costa delle maxi-navi da crociera. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, interviene dopo il naufragio della nave Costa Crociere, Concordia, all’Isola del Giglio in Toscana. Area di parco nazionale e Santuario dei Cetacei. E proprio l’Arcipelago Toscano è tra le aree più a rischio in Italia insieme alla Laguna di Venezia. «Basta con la gestione di queste navi che vengono usate come se fossero dei vaporetti», ha detto Clini. «Questo – ha sottolineato il ministro – non è turismo sostenibile ma è turismo pericoloso. Dobbiamo intervenire rapidamente e con decisione per evitare che queste grandi navi arrivino vicino ad aree ambientalmente sensibili». Il ministro porta avanti una battaglia nella Laguna di Venezia per la quale ha rilanciato una proposta (datata 2004) di un terminal off-shore da realizzare fuori della laguna dove far approdare le navi passeggeri lunghe centinaia di metri e alte come palazzi. In Laguna con le crociere transitano 1,6 milioni di passeggeri l’anno, ed è il quarto scalo a livello europeo per transiti e il primo ‘homeport’ (imbarco-sbarco). In campo scendono gli ambientalisti che lanciano l’allarme. Da parte degli armatori «le regole ci sono, basta rispettarle», ha detto la compagnia di navigazione Grimaldi Lines. «La tragedia della Costa ha colpito tutti noi – ha affermato il responsabile relazioni esterne della Grimaldi, Paul Kyprianou – ma le regole ci sono». «Sarà l’inchiesta a stabilire quello che è successo alla Costa e non tocca certo noi dirlo – ha concluso Kyprianou – quello che posso ribadire è che le regole per una navigazione sicura, per i passeggeri come per le aree ambientalmente sensibili, ci sono». Di parere opposto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: «Chiedo – ha detto – che le regole siano revisionate e verificate anche relativamente alla loro adeguatezza rispetto alle esigenze di un’area come quella dell’Arcipelago Toscano». Il presidente dell’Unione nazionale armatori da diporto Lino Ferrara, sottolinea che «5mila passeggeri imbarcati sulla stessa nave sono troppi. I tempi di attesa per sbarcare in ogni tappa prevista dalle escursioni sono dilatati e lunghi figuriamoci per l’abbandono della nave sia per incidenti gravi come quello accaduto l’altra notte all’isola del Giglio che, peggio ancora, in caso di condizioni meteomarine avverse». Secondo Umberto Mazzantini, responsabile Isole minori Legambiente «dopo l’ennesimo incidente occorre ribadire con forza che non ha alcun senso permettere a navi di grande stazza oltre che a petroliere di seguire una rotta in un’area così delicata e sensibile rappresentata dalle acque del Parco dell’ Arcipelago Toscano». Punta il dito contro la «diffusa e comprovata» pratica di far passare le grandi navi da crociera troppo vicino alle coste, «per creare effetti scenografici sia a bordo che a terra» l’associazione Marevivo che chiede di vietare alle grandi navi gli stretti, soprattutto di quelli «frequentati che per di più incidono – come ad esempio il canale di Piombino, quello del Giglio, lo stretto di Bonifacio – sull’ecosistema o fanno addirittura parte del ‘Santuario dei Cetaceì». Nel 2010 la crociera è stata scelta da 850 mila persone, l’1,25% dei vacanzieri. L’83% dei crocieristi è salpato verso mete mediterranee.

  1. Tra l’altro le navi da crociera suono le strutture più inquinanti del mare. Boicottatele.

  2. tutti uguali sti beoti di ministri minestre sottosegreatri politicanti e politichetti, sono anni che le navi da cociera sfiorano le coste e nessuno diceva o faceva nulla per scongiurare il pericolo, la GUARDIA COSTIERA che vigila attentamente le coste d’estate multa anche i canotti a motori (GIUSTAMENTE) che s’avvicinano ai bagnanti e non vedevano ste città galleggianti rasentare porti coste spiagge ecc… Ahoooo dite a Clini che andasse a …. adesso dopo la tragedia ci viene a dire cosa si deve fare?